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San Salvador de Jujui, 6 Gennaio. Seguire l’evoluzione e le evoluzioni delle Peugeot alla Dakar 2016 è un po’ come… smettere di fumare. È una sequenza accelerata e fitta di ansie che, superato il momento, si trasformano in una cascata di emozionanti soddisfazioni. Il primo giorno, se non si apriva il cofano della 2008 DKR di Sainz, sarebbe stata la prima vittoria. A bruciapelo. Poi è arrivato il successo di Loeb. Il primo, del Pilota e della Macchina alla Dakar, accompagnato dal secondo posto di Peterhansel, ed è anche la prima doppietta. Passa un giorno, arriva la prima tappa di Jujui sotto la tormenta. È il primo Bis di Loeb, questa volta ai danni di Sainz. Nel duello con la stessa 2008 DKR il “Cannibale” si fa fuori il “Matador”, con l’aggiunta di un primato qualitativo: Loeb ha vinto anche partendo per primo e aprendo la pista. Ed ecco la quarta tappa, l’”anello” di JuJui, una Prova Speciale molto tecnica sulla corona di Moin, una corona di montagne che sovrastano vallate erose dalle inondazioni. E che deve succedere, che non si sia già visto in questo tre giorni di record? Sigaretta, please. No, stiamo smettendo e ormai abbiamo fiducia. Ecco la voce in diretta all’altro capo del telefono: «Ha appena tagliato il traguardo la prima Macchina, è una Peugeot. È quella di… di, ecco, vedo il numero. È la 2008 DKR di Stephane Peterhansel. Magnifico!». Lo dicevo, io, è una cascata di emozioni inedite. Ogni giorno una perla antologica di Dakar.
È la volta di Stephane Peterhansel. Ce lo aspettavamo. “Peter” sa fin dove può spingersi. E se si spinge fino alla vittoria vuol dire che la sua macchina può davvero vincere. “Monsieur Dakar”, undici Dakar nel palmares personale, una voglia matta e il progetto di arrotondare alla dozzina, c’è!
E insieme a Peterhansel e Cottret, ecco un’altra Peugeot, e un’altra ancora. Sainz e Cruz, e poi Loeb e Elena. È la “tripletta”, che arriva dopo sole quattro tappe, un altro primato… a tempo di record. Ma chi l’ha fatta questa 2008 DKR, chi ha messo insieme questo Team Peugeot Total? Bruno Famin o Guardiola?!
Facile distendersi e scherzare. Proprio in seno all’entourage del Team di Velizy si invita alla prudenza, a “stringere le chiappe” perché la Dakar è lunga, ancora mille volte differente e spietata.
Sì, ma allora come dobbiamo comportarci? Non si deve far festa per il resto della Dakar aspettando il sigillo definitivo e finale? Bene, aspettiamo. Intanto mettiamo in conto e in cascina, proprio come Fuoriclasse Sébastien Loeb che è primo nella classifica generale, dopo giorni ormai sempre più chiara, consolidata e reale.
Intanto è Tappa Marathon, con i Mezzi da corsa “sigillati” in Parco Chiuso, nessuna forma di assistenza meccanica possibile e autorizzata. Un’atra prova nella prova. E domani si cambia cielo e SIM: si passa ai 4.000 s.l.m. della Bolivia.