Dakar. Svelato ufficialmente… l’”Incas Rally” 2019

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La Dakar 2019 non è più un segreto. A scalare se ne sono andati Ecuador, Cile e Bolivia. È rimasto il Perù, “100% Perù”. Per la prima volta nella storia un’edizione si disputa interamente solo in un Paese. 10 Tappe? Chi la dirigerà?
18 maggio 2018

Parigi, 18 Maggio 2018. Due righe soltanto, perché ne abbiamo consumate, e anche sprecate, troppe. E in fondo non abbiamo molto da aggiungere. Abbiamo fatto una sorta di cronistoria “ragionata”, anticipando le mosse di ASO e le contromosse dei Paesi interessati… ma non troppo. Alla fine abbiamo disegnato uno schema possibile con 90% di Perù e un angolo d’Ecuador perché non credevamo possibile perdere una delle caratteristiche storiche della Dakar, l’internazionalità “multipla”. Eravamo convinti che non ci potesse essere una Dakar solo in un Paese ed eravamo certi che alla fine avrebbe prevalso il senso “morale”, la Storia.

Invece su quel dieci per cento abbiamo “toppato”. Niente Ecuador. Non ci sarà il trentesimo Paese della storia di ospitalità della Dakar. Es una lastima, un vero peccato, restiamo dell’idea che sarebbe bastato davvero poco, ma non siamo delusi.

Niente affatto.

Non abbiamo mai nascosto la nostra passione per quel Paese bellissimo nell’anima, e abbiamo più volte ribadito che l’edizione 2018, sostanzialmente di marca peruviana, è stata quella dell’autentico ritorno alle origini, una Dakar “dannatamente” perfetta. Grazie Marc Coma, grazie Tiziano Siviero e grazie a chi li ha lasciati lavorare. Chi ha finito quella Dakar ha compiuto l’opera, ha vinto la sfida. Proprio come l’avevano vinta gli eroi che hanno gettato le fondamenta della leggenda. Non ci sarebbe stata leggenda senza le Dakar in quel modo, crude, spietate, impossibili, e non ci sarebbe più nessuno a sognare la Dakar se non fosse stata così. Quindi benvenuto il 100% “Perù”, come cita l’annuncio ufficiale, se sarà 100% Dakar.

Le problematiche, il disamore dei Paesi che hanno rinunciato al ricatto economico e di quelli che hanno cercato di imporre il loro resta. Resta e può anche acuirsi al punto da rappresentare un ostacolo insuperabile. Non è materia di trattazione in queste righe. Lo è stato e lo sarà se in futuro non ci sarà quella “revisione” delle relazioni ASO-Sud America di cui abbiamo discusso. Adesso vediamo cos’ha da proporci questa Dakar 2019.

Suggestive immagini peruviane della scorsa edizione della Dakar
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Per ora ben poco, ma non si poteva aspettarsi di più. Tre giorni fa non c’era Dakar e oggi c’è la Dakar Perù 2019. È già molto e ci rassicura. L’annuncio, la sua importanza, è tutta lì. La tessitura della materia prima è ancora tutta da fare, il disegno immaginato da comporre, I parametri definitivi da fissare. Si sà, ovviamente che sarà un largo anello, presumibilmente con partenza e arrivo ubicati a Lima. Dicono che sarà la Dakar con maggiore concentrazione di sabbia e di dune della storia, ma tanto più largo sarà il giro in Perù e tanto più bella e anche tanto più varia potrebbe essere l’Avventura. Si dice che saranno dieci tappe, cinque prima e cinque dopo la giornata di riposo che qualcuno ha immaginato a Arequipa. Saranno probabilmente meno chilometri, ma non per questo necessariamente una Dakar “soft”. Vedremo. Vedremo con calma quello che sarà.

Si dice che saranno dieci tappe, cinque prima e cinque dopo la giornata di riposo che qualcuno ha immaginato a Arequipa. Saranno probabilmente meno chilometri, ma non per questo necessariamente una Dakar “soft”

Abbiamo anche ironizzato, scherzato. Mai davvero, mai troppo. Abbiamo “ipotizzato” la soluzione Incas Rally, così come i cileni hanno ironizzato sull’ipotesi Desafio Inca. Noi ci siamo riferiti a una Dakar che, se 100% peruviana, avrebbe certamente evocato, e così è, l’Incas Rally, il Rally leggendario inventato da Mr. Franco in Perù, un capitolo unico e a sé nella storia dei grandi Rally-Raid. Quel Rally oltre trent’anni fa ha fatto scoprire agli appassionati di quella speciale disciplina che unisce Corsa, Avventura, Sfida e Scoperta il Perù, un Paese straordinario di gente straordinaria, dove l’esperienza della vita è amplificata dall’apporto emotivo tipico dei luoghi magici.

Per tutti questi motivi, e per l’esperienza del Incas Rally, può essere una Dakar 2019 magica. Perché lo sia “basta” pensarla e realizzarla con onestà e amore, come aveva fatto Mr. Franco.

Va bene, disposti ad aspettare che la configurazione della 41ma edizione sia più chiara, ci viene in mente che la baraonda sul percorso ha distratto l’attenzione da un altro “problema” cruciale di ASO. Chi prenderà il posto di Marc Coma per diventare il capr… il Direttore Sportivo della Dakar?

Beh, nessun dubbio: se è Perù 100% bisognerebbe chiedere a Mr. Franco se fosse disponibile!

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