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San Juan de Marcona, 8 Gennaio 2019. Nazca. La prima vittoria è arrivata quasi subito, al termine della seconda Tappa, tra Pisco e San Juan de Marcona, via Ica, Nazca, le linee ancora in parte misteriose come guida sicura per un successo che ha qualcosa di speciale e, paradossalmente, di clamoroso e… ovvio.
Siamo appena all’inizio, la Dakar 2019, o del meraviglioso 100% Perù, è annunciata difficile, faticosa, dura per Meccaniche e Uomini, e la Pisco-San Juan de Marcona si intona al programma come un biglietto da visita. Tappa veloce, a tratti anche troppo, con un relativo impegno di navigazione, temperature in rialzo, fesh-fesh, si chiama così la polvere che sembra borotalco, sabbia, cento chilometri sulla spiaggia del Pacifico, le famose dune di Ica. Un po’ di tutto, insomma, comprese quelle piste micidiali di “tole ondulé” che sembrano fatte apposta per verificare che tutti i bulloni delle Macchine siano stati stretti e frenati a dovere.
La strategia adottata da Sébastien Loeb e Daniel Elena è relativamente semplice e, in parte indotta dalla buona impostazione della tappa precedente. Tredicesimo al traguardo di Pisco, infatti, l’Equipaggio della Peugeot 3008 DKR powered by PH-Sport poteva contare su un buon numero di battistrada di sicuro riferimento davanti a sé e, con le partenze fissate alla frequenza di tre minuti, su un basso rischio di polvere sulla pista.
Di conseguenza, la scelta era limitata a due alternative: andare forte o spingere… fortissimo. È bastato tenere un ritmo elevato, ma al riparo dai rischi che stazionano attorno al limite, e adottare una condotta di gara che si potrebbe definire “appuntita”, con un termine “tecnico” coniato dagli spettatori, i fans del Fuoriclasse alsaziano e della leggendaria Peugeot DKR. Così è stata descritta l’aggressività controllata con cui Loeb ha vinto la sua prima Tappa già al secondo giorno, non più di un centinaio di chilometri di test da quando il Pilota aveva chiesto al Preparatore e Manager Bernard Piallat se poteva mettergli a disposizione una delle Peugeot gestite dal Team.
Per la verità c’è stata anche una variante tattica. Se, infatti, nella prima parte della Speciale, diciamo più di due terzi dei 342 chilometri contro il cronometro, Loeb ha spinto a fondo, negli ultimi cento il Pilota ha preferito scendere di un punto di pressione e controllare l’arrivo a Ica, termine della Speciale. In questo modo, e con grande precisione, Loeb ha consentito a Joan Roma di rientrare e di recuperare buona parte del minuto e mezzo di ritardo, ma non di raggiungere il nove vote iridato WRC che è andato, così, a cogliere l’undicesimo successo della sua pur corta carriera “dakariana”.
L’impressione più forte, al bivacco di San Juan de Marcona dove mercoledì 9 gennaio parte la terza Tappa della Dakar numero 41, un filo meno di 800 chilometri di cui 330 di Speciale alla volta di Arequipa è, tuttavia e per usare il glossario del WRC, che Sébastien Loeb e la Peugeot 3008 DKR “voie étroite” siano il “pacchetto” ideale per vincere questa Dakar.