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Parigi, 21 Dicembre 2024. Alla viglia del cinquantesimo compleanno il regalo che nessun altro può fargli è la vittoria alla Dakar. Logico che Sébastien Loeb desideri… non deludersi. Per fare questo ci sono solo tre elementi astrali a allineare: imporsi, “come al solito”, che Dacia vinca alla prima rompendo uno schema di storia e tradizione contraria, che la fortuna sia dalla sua parte. Niente altro! Bravura, dotazione tecnica (con un ramo di privilegio per l’affidabilità) e il caso, il destino, quel che di assolutamente imponderabile che può essere pro e contro, e con questo fare e disfare. Ce la può fare? La risposta è sì! È, Sebastien Loeb, uno dei favoriti? Sì, lo è. Possiamo dire che può essere il numero 1. Vediamo perché? Si!
Del “passato” del fuoriclasse dei fuoriclasse non parliamo, è cosa nota a tutti. Loeb è alla nona Dakar. Quattro le ha corse con le Peugeot 2008-3008 DKR (una da “privato”, quattro con l’Hunter di Prodrive. In otto campagne il fuoriclasse alsaziano ha collezionato 5 podi, di cui 3 secondi posti, e un solo ritiro. Questo dimostra che è un Pilota veloce e affidabile, ma possiamo dire non troppo fortunato alla Dakar. C’è andato vicino, sempre più vicino, ma soprattutto con le Prodrive si è imbattuto in una “serie” tecnica davvero raccapricciante (ricordate la questione delle gomme fulminate a ripetizione?).
Avversari. Ce ne sono, eccome. Vediamoli, i più “in vista”. Nasser Al Attiyah (medaglia d’argento nello Skeet a Londra 2012), 5 vittorie con Volkswagen, Mini, Toyota. Carlos Sainz Sr., 4 vittorie con Volkswagen, Mini, Peugeot e Audi (Campione in carica). Joan “Nani” Roma, 2 vittorie con KTM (Moto) e Mini. Per completare la lista dei vincenti in attività (manca infatti Stephane Peterhansel, ritirato dopo 7 vittorie, alle quali bisogna aggiungere le 6 in Moto), Giniel De Villiers, il primo vincitore con la Volkswagen “moderna”. Al Attiytah correrà con la stessa Dacia Sandrider di Loeb e ha vinto la prova del debutto della Macchina rumeno-francese (Loeb secondo). Sainz è passato alla nuova avventura Ford M-Sport, e così Roma, De Villiers è uno dei pilastri di Toyota. In quanto a caratteristiche di guida Loeb ha dimostrato di poter battere tutti questi e su qualsiasi tipo di terreno. Gli è mancata l’affidabilità, colpa in larga parte attribuibile alle Macchine, e vanta uno dei migliori rapporti partecipazioni-rendimento della Storia della Dakar. Fabien Lurquin, il Navigatore, è all’altezza dei migliori Edouard Boulanger, Al Attiya, Lucas Cruz, Sainz, o Alex Haro, Roma.
La Macchina. Dacia Sandrider è al debutto alla Dakar. Al debutto assoluto ha vinto in Marocco. È un progetto che non ammette negoziazione in quanto ad ambizioni. Nata per vincere, nessun altro risultato plausibile. Certo, arrivare e vincere alla Dakar non è cosa. Se prendiamo gli ultimi progetti di altrettante Case Madri, non ci è riuscito nessuno. In questo millennio Volkswagen, Peugeot, Audi, tutte ci hanno sbattuto il naso prima di risultare imbattibili. Dacia sembra poter mettere in campo il programma capace di rompere anche questo schema frustrante. La Macchina sembra la risultante di tutte le variabili possibili dell’ultimo Regolamento, è affilata nel design e nelle soluzioni, testimonianza della risultante dell’intera storia moderna di evoluzione dei prototipi born to win. Dacia ha alle spalle le esperienze precedenti delle altre Fabbriche, alle spalle delle spalle ci sono tecnici di prim’ordine e che hanno già “fatto la gavetta”, vedi Bruno Famin artefice dell’epopea Peugeot e ora Direttore delle manovre di Alpine, declinazione Formula di Renault.
Dunque? Sébastien Loeb, uomo timido e impacciato, diremmo schivo, Pilota senza uguali nella storia del Motorismo automobilistico, è depositario di una caratteristica non comune: è pervaso da una passione viscerale e costante per il mestiere che fa. Non è questione di ambizione o di gloria, gli piace proprio, tantissimo. Questa dote lo spinge sempre più avanti, sempre in crescendo. Avrà un avversario di riferimento in “casa”, Nasser Al Attiyah, ma se la fortuna assiste Dacia, e anche in parti equilibrate tutti i Sandriders, e se riuscirà per due settimane a dominare quel demone che porta all’errore (un errore può costare ben più caro di qualsiasi premio e che l’alsaziano conosce bene), Sébastien Loeb è il favorito numero 1!
In Bocca al lupo!
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