Diesel, la “demonizzazione” ha penalizzato l'usato ma non il nuovo

Diesel, la “demonizzazione” ha penalizzato l'usato ma non il nuovo
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Lo dice un'elaborazione di Autopromotec sui dati Istat del quadriennio 2015-2018. Prezzi dell'usato giù del 6,3% negli ultimi quattro anni
4 aprile 2019

Nel quadriennio 2015-2018 il prezzo medio delle auto usate sul mercato italiano è sceso del 6,3%, mentre quello delle nuove è salito del 3,4%. E' quanto rileva l'Osservatorio Autopromotec elaborando i relativi dati Istat sui prezzi al consumo per l’intera collettività degli ultimi quattro anni.

La ragione principale della flessione delle valutazioni delle auto Diesel, secondo Autopromotec, «va individuata nella demonizzazione del Diesel. Questo fenomeno ha determinato infatti un rallentamento da parte degli automobilisti nella decisione di sostituire le vecchie auto diesel, con l’inevitabile effetto della svalutazione delle vetture usate con questo tipo di motorizzazione».

Al contrario, le auto di nuova immatricolazione hanno fatto registrare nel periodo considerato una crescita superiore rispetto all’incremento generale dei prezzi al consumo (+3,4% contro +2,3%).

Per quanto riguarda poi i servizi di assistenza alle auto, sempre dal 2015 al 2018, i prezzi hanno fatto registrare un aumento medio di 3,4 punti percentuali, passando da quota 100 a 103,4. Anche in questo caso, così come per le vetture nuove, i prezzi dell’assistenza hanno mostrato un aumento superiore rispetto a quello fatto segnare dal tasso di inflazione.

Nel dettaglio, il comparto dell’assistenza auto che ha segnato la crescita più rilevante in termini di prezzi nel periodo 2015-2018 è quello della manutenzione e della riparazione (+4%). Aumenti decisamente più contenuti hanno riguardato i prezzi dei lubrificanti (+1,7%), dei pneumatici auto (+1,7%) e dei pezzi di ricambio (+1,6%).

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