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Neom, Arabia Saudita, 11 Gennaio. Il Bar della Dakar a Neom è un punto cospicuo infallibile. Non c’è altro, non c’è… concorrenza. Anzi, non c’è proprio nulla, ancora. Se chiedi dov’è Neom a un locale lo vedrai alzare le spalle, e non perché non capisce la lingua. Chiedigli allora dov’è il bivacco di Neom, e magari il Bar della Dakar a Neom, ed è facile che capisca e ti risponda indicando con il dito verso Nord-Ovest, tanto Nord Ovest fino all’incrocio di Egitto, Israele e Giordania e di tre continenti. La verità è che a Neom non c’è niente. Ancora.
Quindi siamo qui seduti intorno a una mescita di analcolici dislocata in mezzo al nulla, espressione caratteristica con la quale si indica il Deserto, a rimuginare sui ritiri di Maurizio Gerini e di Sébastien Loeb. Gerini ha dato una testata memorabile 20 chilometri prima della fine della Speciale. “Seb” ha definitivamente distrutto la sua debuttante BRX Hunter. Peccato, ci dispiace per tutti e due.
Stasera al Bar della Dakar si parla anche serio, di futuro, di umanità, di scelte basilari salvifiche, di qualità della vita e del Pianeta che stiamo condannando. Non è un caso. Neom è il nome di una Città che ancora non c’è. Sembra una utopia, ma anche Brasilia lo era, fino al 1960. Si tratta di un progetto gigantesco.. Una Città con proprie leggi e sistema fiscale, una proposta di vita basata sulla tecnologia, che liberi la creatività dai vincoli del quotidiano, perché immersa nel quotidiano.
Tutto questo in un contesto energetico 100% di energie rinnovabili. È la prossima era del progresso umano. “No restrizioni, no divisioni, no excuses, una pagina bianca su cui scrivere il prossimo capitolo dell’umanità”. Tutto qui. 500 miliardi di dollari per cambiare la cultura dell’Arabia Saudita. Un progetto di investimenti per spostare l’occidente verso Est, e un hub di interscambio culturale, sociale, turistico tra il Regno dell’Arabia Saudita e l’Occidente.
È il progetto lanciato dal Principe Mohammad bin Salman nell’ambito di Saudi Vision 2030, il piano per rilanciare il Paese nella diversificazione delle energie rinnovabili. Neom sarà alimentata esclusivamente con il sole e il vento.
Strana coincidenza, la Dakar diventerà nel 2030 il Rally basato 100% su energie rinnovabili. Neom rappresenta il punto d’incontro di una dichiarata transizione energetica che vede coincidere i piani di un Paese e del più grande Evento sportivo del suo genere. Neom è un momento storico, allora.
Per adesso la transizione della Corsa è auspicata e incoraggiata, ma in un prossimo futuro, per cominciare con auto e camion per gli Equipaggi Elite sarà legge. Si parla del 2026 e, appunto, del 2030 come data dello switch definitivo e completo. Speriamo che Arabia Saudita e ASO, la società organizzatrice del Rally, continuino ad andare d’accordo e a marciare insieme, perché l’attuale contratto scade nel 2025, in quell’anno Neom dovrebbe essere già “visibile” se non proprio completamente vivibile, e per quanto riguarda lo switch della Dakar saremo appena gli inizi.
Beh non proprio. Intanto dovreste ricordarvi di Acciona e di Tacita, che hanno aperto una strada fino a pochi mesi fa impensabile. Poi, che sia stato l’incoraggiamento, oppure l’irradiamento di una tendenza, il lancio dell’iniziativa ha già cominciato a produrre i suoi effetti.
Cyril Despres e Mike Horn, per esempio, sono seriamente intenzionati a “cambiare il mondo del Motorsport” e a scendere in campo alla Dakar del 2023 con un mezzo a propulsione a idrogeno. Il loro Progetto Gen Z, lanciato pochi mesi fa, parte già dalla Dakar di quest’anno. La Peugeot con cui corrono, infatti, serve anche come laboratorio di raccolta dati, e sarà la base evolutiva della loro nuova macchina da corsa.
Similarmente GCK Motorsport, sigla dietro alla quale si cela, ma non troppo, Guerlain Chicherit, ex Campione del Mondo di Free Style e appassionato “Dakariano”, ha annunciato un progetto ancor più articolato. Per prima cosa la realizzazione di una macchina da corsa elettrica per il 2022, che scenderà in pista in alcune sezioni della Dakar 2023. È l’e-Blast 1, la macchina misteriosa battezzata idealmente qui fuori. Poi ci sarà un prototipo di vettura spinta da un propulsore a idrogeno, sperimentale nel 2023 e “operativa” alla Dakar 2024.
Ma certamente la notizia più importante e clamorosa al riguardo è quella di AUDI che, contestualmente al ritiro dalla Formula E, ha annunciato il ritorno a Le Mans e l’assalto alla Dakar 2022 con una macchina completamente elettrica, si dice alimentata da un sistema di batterie rivoluzionario.
Intanto, di Moto non si parla. Ancora una volta la regina della Dakar è Cenerentola. Solo un paio di perplessità. Neom nasce su una tabula rasa e con un’intenzione del Paese “necessaria”. Non c’è nulla e quel che si farà non avrà alcun vincolo con niente di prima d’ora. Invece La Dakar ha oltre 40 anni di storia. È anche una storia rombi, di fumo, di utilizzo no limits di carburanti, di urla di motori a scoppio. In che modo l’ibrido prima e l’’idrogeno poi, come ha detto David Castera annunciando la sua idea di transizione, potrà adagiarsi su un’impronta storica ed emotiva forte come il mito della Dakar? Questo lo vedremo. A volte i grandi cambiamenti fanno meno rumore (è il caso di dirlo) delle piccole evoluzioni.
Altra domanda. Bene l’intenzione, bene l’innovazione di Case, Team ufficiali e benestanti del Motorsport. Ma i “privatoni” che sono l’anima della Dakar, con cosa correranno? Affitteranno i vecchi prototipi in disuso delle case, saranno tutti Dakar Classic o scenderà in campo una Casa trasversale con un mezzo di largo consumo, non dico Apple o Samsung, ma magari Beghelli o De Longhi? Vedremo anche questo…
Hey, a Proposito, quando avete finito, per favore, non buttate via niente. Qui fuori dal Bar della Dakar c’è Doc. Il mitico Doc di Ritorno al Futuro. È arrivato a Neom con la sua DeLorean del tempo. Gli servono un po’ di bucce di banana e qualche fondo di lattina di birra per fare il pieno e decollare di nuovo!
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