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Haradh, 10 Gennaio. Neanche 5-6 chilometri della 9° Speciale tra la giornata di riposo di Riyadh e Shyba, e Carlos Sainz incorre in un nuovo incidente. Salta una dunetta, tocca con la piastra di protezione dello chassis, che non scivola sulla sabbia umida, e la RS Q e-tron si ferma sul tetto. Altra sospensione rotta, qualche dolore più forte del solito, Sainz chiama l’elicottero e si fa portar via dai medici per accertamenti. Lascia tuttavia Lucas Cruz di guardia e ad aspettare il camion di assistenza Audi, tante volte si presenti l’opzione di poter ripartire. Francamente ne avrei abbastanza. Due errori così, più l’inutile azione da buon samaritano in soccorso di Ekstrom, sembrano un po’ troppo.
È quindi interessante solo capire come Nasser ha gestito l’elemosina lasciata ai compagni di partita. Loeb vince la Speciale, Al Attiyah è ottavo a otto minuti. Non particolarmente generoso, direi. Per contenere la sua generosità Al Attiyah continua ad aprire la pista fino al chilometro 200 circa, e solo in quel frangente Loeb inquadra la sagoma della sua Toyota, che supera al WP successivo. Navigando ormai a vista, Al Attiyah cala il ritmo e sotto lo striscione d’arrivo lascia a Loeb non più di 3 minuti di “luce”. Il calcolo delle posizioni fa si che quei 3 minuti diventino 8 nel conto della Tappa. Vince Loeb, è il terzo successo personale dall’inizio del Rally, Zala è secondo a meno di un minuto, Chicherit conquista la terza posizione. 3 Prodrive sul podio di Shyba. Se il contesto non fosse così povero qualcuno parlerebbe certamente di storia. Seguono Ekstrom, Dumas, Przygonski, De Villiers e, appunto, Al Attiyah.
Classifica generale vantaggiosa per Loeb, ma solo in termini di posizione. Il fuoriclasse dimostra di non volersi tirare indietro. Il brasiliano Moraes, strabiliante secondo assoluto al debutto, potrà stare più o meno tranquillo per un altro paio di giorni, forse uno soltanto, dopodiché inizierà inevitabilmente a sentire il freddo della lama di Loeb. Molto dipenderà dalla temperatura del sangue e dalla temperatura agonistica tre le dune torride dell’Empty Quarter. Certamente non deve rischiare della gran sudate Al Attiyah, primo con un’ora e venti di vantaggio, che invece sta per entrare nel parco giochi preferito del Principino del Qatar, insuperabile surfer delle dune. Gran 18mo posto di Laia Sanz e Maurizio Gerini al traguardo di Shyba, all’arrivo anche Pietro Cinotto e Camelia Liparoti. In attesa degli altri italiani.
La decima Tappa è strana, 500 chilometri di trasferimento e appena 100 di Speciale, KM più KM meno. Però dovrebbe essere Empty Quarter!
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