Dakar 2024. Mire espansionistiche Prodrive

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Ben 7 le Macchine schierate dalla Factory di Banbury. Niente male, per essere al 4° anno di attività alla Dakar. Al Attiyah e Loeb le stelle di prima grandezza, 5 clienti veloci. Per non parlare della proiezione futura Dacia
15 dicembre 2023

Banbury, UK, 15 Dicembre 2023. Prodrive, la Factory del Baronetto David Richards, ha un passato racing strabiliante, basta pensare al WRC, ma è un’entità relativamente nuova, giovanissima, alla Dakar. C’è arrivata nel 2021, direttamente in Arabia Saudita senza aver mai messo le ruote sulle sabbie desertiche dell’Africa e del Sud Amica. Ciononostante è, oggi, la Squadra da battere e la “Fabbrica” di riferimento con la bellezza di 7 vetture iscritte alla Dakar 2024. Se non sono, queste, evidenti mire “espansionistiche” del mago inglese del Motorsport, dite voi cosa può essere.

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Tutto è iniziato con l’arruolamento di Nani Roma per lo sviluppo della prima Prodrive da Rally-Raid, allora denominata più BRX che Hunter, dall’acronimo dello sponsor Bahrain Raid Xtreme, e portata al debutto alla Dakar del 2021, oltre che dal catalano anche da Sebastien Loeb, all’indomani della chiusura dello strabiliante progetto Peugeot. Roma è 5°, Loeb KO. Nel 2022, secondo anno di partecipazione, Loeb vince due tappe (una va a Terranova) e porta la Prodrive Hunter BRX al 2° posto assoluto (Terranova è 4°). Terza partecipazione, 2023, e Loeb è ancora secondo assoluto, con sette vittorie di Tappa, dietro ad Al Attiyah che ha vinto le ultime due edizioni. La Hunter di Prodrive, prototipo a 4 ruote motrici espressione inconfondibile della matita magica di Ian Callum, telaio tubolare, spinto da un V6 3.5 litri bi-turbo, era inizialmente penalizzata da alcuni difetti di gioventù e, soprattutto, per quanto riguarda la dimensione di ruote e pneumatici, dai regolamenti. Grazie all’evoluzione più “democratica” di questi ultimi ha potuto evolvere fino a diventare una Macchina dall’evidente potenziale di competitività. L’esperienza e l’abilità di David Richards, infine, hanno fatto il resto e messo il prototipo Hunter al centro di un progetto che oggi può essere considerato di riferimento.

Il risultato è che ben 7 Hunter saranno schierati al via della 46ma Dakar Arabia Saudita, ugualmente assistiti dall’unità da campo di Prodrive, che conta 10 mezzi di assistenza e 44 persone, e diversificati solo dal colore del Team di appartenenza e iscrizione. Va da sé che la lista inizia dalle due Star indiscusse del Team, Sébastien Loeb e il “nuovo arrivato” Nasser Al Attiyah, che porta a Prodrive anche il numero #200 del “Detentore”, o Campione in carica. Va ugualmente da sé che a fianco del Principe del Qatar siederà ancora una volta Mathieu Baumel, e ugualmente, visivamente evidente è che l’Hunter di Al Attiyah porta i colori del Team personale e del suo Paese. Con il numero #203 è invece schierato Nasser Loeb, navigatore Fabian Lurquin, sponsor e “tradizionale” colore rosso del team BRX, Bahrain Raid Xtreme. Poi vengono i “clienti”, 2 Equipaggi brasiliani e 3 cinesi. I Fratelli “rivelazione” Cristian and Marcos Baumgart, navigatori Alberto Andreotti e Klever Cincea, Team X Rally. Liu Feilong/Yicheng Wang, Sun Ping/Liao Min e Zi Rong/Pan Hong Yu corrono invece per i colori del Team YunXiang.

Per non parlare, infine, di quella proiezione affascinante che si deve associare all’arrivo ufficiale alla Dakar di un altro Costruttore. Sapete tutti di Dacia, e la prima notizia relativa al suo debutto ha fatto un gran baccano per l’”arruolamento” di Cristina Gutierrez e, soprattutto, di Sébastien Loeb. Di queste settimane è la news bomba (ma largamente prevista) del completamento della formazione con la firma di Nasser Al Attiyah. Non si parla delle Macchine, così ci è altrettanto largamente permesso che fanno parte della ulteriore mira espansionistica di Sir David Richards. Altro lavoro per i pittori del Team Prodrive.

© Immagini Prodrive

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