UE accusa BMW, Daimler e Volkswagen di “cartello” su AdBlue e FAP benzina

UE accusa BMW, Daimler e Volkswagen di “cartello” su AdBlue e FAP benzina
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Avrebbero concordato e ritardato il lancio sul mercato dei dispositivi SCR con additivo AdBlue ed il filtro antiparticolato dei motori benzina
5 aprile 2019

La Commissione Europea ha formalizzato ai Gruppi BMW, Daimler e Volkswagen il suo parere preliminare sulle indagini avviate lo scorso settembre in cui sono accusate di aver creato un “cartello” al fine di eliminare la concorrenza reciproca in materia di tecnologie di riduzione delle emissioni inquinanti.

BMW, Daimler e Volkswagen, secondo la Commissione, si sarebbero accordate per limitare la concorrenza su due dispositivi, concordandone le caratteristiche e ritardandone l'introduzione sul mercato.

L'indagine riguarda i sistemi selettivi di riduzione catalitica ("SCR") per ridurre le emissioni nocive di ossidi di azoto delle autovetture Diesel attraverso l'iniezione di additivi a base di urea (il cosiddetto "AdBlue") nei gas di scarico. Nell'opinione preliminare della Commissione, BMW, Daimler e Volkswagen tra il 2006 e il 2014 hanno coordinato le loro strategie di dosaggio di AdBlue, le dimensioni del serbatoio AdBlue e gli intervalli di rabbocco.

Il secondo dispositivo che dovrebbe far parte del tacito e riservato accordo tra i tre costruttori è il filtro antiparticolato "Otto" ("OPF") per ridurre le emissioni di particelle nocive dai gas di scarico delle autovetture a benzina con iniezione diretta. Nel parere preliminare della Commissione, BMW, Daimler e VW si sono coordinati per evitare, o almeno ritardare, l'introduzione dell'OPF nei loro nuovi modelli di auto a benzina a iniezione diretta tra il 2009 e il 2014.

Il commissario Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza nella UE, ha dichiarato: «Le aziende possono cooperare in molti modi per migliorare la qualità dei loro prodotti, ma le regole di concorrenza dell'UE non consentono loro di colludere esattamente per lo scopo opposto: non migliorare i loro prodotti per non competere. Se Daimler, VW e BMW hanno violato le regole di concorrenza dell'UE, di conseguenza, ai consumatori europei è stata negata l'opportunità di acquistare auto con la migliore tecnologia disponibile».

Tale comportamento, se confermato, pur non comportando la fissazione dei prezzi o la ripartizione del mercato, violerebbe le norme di concorrenza dell'UE che vietano gli accordi di cartello per limitare o controllare la produzione, i mercati o lo sviluppo tecnico ai sensi dell'articolo 101, paragrafo 1, lettera b), del trattato sul funzionamento l'Unione europea e l'articolo 53, paragrafo 1, lettera b), dell'accordo SEE.

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