Salone di Ginevra 2019: Germania, pioggia di investimenti sulle elettriche

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I tre principali Gruppi tedeschi investiranno 40 miliardi nei prossimi tre anni. A Ginevra le principali novità “Made in Germany” che tra non molto vedremo sulle strade
6 marzo 2019

La transizione verso l'auto elettrica imposta dalle nuove normative europee in tema di emissioni inquinanti, in vigore dal 2020, sarà guidata soprattutto dall'industria tedesca dell'automobile. Basta passeggiare infatti per gli stand del Salone di Ginevra 2019 per accorgersi di come l'offerta di auto elettriche al di là delle Alpi stia crescendo notevolmente.

«Investiremo oltre 40 miliardi di euro in mobilità elettrica nei prossimi tre anni e altri 18 miliardi in digitalizzazione e guida automatica», ha annunciato pochi giorni fa Bernhard Mattes, presidente dell'associazione dei costruttori tedeschi VDA. La Germania non guiderà solo la produzione, essendo già il paese con l'industria dell'auto più forte del mondo, ma anche il mercato europeo.

«Uno sguardo alle differenze nel PIL pro capite nell'UE mostra chiaramente che la Germania, insieme ad alcuni altri grandi paesi, dovrà avere una percentuale molto più alta di veicoli elettrici tra le sue nuove immatricolazioni rispetto alla media UE. L'infrastruttura di ricarica deve quindi essere risolutamente ampliata e abbinata ad incentivi per gli acquirenti di auto elettriche».

La VDA prevede che l'offerta di nuovi modelli a propulsione elettrica tra tre anni toccherà quota 100. Molti di questi sono sfoggiati dai costruttori al Salone di Ginevra 2019, dove a parte qualche eccezione la parte del leone la fanno ancora i costruttori teutonici.

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Il Gruppo Volkswagen, ad esempio: per Audi la protagonista principale è la Q4 e-tron, in predicato di raggiungere il mercato entro il 2020; per il brand Volkswagen invece la portabandiera di quest'anno è la concept car ID Buggy che più che un modello in arrivo indica la versatilità della piattaforma MEB che Wolfsburg ha espressamente dedicato alla nuova famiglia di vetture a emissioni locali zero; la sponda céca Skoda propone invece la Vision iV, mentre per la cugina spagnola Seat la proposta elettrica è la el-Born. Del Gruppo VW fa anche parte Italdesign, che con la DaVinci interpreta il segmento del lusso in chiave elettrica, come del resto sta facendo anche Porsche, che sta lavorando alla Taycan che dovrebbe esordire già quest'anno e ha annunciato che la prossima Macan sarà solo elettrica.

Daimler dal canto suo a Ginevra ha presentato la concept Mercedes EQV, che sarebbe poi una Classe V con motore elettrico, mentre smart, che diventerà un marchio all-electric dal 2020, si esercita con la forease+, anch'esso una show car che però anticipa l'evoluzione della city car di Stoccarda. Dove, però, c'è ben altro che bolle in pentola che non solo quanto visto in Svizzera.

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C'è ad esempio un'alleanza strategica con BMW, che al Salone di Ginevra ha proposto numerose versioni ibride plug-in, soluzione-ponte verso il 100% elettrico, che si estenderà dalla guida autonoma al car sharing alle infrastrutture di ricarica, secondo quella capacità tutta tedesca di accantonare la concorrenza per perseguire obiettivi comuni, o di fare “cartello” per qualche giudice.

Ovviamente anche gli altri non stanno a guardare: Jaguar incassa il premio “Auto dell'Anno 2019" con la I-Pace pur non partecipando al Salone, mentre l'Italia dell'automobile, leggi Gruppo FCA e pochissimo altro, cerca di rimettersi al passo con la concorrenza sul piano delle elettriche con proposte come la Fiat Centoventi che è un po' una finestra sulla futura Panda in attesa di vedere la nuova 500 elettrica che dovrebbe nascere a Mirafiori.

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