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Più di 220 dollari in sei mesi: a tanto ammonta il delta del titolo Tesla dai minimi di giugno (178 dollari) a oggi, il giorno in cui ha raggiunto il nuovo record assoluto di 400 dollari, avvicinandosi, dunque, a quei 420 per azione che su Twitter il suo fondatore descrisse come la soglia che avrebbe potuto rendere l'azienda privata grazie a non meglio precisati “finanziamenti garantiti”. Quel tweet, lo ricordiamo, ebbe un'enorme eco mediatica ma, soprattutto, spinse la Sec ad avviare una procedura di controllo nei suoi confronti.
Che le cose si stessero mettessero sempre meglio per la presenza in Borsa della sua creatura, Elon Musk aveva cominciato a intuirlo a ottobre quando il mercato aveva mostrato di aver gradito la sua nuova linea di condotta che aveva fatto virare i bilanci in attivo e rendere più trasparente e lucida la strategia sulle moli di produzione e sui tempi di consegna dei nuovi modelli. E pazienza per lo scivolone “comunicativo” in occasione del lancio del CyberTruck.
Come se tutto questo già non fosse stato sufficiente, giunge notizia che dopo tante resistenze, la Cina decide di aprire al colosso dell'elettrico e di dare la benedizione al suo mega-impianto di Shangai, un annuncio seguito a ruota alla conferma che Berlino è la città prescelta per ospitare la struttura analoga in Europa.
In termini di capitalizzazione, il valore record si traduce in oltre 72 miliardi di dollari. Tanto per avere un ordine di grandezza, General Motors è valutata 53 miliardi e Ford 38.
Secondo le stime, anche quelle delle banche d'affari che finora hanno mostrato scetticismo nei confronti delle imprese di Mr. Musk, il record appena siglato potrebbe essere nuovamente battuto nei prossimi mesi, qualora il geniale tycoon dovesse rendere più concrete le ventilate ipotesi di apertura di nuovi centri di produzione in tutto il mondo.