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Djerba, Tunisia, 16 Giugno. Il triplo lancio è finalmente ufficiale. Dopo l’e-launch Desert Master è adesso “visibile” sulla mappa, sulle regole e sul complesso di piattaforme che lo annunciano e spiegano, e che poi lo racconteranno. Dalle prime, criptiche informazioni lanciate su Instagram si è arrivati allo spiegamento di forze di comunicazione del nuovo sito, della pagina Facebook e di Youtube. Tutto questo serve per chi vorrà avvicinarsi a Desert Master, Tunisia, capirlo e costruire la propria esperienza dal 30 Ottobre al 4 Novembre. E serve soprattutto per iniziare a spiegare la “strategia” di Edo Mossi, creatore del Merzouga Rally, coordinatore sportivo della Dakar per 4 anni e, ora, inventore di Desert Master.
Che poi più che di “strategia”, direi che si tratta di obiettivo corposo e piuttosto chiaro, sintetizzato in due parole magiche: “No competition!” Il mito della Dakar ha trasformato l’avventura in una delle competizioni più dure e difficili del mondo. Chi ne esce battuto ha gli occhi iniettati d sangue perché vuole rivincita. Chi finisce non ha soddisfatto la fame di gloria, chi la vince alza al cielo il trofeo del Gran Premio del Deserto. In tutto questo la competizione si è mangiata viva l’aspirazione all’avventura, il piacere meditato delle dune alle ore che le rendono più affascianti, il divertimento e la gioia dei semplici elementi naturali, come il mare, la montagna e, appunto, il deserto. È la velocità che si mangia tutto, che fa di un’esperienza un album di fotogrammi, spesso sfuocati perché non c’è mai tempo.
Desert Master elimina la competizione. E nel come lo dice e afferma invita a non fare i furbi. La corsa non esiste, l’esperienza è piacere di crescere, di accrescere le proprie qualità in un contesto da favola, non il vezzo à la page della sfida, troppo spesso fine a sé stessa. Desert Master sembra tornare ad ammirare lo scenario in cui si svolge. Come quando era l’avventura dell’esplorazione, un chilometro in un’ora, dieci in un giorno terribile, la vista del fortino a garantire che la rotta calcolata era quella giusta. Bene, la tenda, il fuoco, gli amici della carovana, che più spesso non sono quelli portati da casa ma quelli incontrati e conosciuti sulla pista, fanno il senso della giornata in cui si è riusciti a conoscere un po’ meglio quell’ambiente così affascinante. Desert Master dice: abbattiamo la velocità, godiamoci uno scorcio di vita in slow motion. Per questo è 4x4 e ridotte!
Comunque, adesso sappiamo che sono 5 tappe nel Deserto tunisino, che oltre ad essere il più accessibile per gli europei è anche uno dei più belli e difficili. Le coordinate dei bivacchi e le rotte GPS verranno più avanti. Per ora ci basti sapere che si parte dalle porte del Deserto – diciamo Douz? – che scendiamo a Sud tra le oasi verso El Borma, e quindi risaliamo e pieghiamo decisamente a Est per attraversare la Tunisia storica e chiudere l’esperienza sull’Isola di Djerba. Silver, Gold, Black, sono i gradi dell’esperienza Desert Master.
Edo Mossi racconta che sono bastati i giorni delle ricognizioni a “restituirlo alla vita”!
“Non il tuo solito levar del sole, è un’alba Master!”
© Immagini DesertMasterOfficial