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L’Unione Europea ha risposto con un secco no alla richiesta di aiuti delle aziende automobilistiche dei singoli stati dell’UE invocata sia dalle Case che dai Governi, in quanto, secondo quanto decretato dai vertici di Bruxelles l’eliminazione dei sussidi già in atto ai costruttori, porterebbe ad un risparmio che è stato calcolato nell’ordine di 24 miliardi di euro.
Una cifra quest’ultima che il Parlamento europeo penserebbe di impiegare a favore della sostenibilità ambientale, oltre che per lo sviluppo di nuove tecnologie in tal senso, anche in virtù del raggiungimento dell’obiettivo comunitario di un sistema economico con basse percentuali di carbonio fissato per l’anno 2050.
E, sempre al fine di raggiungere tale obiettivo, Bruxelles ha inoltre annullato lo stanziamento di fondi a favore dei combustibili fossili, al fine di recuperare complessivamente sino a 25 miliardi di euro da poter investire sulla protezione delle risorse naturali.
Concorde con l’Unione Europea è anche il Ministro dell'Economia tedesco, Philipp Roesler, che si è detto contrario alla possibilità che una casa automobilistica in crisi possa essere aiutata con finanziamenti pubblici, parlando nello specifico di un’azienda di settore tedesca.
«La politica non può intervenire - ha spiegato da Berlino il Ministro del Governo liberal-conservatore di Angela Merkel - non è compito dello Stato aiutare a breve termine le aziende con sostegni finanziari»