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Come molti sanno, i motori elettrici hanno molte meno parti mobili e lubrificate rispetto ai motori a combustione interna e questo si traduce in minore manutenzione e potenziale risparmio economico.
Tuttavia, anche i veicoli elettrici richiedono controlli regolari, a partire da attività classiche come la rotazione degli pneumatici, la sostituzione dei fluidi e dei filtri dell'aria, oltre ad una serie di verifiche specifiche.
Il National Renewable Energy Laboratory degli USA calcola che le batterie dei veicoli elettrici oggi in attività hanno una durata utile compresa tra 12 e 15 anni se utilizzate in climi temperati, arco temporale che si riduce tra gli 8 ed i 12 anni in caso di uso in ambienti con temperature estreme, per il caldo quanto per il freddo.
E pur non richiedendo interventi di manutenzione particolari, alcune attenzioni sono utili a prolungare la durata del pacco batteria degli EV.
Come detto, le temperature estreme, calde e fredde, sono pericolose per le batterie: di questo, le Case automobilistiche tengono conto nello sviluppo dei veicoli elettrici, dotandoli di efficienti sistemi di raffreddamento e riscaldamento ausiliari per mantenere la temperatura della batteria a livelli accettabili.
Nonostante la loro praticità nella ricarica rapida, i caricabatterie veloci degradano i pacchi batteria in maniera più rapida rispetto ai sistemi più lenti; ovviamente, magari durante un viaggio, la ricarica fast è una scelta inevitabile e non c'è motivo per evitarla.
Ma acquistare un veicolo elettrico prevedendo di utilizzare esclusivamente la ricarica rapida non è una buona idea, sia per la durata della batteria che per i costi, visto che una ricarica rapida è ben più onerosa rispetto a quella di casa, con il pericolo che questa forbice si allarghi ancora, soprattutto in un periodo di aumenti indiscriminati del prezzo dell'energia.
Anche il controllo della carica è importante: le batterie si degradano più rapidamente quando sono alla piena capacità o quando esauriscono tutta la loro energia; non a caso, alcuni produttori impediscono la ricarica fino al 100%, proprio per contrastare il degrado della batteria e molte Case suggeriscono di arrivare fino al 90% del potenziale nell'uso quotidiano. Alcuni modelli consentono anche di pre-impostare la massima carica ad un dato livello, che non verrà superato.
La conversione dell'elettricità in energia meccanica crea calore e i veicoli elettrici hanno il problema di mantenere freschi i componenti del gruppo propulsore per garantire che tutto funzioni come dovrebbe: alcuni usano l'aria, i più sofisticati un sistema refrigerante, che va tenuto sotto controllo - come riportano i libretti di uso e manutenzione - soprattutto per l'integrità dei tubi flessibili, il livello e la tenuta del sistema, con intervalli di verifica non superiori di sei mesi.
Allo stesso modo, è necessario il controllo del liquido dei freni e la sua sostituzione ad intervalli regolari, indipendentemente dal tipo di propulsore del veicolo; ad esempio, Ford consiglia di sostituire il liquido dei freni di Mach-E e Lightning ogni tre anni. La ragione deriva dal fatto che il liquido è particolarmente igroscopico, quindi tende ad incorporare piccole quantità d'acqua che alla lunga possono provocare corrosione.
Anche le pastiglie dei freni vanno tenute d'occhio: se il consumo di pastiglie e dischi è più lento rispetto a vetture con motore termico, in virtù della frenata rigenerativa che consente al motore di rallentare il veicolo recuperando energia cinetica e reimmettendola nel pacco batteria, e sebbene quindi sui veicoli elettrici si tenda ad usare meno i freni, questo non significa che non si usurino; il programma di assistenza di Tesla, per esempio, prevede la verifica delle pinze dei freni ogni dodici mesi o 20.000 km, soprattutto se si utilizza la vetture in montagna, dove si sparge il sale sull'asfalto per sciogliere neve e ghiaccio.
Un punto critico dei veicoli elettrici, infine, riguarda le gomme, che a causa del peso maggiore degli EV rispetto alle corrispondenti versioni termiche e della maggior coppia alla ruota, tendono a consumarsi a ritmi più elevati: anche in questo caso è importante un controllo della profondità residua del battistrada (minimo di legge: 1,6 mm), per evitare pericoli o sanzioni nel caso di controllo da parte della polizia stradale.
La batteria di trazione, come detto poco fa, non ha parti in movimento e ha un grado di deterioramento molto lungo se ben gestita, tant'è vero che la maggior parte dei costruttori offre oggi una garanzia di 8 anni e oltre 100.000 km. Col passare del tempo e delle ricarica, però, è normale che si manifesti una certa diminuzione della capacità energetica, che viene espressa in percentuale rispetto alla batteria nuova. All'interno dei sistemi di bordo o con un apposito tester si può conoscere questo dato, che può essere utile anche per l'acquisto di un'auto elettrica di seconda mano. Si tratta comunque di un processo lento, dovuto principalmente alla formazione di dendriti sugli anodi della batteria durante i cicli di carica e scarica, ma di norma allo scadere della garanzia degli otto anni i pacchi hanno ancora il percentuali di efficienza del 75-85%.