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Quando Elon Musk decide di fondare nel 2003 la Tesla Motors con il preciso obiettivo di realizzare vetture elettriche in pochi avrebbero scommesso sul successo della sua impresa. Oggi, a dieci anni di distanza, in molti si dovranno ricredere visti i risultati ottenuti dall’Azienda di San Carlos (California), che ha da poco lanciato la Model S, una berlina di lusso alimentata a batterie che sta già raccogliendo risultati commerciali di rilievo, in modo particolare negli Stati Uniti.
Model S: importanti risultati negli USA
Secondo CNN Money infatti nei primi tre mesi dell’anno la Model S è stata commercializzata negli USA in 4.750 unità, a fronte delle 3.077 Mercedes-Benz Classe S, delle 2.338 BMW Serie 7 e delle 1.462 Audi A8.
Una possibile spiegazione di questo fenomeno va sicuramente ricercata nell’invitante prezzo dell’ammiraglia della Tesla (una Model S costa 69.900 dollari negli Stati Uniti grazie agli incentivi), che si rivela più basso rispetto a quello delle principali concorrenti con tradizionali motori termici (negli USA un’Audi A8 viene offerta a 73.095 dollari, una BMW Serie 7 a 74.525 e una Mercedes-Benz Classe S a 93.255 dollari).
In ogni caso però i risultati di vendita sono senza dubbio di rilievo considerando innanzitutto che Tesla è sul mercato da pochissimo tempo (marchi come Mercedes o BMW hanno decine e decine di anni di storia alle spalle) e che la Model S è stata lanciata in America solamente lo scorso anno.
Valori azionari in impennata. Arrivano i primi profitti
Al di là dei risultati commerciali però, quello che sorprende di più nella storia di Tesla sono i dati relativi ai valori azionari che nell’ultimo periodo hanno conosciuto una vera e propria impennata. Prima di tutto Tesla ha accumulato un valore azionario pari a 8,8 miliardi di dollari, una cifra non indifferente se si pensa che quello di un colosso come il Gruppo Fiat si aggira attorno ai 7,8 miliardi.
Inoltre il costruttore californiano ha annunciato la settimana scorsa di aver raggiunto per la prima volta 68 milioni di dollari di profitto, anche se bisogna sottolineare che sono stati ottenuti vendendo crediti derivanti da veicoli a zero emissioni ad altri costruttori (Gruppo Daimler, Toyota).
Elon Musk usa Twitter per influenzare l'andamento delle azioni
Grazie anche all’intraprendenza del Fondatore e CEO di Tesla, il quarantunenne Elon Musk, che non ha esitato ad utilizzare strumenti come Twitter per influenzare positivamente la borsa (è successo più volte che cali del valore delle azioni Tesla siano stati bruscamente interrotti da tweet arrivati al momento giusto), dal primo gennaio di quest’anno al 10 maggio il valore delle azioni della Casa californiana è più che raddoppiato passando da un 35 a 76,70 dollari.
“Tesla ha accumulato un valore azionario pari a 8,8 miliardi di dollari, una cifra non indifferente se si pensa che quello di un colosso come il Gruppo Fiat si aggira attorno ai 7,8 miliardi”
Per comprendere come Musk possa servirsi di uno strumento apparentemente marginale come Twitter per influenzare l’andamento delle azioni è sufficiente raccontare un episodio. Nel gennaio 2012, due alti dirigenti dell’Azienda hanno dato dimissioni improvvise - Peter Rawlinson, capotecnico, e Nick Sampson, responsabile telaio - e le azioni di Tesla hanno perso quasi il 20% in una giornata.
Musk ha prima risposto con una conference call a giornalisti ed analisti per alleviare le paure degli investitori e subito dopo ha dato il via ad un'offensiva via Twitter, postando cinguettii come «Tesla è sotto un attacco massiccio da parte di speculatori», oppure «Troppa gente desidera il nostro fallimento, e non trova meglio da fare se non girare ogni notizia contro di noi». Il giorno dopo, le azioni Tesla avevano ripreso il 17%, e Goldman Sachs ha alzato il rating dell'azienda da "Neutral" a "Buy". Musk non ha quindi perso tempo per twittare «TSLA crollato di circa 500 milioni venerdì, risalita di circa 500 oggi. Scusate per l'altalena».
Tesla: un costruttore che crea nuove tecnologie
Pare che il successo di borsa ottenuto da Tesla sia riconducibile anche al fatto che il costruttore californiano non viene visto dagli investitori solamente come un’azienda dell’automotive ma piuttosto come una realtà creatrice di nuove tecnologie.
John Casesa infatti, investment banker per Guggenheim Partners a New York infatti ha dichiarato: «Tesla non è paragonabile a nessun altro, quindi il mercato ha reazioni eccessive. E' un'entità sconosciuta, per l'analisi della quale abbiamo pochissimi dati se non quelli che vengono dalla Compagnia stessa. In assenza di metodi per triangolare i dati, qualunque comunicazione proveniente dalla Casa o dal suo CEO viene considerata moltissimo».
E il futuro?
Parlare del futuro sviluppo di Tesla Motors in ogni caso oggi è ancora molto difficile. L’andamento borsistico infatti non riflette in maniera cristallina la realtà e lo stato di salute dell’Azienda anche perché spesso influenzato da pesanti operazioni di speculazione.
Per comprendere lo stato di salute del costruttore californiano di auto elettriche quindi è ancora preferibile continuare a monitorare i risultati commerciali dei modelli lanciati sul mercato come la Model S, che verrà commercializzata anche in Italia e che presto potrebbe essere affiancata da un SUV (Model X) naturalmente alimentato a batterie.