Bye bye California Dreamin', Tesla diventa texana: Elon Musk contro il governo punta su Austin e le sue tasse basse?

Bye bye California Dreamin', Tesla diventa texana: Elon Musk contro il governo punta su Austin e le sue tasse basse?
Pubblicità
Basta musiche dei Red Hot, Elon degli EV punta al petrol-Texas per far andare avanti le auto Tesla in barba ai governi che ostacolano il lavoro del suo top-brand di auto elettriche americane. A 400 miglia dal pese fantasma chiamato "benzina" per questione di tasse e di Covid
16 maggio 2020

Il California Blue di Roy Orbison o la Californication dei Red Hot Chili Peppers non sono più parte della colonna sonora negli uffici Tesla, pare. Zio Elon questa volta la mette giù dura, anche perché è pronto a sfornare la nuova super batteria da un milione di miglia che ridimensiona tutta la concorrenza e sconvolge il ruolo degli EV nel mondo.

La sua Tesla insomma merita di essere trattata meglio, come azienda che lavora e da lavoro per le zone in cui ha sede da sempre. Se la California dimostra ora di non volere abbastanza bene al costruttore di auto elettriche top, lui sposta tutto. “Non a caso - ci ricorda Musk - siamo gli ultimi rimasti, qui”. Di costruttori auto intende, con sede operativa in California. Anche se in parte non è vero perché altri, meno noti di Tesla ne rimangono, in piccolo.

La questione è di regole, a cui Musk e Tesla devono sottostare. Non solo quelle di contenimento sanitario e limiti pratici al lavoro, secondo le restrizioni del Covid19 per gli stabilimenti. Pare che a Musk non dispiaccia fare una “TripleT” unendo Tesla alle Texas-Taxes. Eh si perché dalle parti di Austin, dove si vocifera Elon possa portare la Gigafactory il trattamento fiscale che avrebbe l’azienda simbolo degli EV prestanti, è buono, eccome: un alleggerimento fisso stimabile in circa il 9% sui redditi Tesla, oltre a vari succosi incentivi che il Texas mette sul piatto per attrarre lavoro in casa.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Questione di Tasse

Le piccole cifre percentuali favorevoli palesate dal Texas, che pure un tempo era amico dei petrolieri e quindi non degli EV (ci esisteva pure un paese chiamato "Gasoline") pesano come macigni sui bilanci e sull'appeal finanziario della società più chiacchiarata e sopravvalutata nel mondo automotive, nel nuovo secolo. Il governatore del Texas Greg Abbott ha già dato il suo benestare e sarebbe lieto di aggiungere Tesla alla sua piccola Silicon Valley dove hanno già messo piede Apple, Facebook, Amazon e Google.

CITTA' FANTASMA. Fa solo un po' strano pensare che a circa 400 miglia dalla città fantasma che si chiamava appunto "benzina" (Gasoline, risalente a inizio Novecento) possa sorgere dopo un secolo l'headquarter del mito negli EV, quelli che pensionerebbero i serbatoi di carburante nelle auto...

 

OMF

Pubblicità
Caricamento commenti...