Emissioni: al vaglio della UE nuova riduzione della CO2

Emissioni: al vaglio della UE nuova riduzione della CO2
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Nella giornata di oggi dovrebbe essere approvato in via definitiva dall’Unione europea un nuovo accordo per la riduzione delle emissioni di CO2 delle automobili tra il 2015 e il 2020
11 luglio 2012

Da diversi anni l’Unione europea ha intrapreso il percorso che porterà gradualmente alla riduzione delle emissioni di CO2 provenienti dalle automobili, obbligando i diversi costruttori a rispettare regole sempre più severe per l’omologazioni di veicoli sempre meno inquinanti.

Dopo un lungo e durissimo negoziato vissuto sull'ormai frequente contrapposizione tra la Germania e l’Italia, che veniva appoggiata questa volta anche dalla Francia, è in dirittura d'arrivo un nuovo accordo sulla ripartizione del taglio di emissioni di CO2 per il settore auto per il periodo 2015-2020.  Se dovesse venire confermato l’accordo attualmente sul tavolo, nel periodo 2015-2020 l'industria europea dell’automobile sarà chiamata a tagliare le emissioni da una media di 130 g/Km a una di 95 g/Km.

Nel corso della giornata di oggi il collegio dei commissari dovrebbe dare il suo definitivo semaforo verde all'ultima proposta di compromesso avanzata dalla commissaria al cambiamento climatico Connie Hedegaard. Il testo prevede di mantenere fino al 2020 come base di conteggio dei tagli il principio per cui “chi pesa di più pagherà di più”. Uno dei commissari impegnati nell’elaborazione del nuovo accordo ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto un buon compromesso, dal momento che i veicoli più grossi pagheranno di più, con un codice di ripartizione più favorevole per le auto di piccola taglia».

In realtà, la proposta iniziale avanzata dalla Hedegaard era ancora più favorevole a Fiat, Renault e Peugeot, ma in un secondo momento sul tavolo dei commissari è arrivata una controproposta di Berlino molto più vantaggiosa per le Case tedesche.

Il compromesso in via di approvazione oggi invece, torna a favorire, nel complesso, i costruttori italiani e francesi, già duramente colpiti dall’attuale crisi economica.

 

Fonte: Ansa

 

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