Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Tutti concordi nel temere l’egemonia asiatica per la fornitura delle batterie necessarie alle auto elettriche. Qualcuno prende le sue contromisure. Francia e Germania si accordano sia a livello pubblico sia privato, per fare qualcosa in casa, in Europa. Quasi sei miliardi di investimenti previsti, ma un solo obiettivo: riproporre il modello Airbus. Soprattutto alcuni membri del governo francese tengono a sottolineare che l’Europa se si unisce, può non dipendere dalle importazioni tecnologiche (da Stati Uniti e Cina).
Vero? Molto Difficile? L’Unione intanto a parole approva e stanzia 1,2 miliardi, mentre altri quattro dovrebbero arrivare da un collage di aziende (automobilistiche o energetiche). I primi stabilimenti, in Francia e Germania, secondo il piano potranno essere operativi entro il 2023. Tra i Paesi interessati al progetto delle batterie europee anche Italia, Belgio, Polonia, Austria e Finlandia.
Non sappiamo bene come possa funzionare la produzione congiunta della “batteria europea” per l’auto elettrica, visto che non si tratta di aerei come gli Airbus negoziati in mercati limitati e controllati, ma di qualcosa che viene negoziato a livello industriale globale, con regole tutte aziendali, di business tra costruttori auto e fornitori. Di certo alcuni proclami sono ambiziosi: coprire il 30% della domanda, quando oggi, l'Europa pare non superi che l'1% della produzione mondiale per celle a ioni di litio (il 60% è cinese).
In Francia quelli di PSA si muovono con Saft (Total), che pare possa collaborare pesantemente al progetto delle batterie per EV made in Europe, una volta che l'Unione abbia preso “deciso impegno" negli aiuti di Stato da dare alle aziende.
Sul fronte dei punti produttivi, la Svezia è subito in seconda fila dopo la Germania a quanto pare, con Northvolt che collabora con Volkswagen (MEB). Ma piano a dire tutto made in Europe, al 100%. Proprio la Germania, patria delle auto premium, non è esente da contaminazioni asiatiche, sul fronte delle batterie: ci sono investimenti cinesi e coreani pronti a “rifornire” il nostro futuro mercato in espansione.