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L'Unione Europea potrebbe rivedere i limiti di emissioni delle auto imposti per il 2030, imponendo tetti ancora più stringenti: è quanto emerge dallo European Green Deal, un documento diffuso dalla nuova Commissione Europea, presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen. L'organo esecutivo europeo, si legge nella nota, intende proporre una revisione della normativa sulle emissioni entro il giugno del 2021 «per assicurare un percorso chiaro verso la mobilità a zero emissioni dal 2025 in poi».
Nell'aprile di quest'anno, l'Unione Europea ha approvato una normativa che richiede ai costruttori operanti in Europa di tagliare le emissioni di CO2 delle proprie gamme del 37,5% entro il 2030, passando dai 95 g/km del 2021 ai 60 del 2030. Nel 2018, le emissioni prodotte dalle nuove vetture hanno mostrato un incremento per il secondo anno consecutivo, toccando quota 120,4 g/km. Tra i capisaldi del programma di von der Leyen per i prossimi cinque anni c'è l'implementazione di misure a favore dell'ambiente.
Se la Commissione Europea dovesse effettivamente proporre la revisione dei limiti sulle emissioni, il processo burocratico sarebbe comunque lungo, come ha spiegato una portavoce della Commissione ad Automotive News. «La proposta di un nuovo target rientra all'interno del mandato della Commissione, ma un passo del genere arriverebbe solo dopo una valutazione dell'impatto economico della misura e richiederebbe l'approvazione del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo per entrare in vigore».
Si attendono commenti in merito da parte dei costruttori auto, ma nel mese di settembre, Carlos Tavares, il CEO di PSA e presidente dell'associazione delle case automoblistiche europee, ACEA, aveva preso una posizione netta contro i legislatori europei. «La libertà di movimento è fondamentale nelle nostre democrazie - aveva detto -. Molti aspetti devono essere coordinati con un approccio a 360° per assicurare una mobilità sicura, conveniente e sostenibile».