Auguri a Elon Musk: il fondatore di Tesla compie 48 anni. Di genio e sregolatezza

Oggi, 48 anni fa, sotto il sole sudafricano di Pretoria e sotto il segno del Cancro nasceva Elon Reeve Musk un personaggio che già si è ritagliato una buona porzione di presente e si avvia a conquistare uno spazio bello consistente anche nella storia.

Il nerd introverso e onnivoro di qualsiasi lettura che è stato da bambino e da adolescente ha poi sfogato tutto il suo essere visionario e creativo nel mondo della tecnologia, videogiochi prima e Internet poi, mettendo la sua firma su una serie di imprese ad alto tasso di innovazione che vanno dall'hi-tech di PayPal all'automotive e i trasporti di Tesla e Hyperloop, fino alle rinnovabili di SolarCity e alle imprese spaziali di SpaceX o all'intelligenza artificiale di OpenAI.

Ed è sempre stato un genio sregolato Elon Musk, fuori dal comune anche in un certo numero delle sue uscite pubbliche, segnate tra risse e intemperanze varie (si pensi ai suoi tweet al vetriolo contro le multinazionali del petrolio che, a suo dire, gli remerebbero contro).

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Nonostante l'eterogeneità del suo estro imprenditoriale, oggi il nome del tycoon viene associato soprattutto a quello del suo marchio di automobili che, costruito a partire da un foglio completamente bianco, ha saputo come nessun altro spingere in avanti l'innovazione del comparto, sia sui motori a propulsione elettrica che sull'intelligenza della guida autonoma.

Con la sua Tesla, Elon Musk è sempre stato un tutt'uno, accettando di difenderla dalle sirene del mercato che lo hanno dato più volte per spacciato attribuendogli varie puntate di crisi di vendite e di liquidità, giudicando troppo alti i suoi costi e troppo risicati i suoi margini.

Eppure Musk è ancora lì, dall'altro del suo patrimonio personale di quasi 19 miliardi di dollari, a cui non esiterebbe ad attingere nel caso in cui la sua figlia prediletta dovesse averne necessità.

Se resterà lì ancora per molto, certamente non ci è dato saperlo, ma se finora non ci fosse stato avremmo - inconsapevolmente - pensato che qualcuno avrebbe dovuto inventarlo.

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