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Pisco, 7 Gennaio 2019. Pisco. Termine della prima tappa della Dakar numero 41. 247 chilometri, appena 84 di Prova Speciale. Le prime dune sulle sponde del “catino” del bivacco, per lo più a uso e consumo del delirio impaziente degli spettatori. Ancora vicinissimi a Lima, lo “stadio” si riempie come per il derby. Il risultato è secondario, si inchina allo spettacolo.
Al termine della prima frazione, delle dieci che compongono il mosaico della Dakar 2019 100% Perù, non c’è grande varietà di soluzioni di bilancio. Come sempre, o succede qualcosa di inatteso e, di solito, disdicevole, o non succede proprio nulla. Non c’è telegramma migliore, dunque, di un “Nulla da segnalare”.
Le differenze nell’ordine registrato dalle classifiche derivano soprattutto dalla storicità. Logico che vinca uno che è “nato” sulle dune, come Nasser Al Attiyah, e che altri, pur chiamandosi Sébastien Loeb, debbano accontentarsi di riuscire a limitare lo scarto. In mezzo, e alle spalle, la gamma completa delle possibilità.
Caldo, quell’adrenalina mischiata allo smog di Lima da sciogliere, molto fuori pista e una certa impazienza. La Peugeot 3008 DKR di Loeb e del navigatore Daniel Elena scivola liscia tra i canyon e sulle prime dune, anche “tagliate”, e nel finale evita anche i salti, sempre rischiosi. L’esito. 13ma posizione finale per Loeb, alle sue spalle Pierre Lachaume con la seconda 3008 DKR, e 9° assoluto Harry Hunt.
L’unico elemento d’indagine evidente di questo scorcio iniziale del Rally è che due dei favoriti, Al Attiyah e Carlos Sainz, lo spagnolo vincitore lo scorso anno con la Peugeot DKR “Original”, ovvero Maxi, hanno inaugurato subito il loro prevedibile duello.
Alle loro spalle quasi tutti hanno preferito cercare, in una buona giornata “sans soucis”, senza preoccupazioni, non tanto di rimandare la bagarre quanto di ritrovare o aggiornare il data base dei riferimenti, in vista di una più coerente linea di azione da adottare nei prossimi giorni.
È l’inizio che ci si poteva aspettare. Già la seconda Tappa tra Pisco e San Juan de Marcona, 550 chilometri di cui 345 di Prova Speciale, potrebbe rivelare degli elementi di giudizio più concreti, tali da consentire di “profilare” più precisamente l’andamento del Rally più difficile del Mondo.
Non troppo influenzati dall’enfasi della comunicazione ufficiale degli organizzatori, tuttavia, i più si aspettano che l’edizione “compact” della Dakar 100% Perù possa essere addirittura più dura di quel micidiale spaccato del deserto di Ica offerto lo scorso anno agli ignari, increduli Partecipanti.