Dakar 2023-D5. Inutile Agitarsi: è Doppio Al Attiyah (Toyota)

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Stoccata d’autorità del Campion e in carica, che rimette a distanza gli inseguitori. Peterhansel sale al secondo posto, Loeb nuova disavventura. Sanz. Gerini cappottone innocuo, ripartito il convoglio notturno Busi-Cinotto
5 gennaio 2023

Ha’Il, 5 Gennaio. È dura per tutti, per i piloti in Moto lo è di default, per gli Equipaggi in Auto le difficoltà e i disagi salgono con il freddo e la fatica. Penso soprattutto ai piccoli SSV, le “Macchinine” che vengono da tubi e motore e che in buona sostanza restano assai “primitive”. Se per il confort agonistico passi, per quello assoluto restano ancora molto indietro. Del resto anche sui grandi prototipi ci si è messo un bel po’ prima di capire che valeva la pena di sacrificare una briciola di potenza al dio della velocità per ripristinare climatizzazione e pressurizzazione. Penso ai Cinotto Michele, Carlo e Pietro, e a Rebecca Busi, che hanno finito la quarta tappa intrappolati nel gelido buio del Deserto. Chissà, mi son chiesto, se sulle “macchinine” resta un po’ di spazio per gli indumenti invernali di… emergenza.

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Poi, mentre le ultime macchinine arrivano, i primi prototipi sono già pronti a partire per l’anello Nord Est di Ha’Il per la quinta Tappa, quinta Speciale di 373 Chilometri, gran menù di sabbia e navigazione. Loeb, Peterhansel, Sainz secondo l’ordine d’arrivo, confermato, della quarta Tappa. Confronto ad alto livello annunciato, ma in sordina è arrivata, il giorno prima, la pippa FIA sull’”Equivalenza della Tecnologia”: 8 KW in più alle Audi, secondo l’analisi dei tre giorni precedenti evidentemente svantaggiate. Bah, facciamoli correre tutti con dei monotipi a pedali, così invece della FIA le regole le fa l’oratorio, sede di tradizionale, equilibrato e imparziale buonsenso! Alla FIA passano le notti a scrivere, elaborano fantasie inimmaginabili, fanno scorrere fiumi di inchiostro. Regolamenti e report, reclami e giudizi. Interventi. Incredibile. Una Un’osservazione: la Dakar (che infatti non ne voleva sapere, di FIA) è bella nell’evidenza. Così come la vedi.

Insomma, ci voleva una lezione di realtà, e se n’è incaricato un Principe auto-promosso al ruolo di professore: Nasser Al Attiyah, luminare dell’Istituto Superiore del Deserto. La tesi era semplice, se il vantaggio non può venire dalla tecnica, allora la si deve cercare, e trovare, nella bravura dell’umano. E il metodo espressivo e didattico del seminario è semplice: per metà della Speciale si ascoltano gli interventi senz’altro autorevoli di Lategan, Peterhansel, Loeb, a turno i più veloci, poi sale in cattedra, appunto, il Principe del Qatar e, a voler essere un po’ crudi, non c’è più Storia. Chissà se la FIA vorrà adesso far correre Al Attiyah con una mano dietro la schiena per un paio di giorni, per Balance of Technology!

A essere giusti e imparziali, affare sempre difficile, c’è da dire che quella di Loeb è una gran bella gara, generosa come sempre, forse l’alternativa possibile più interessante, non fosse che per il fuoriclasse di nove Mondiali WRC arriva il terzo guaio in tre giorni, questa volta un gran cappottone oltre una duna, che costringe lui e il navigatore Lurquin a un brutto quarto d’ora di lavoro extra e ingrato per poter almeno concludere la Speciale (al 9° posto). Al Attiyah e Mathieu Baumel vincono la loro seconda Tappa di questa Dakar numero 45, davanti a “Peter”-Boulanger e Sainz-Cruz, e per elegante giustezza dell’insegnamento mettono anche un’altra manciata di minuti nella cascina del vantaggio.

Nessuna scossa a una Generale quasi tradizionale, ultimamente. Al Attiyah, Toyota, è primo, 22 minuti sul secondo che ora è Peterhansel, Audi. Al Rajhi, Toyota, scende al terzo posto, +27 minuti, Sainz, Audi, resta quarto e “mantiene” la mezz’ora di gap dalla testa della Corsa. Un altro giorno di assai poco eccitante nulla di fatto, insomma. Nuovo cambio di vertice, invece, nella Gara dei Prototipi Leggeri. Seth Quinrero, Can-Am, vince la Tappa, Mitchell Guthrie è KO e Guillaume de Mevius, OT3, passa al comando di una corsa che non è mai scontata, difficilissima da… contare con le calcolatrici dell’ordinario. Se infatti De Mevius e Austin Jones son separati da 7 minuti in testa, Quintero, Gutierrez e Lopez seguono con un ritardo che va dall’ora alle due ore e mezza. Ma tutto, di solito, può succedere, con le “macchinine”.

Momento di apprensione per la “nostra” adottata Astara 01 Concept numero #222. Neanche 30 chilometri in Speciale, ed ecco che la macchina di Laia Sanz e Maurizio Gerini va in giravolta multipla e atterra semi distrutta. Questa volta, come informa rassicurando lo stesso Gerini, non è questione di un po’ di fil di ferro. L’equipaggio si mette al lavoro e prontamente (beh, un quattro ore) riparte con destinazione fine Speciale, questa volta in gran ritmo per non arrivare oltre il tempo massimo.

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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