Marchionne: «Auto elettrica? Un affare al limite del masochismo»

Marchionne: «Auto elettrica? Un affare al limite del masochismo»
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Secondo Marchionne i tempi non sono ancora maturi per l'auto elettrica. Meglio investire ancora sul metano. L'AD Fiat non fa riferimenti nemmeno ad eventuali sistemi ibridi anche se probabilmente sono già in fase di sviluppo a Torino...
18 gennaio 2013

Recentemente l’Amministratore Delegato del Gruppo Fiat Sergio Marchionne è tornato a parlare dei principali temi di attualità legati al difficile momento che sta attraversando il mondo dell’automobile.

 

Il numero uno di Fiat ha definito la crisi economica un’occasione da non perdere per dimostrare il proprio valore sui mercati e ha ancora una volta ribadito il suo disinteresse nei confronti dell’auto elettrica, mentre ha avuto parole di approvazione per il piano di sostegno all’industria automobilistica Cars 2020 varato dall’Unione europea.

La crisi è un'occasione da non perdere

In merito alla congiuntura economica Marchionne ha dichiarato: «Questo è il momento della speranza e dell'impegno. È l'occasione che si presenta all'Europa, al nostro paese, alla nostra industria e tante singole imprese per ripensare se stesse e ricreare la base per un futuro più solido e sostenibile. Questa è un'epoca difficile, ma ci sta offrendo una seconda chance: quella di dimostrare che siamo all'altezza della situazione».

Auto elettrica? Non ancora, meglio il metano

Secondo l’AD di Fiat Group però i tempi non sono ancora maturi per l’auto elettrica: «Fiat sta lavorando seriamente, con Chrysler, sul progetto dell'auto elettrica, ma è un affare al limite del masochismo. È vero che al Salone di Los Angeles il Gruppo ha presentato la Fiat 500e, una versione 100% elettrica della citycar italiana che sarà commercializzata nel mercato americano dal secondo trimestre di quest'anno, ma Marchionne ha subito precisato: «È bene sapere che per ogni 500 elettrica venduta perderemo circa 10.000 dollari».

 

È evidente quindi che i vertici del Gruppo Fiat giustificano gli investimenti sull’auto elettrica ancora solamente per motivi di immagine, mentre reputano ancora lontano il momento in cui le vetture a batterie possano diventare effettivamente una vera alternativa a quelle tradizionali con motore a scoppio.

 

Al momento la migliore tecnologia sulla quale investire rimane dunque ancora una volta il metano. Senza fare alcun accenno ad eventuali sistemi ibridi, che probabilmente sono già in fase di sviluppo da parte del Gruppo Fiat, Marchionne ha confermato di puntare tutto ancora sul gas naturale: «Il metano è l'unica scelta in grado di garantire da subito effetti positivi sull'ambiente ed essere, allo stesso tempo, accessibile ai clienti. Quella del metano, in cu l'Italia detiene un indiscutibile primato si è rivelato una strategia di successo, anche in un anno nero come il 2012».

 

«Nei primi 10 mesi dell'anno, a dispetto di un mercato europeo che è calato del 7%, i veicoli a metano sono aumentati del 26%. Ancora più significativo il risultato ottenuto in Italia: mentre la domanda generale è crollata del 20%, la vendita delle vettura a metano è salita di oltre il 40%»

Dall'Europa segnali di speranza

L’Amministratore Delegato del Gruppo italo-americano infine ha espresso apprezzamenti nei confronti dei provvedimenti messi in campo dall’Unione europea per sostenere il settore auto: «Dopo tanti anni in cui il settore auto è stato considerato più come una vacca da mungere che come un patrimonio da valorizzare e rafforzare, dalla Commissione Europea è arrivato un paio di mesi fa un segnale di speranza».

 

«Cars 2020, il piano d'azione che l'industria europea dell'auto, adottato a novembre dalla Commissione Europea è certamente una buona notizia. Almeno sulla carta, per ora. Il documento riconosce chiaramente l'importanza strategica del settore auto per la ripresa economica, per generare crescita ed occupazione. Sottolinea la necessità di un impegno attivo dell'Europa per rafforzare la competitività del settore e sostenerlo nel seguire nuove opportunità di crescita nei mercati mondiali».

 

«Il piano è importante anche perché prende atto che ci troviamo ad una svolta storica e che il modello di core-business a cui siamo abituati è destinato a cambiare in modo permanente. Non è la prima volta che l'Europa si pronuncia su questi temi, ma è certamente la prima volta che lo fa in modo equilibrato, dimostrando di comprendere i temi e le esigenze dell'auto. Dimostrando, finalmente, realismo e una visione complessiva dei problemi. Ad esempio, per quanto riguarda lo sviluppo di vetture più ecologiche, non c'é più l'irrazionale spinta verso una unica tecnologia, idrogeno e elettrico che sia, ma un approccio bilanciato».

 

Fonte: Ansa

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