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Riyadh, 6 Gennaio. Il giorno del triplo colpo di scena. Sesta tappa rimaneggiata, e lo saranno anche le successive settima e ottava. Maltempo, lo sappiamo, e logistica difficilissima. Si profila una “semi-marathon” extra. Ma i guai non scendono giù solo sotto forma di acqua piovana a catinelle, anche sulla Gara delle auto è pioggia di “colpi di scena”, che chiamarli così, poi, è esagerato visto che sembra ormai routine. Per farla breve sesta Tappa vuol dire il ritiro di Stephane Peterhansel e la nuova sosta forzata di Carlos Sainz e Yazeed Al Rajhi. E vuol dire anche che Nasser Al Attiyah e Mathieu Baumel possono spegnere il turbo della Toyota Hilux ufficiale e accendere l’autoradio. Per i “detentori” la gara non è più entertainment così eccitante, anzi rischia di diventare solo stress da non-finisce-mai.
Nonostante i presupposti della prima parte della Dakar numero 45, la sesta Tappa non è neanche così difficile come si poteva immaginare. Risulta invece scorrevole e “passabile”, anche quando si parla di dune. Fa freddo al mattino, la sabbia “tiene”. Ma i guai non vengono solo da sotto le ruote, possono arrivare anche d sopra, da dentro il cofano. Talvolta possono arrivare da lontano, per esempio da quella micidiale seconda Tappa “Impestata” di sassi, e “maturare” solo giorni dopo.
Il colpo di scena del giorno, il più forte, arriva al chilometro 212 della Speciale. Un incidente, nota con strettoia verso sinistra, salti e violenta insaccata. La Audi #204 si ferma. Stephane Peterhansel scende, tutto OK, Edouard Boulanger, invece, accusa forti dolori dorsali. Niente da fare, nessuna opzione in questi casi, viene richiesta l’assistenza medica e, in men che non si dica, “Dud” è trasportato all’ospedale di Buraydah per i primi accertamenti. Solo qualche giorno fa Peterhansel lamentava che la macchina era troppo dura di assetto su certi passaggi, e che questo si convertiva in una guida molto faticosa e dolorosa. Peterhansel stava contendendo la vittoria a Al Attiyah, sul filo dei secondi e in un’alternanza di spettacolari prestazioni ed era l’unico a poter tener ancora “accesa” la Gara delle Auto.
Nello stesso luogo, a distanza di pochi metri, stesso incidente per Carlos Sainz e Lucas Cruz. Nessun danno per l’Equipaggio ma questa volta è la RS Q e-tron che accusa. Il guasto prenderà tempo, Sainz decide di aspettare l’arrivo del Camion di Assistenza. Non c’era più molto da perdere.
Pochi chilometri prima, invece, lo stop forzato era toccato a Yazeed Al Rajhi, un guasto di “lunga durata” (almeno per l’intervento necessario per la riparazione), alla Hilux del Pilota saudita. Niente da fare anche per Al Rajhi, sarà per un’altra volta. Fuori 1, fuori 2 e fuori 3, Al Attiyah vince la terza Tappa di questa Dakar. Alle sue spalle Loeb, BRX, Lategan, Toyota, e Chicherit, BRX.
Tutto è accaduto in un raggio cortissimo – incredibile – ed è come una bomba fatta cadere appena fuori dall’epicentro della classifica generale. Se guardiamo al risultato dopo al quinta Tappa, Peterhansel, Al Rajhi e Sainz erano secondo, terzo e quarto. Adesso sono spariti dalla classifica, e la voragine lasciata dallo scoppio della bomba di oggi è il vantaggio di Al Attiyah in testa, passato dai 20 minuti a oltre 1 ora! La Gara delle Auto si rimodella su interessi di secondo piano, pur importanti, e fa salire sul podio “provvisorio” il sudafricano Henk Lategan e il brasiliano Lucas Moraes. Con il quarto posto di Giniel de Villiers, in pratica sono 4 Toyota sai primi 4 posti.
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