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Sembra un paradosso, ma con il progressivo passaggio dalle motorizzazioni termiche a quelle elettriche è diventato sempre più importante il rumore. Qualche anno fa, quando si iniziarono a commercializzare le prime vetture a batterie, una delle caratteristiche che i vari costruttori esaltavano era la assoluta silenziosità delle vetture EV.
Poi ci si accorse che l'assenza del tipico rumore di motore con cilindri e pistoni poneva nuove sfide. La prima era quella dell'insonorizzazione: senza il classico sottofondo di un motore a ciclo Otto o Diesel, diventava necessario eliminare il più possibile rumori assai più fastidiosi di quello del propulsore, come quello del rotolamento dei pneumatici o i vari fruscii aerodinamici.
La seconda sfida era quella di fornire sia al guidatore che agli altri utenti della strada una sensazione di presenza dell'auto. Il pilota ha bisogno di poter ascoltare la macchina, di avvertire la sensazione di accelerazione o decelerazione, di capire se la velocità di rotazione del propulsore è adeguata alla situazione ed il momento giusto per la cambiata, ma nell'auto elettrica non c'è il suono motore a fornire questo input acustico che tutti utilizziamo, spesso in maniera inconsapevole.
E' poi altrettanto importante avvertire in qualche modo gli altri utenti della strada dell'approssimarsi della vettura, di cui potrebbero non accorgersi con conseguenze nefaste. Ecco perché è stato introdotto per legge quello che viene definito AVAS, ovvero l'“Audible Vehicle Alert System”.
In sostanza anche le auto elettriche (o le ibride quando il motore a combustione interna è spento) devono farsi sentire. Il regolamento UN ECE 138 varato lo scorso anno ha definito le caratteristiche basilari che deve avere il suono artificiale dell'auto perché il dispositivo sia effettivamente efficace, come dB minimi e massimi, frequenza in Hz, estensione in ottave.
Da lì in poi la palla è passata agli ingegneri del suono, diventati sempre più importanti nella produzione di automobili, anzi ormai fondamentali quanto quelli impegnati nelle produzioni musicali. Perché ci vuole orecchio, insomma, come diceva Enzo Jannacci.
Audi nella realizzazione della nuova Audi e-tron GT che sarà lanciata nei primi mesi del 2021 si è affidata a Rudolf Halbmeir e Stephan Gsell. «In linea di principio, il suono di un’auto è simile a una composizione musicale», afferma Halbmeir. «Per individuare le basi dell’e-sound di Audi e-tron GT ho provato di tutto, spaziando dal violino alla chitarra elettrica, spingendomi sino al didgeridoo, uno strumento a fiato australiano. Ma nulla mi sembrava adeguato. Poi, in giardino, ho visto un tubo di plastica per terra. Era lungo tre metri e con un diametro di 80 millimetri. Ho posizionato un ventilatore a un’estremità e da quella opposta ho ascoltato il suono che ne derivava. Era un suono speciale, profondo e intenso. Ho capito immediatamente che avevo trovato la base sonora che cercavo».
Utilizzando un software per la produzione di musica elettronica il duo Halbmeir-Gsell hanno sviluppato una “colonna sonora” composta da 32 suoni, che hanno battezzato “e-sound”. Tra questi vi sono rumori di provenienza sorprendente, come avvitatori a batteria o un modellino di elicottero, anche se il suono del tubo di plastica individuato per caso da Halbmeir rimane dominante e sfumato in diverse varianti. Con l’aumentare della velocità (a partire da 20 km/h come previsto dalla normativa), il suono si attenuta progressivamente e non è più udibile oltre i 60 km/h.
L'e-sound non è però una banale traccia che si ripete all'infinito, ma varia in base alle scelte di chi guida, un po' come se l'auto fosse uno strumento musicale. Del resto, non a caso si dice che un motore "canta bene" quando ha un bel sound.
«Il nostro sound viene costantemente ricreato da uno specifico algoritmo che, di volta in volta, mixa e pondera le singole sonorità in modo diverso, adattandosi all’ambiente circostante. La base per questa logica d’azione predittiva e reattiva è costituita dagli input relativi al regime dei motori elettrici, al carico richiesto e alla velocità dell’auto. Quando si guida a bassa velocità, l’e-sound è discreto, ma con l’aumentare del ritmo cresce in ricchezza e dinamica. Si tratta di un suono sintetico, ricco di sfumature, che segue fedelmente il lavoro del powertrain», spiega Gsell.
Non solo: la Casa di Ingolstadt crede talmente tanto nell'importanza del suono che offrirà sulla e-tron GT un pacchetto audio opzionale composto da due centraline con amplificatore posizionate nel bagagliaio che gestiscono il sound digitale dentro e fuori l’abitacolo. Oltre all’altoparlante esterno anteriore standard, la Audi e-tron GT con questo pacchetto viene dotata di uno speaker nella zona posteriore e di due altoparlanti interni, in corrispondenza delle porte posteriori che riproducono le frequenze più basse.
Grazie al controllo della dinamica di marcia Audi drive select, il conducente può influire sull’intensità e le caratteristiche dell’e-sound: in modalità “efficiency”, ad esempio, il suono è limitato all’avvertimento AVAS. Optando per il programma “comfort”, entra in gioco anche l’altoparlante esterno posteriore, che rende l’e-sound più pieno e rimane attivo fino alla massima velocità. Con il setup “dynamic”, invece, il sound generato da entrambi gli altoparlanti esterni è più possente e si aggiungono gli effetti acustici nell'abitacolo.