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Ha’Il, 5 Gennaio. Questa è prima di tutto una comunicazione di servizio. Ha piovuto molto e anche il bivacco di Al Duwadimi, che prevedeva due giorni di vacanza assistenze, è impraticabile, tipo Ha’Il la pima sera. Gli organizzatori hanno dunque deciso di modificare le tappe dalla sesta all’ottava nel modo seguente. Sesto giorno, la Speciale prevista, ma accorciata di un centinaio di chilometri, quindi 300 chilometri di trasferimento per raggiungere il bivacco di… Riyadh, quello della giornata di riposo. Settimo giorno, si parte da Riyadh e si fa la Speciale prevista per l’ottavo giorno di Gara, Al Duwadimi-Riyadh, quindi se il meteo lo consente il Rally si ferma a Al Duwadimi. Ottavo giorno, tutto da vedere e rivalutare sulla base delle evoluzioni meteo. Ecco, il maltempo ha colpito la Dakar. Ecco, non è la prima volta e non sarà l’ultima. In Bolivia abbiamo visto tanta acqua da ubriacarsi e, senza andare tanto lontano, in Arabia Saudita i Concorrenti hanno trovato anche la neve. Quindi simili emergenze sono nel catalogo delle eventualità. Questo non toglie che per i concorrenti possano essere condizioni di grande disagio, o addirittura tali mandare a monte la campagna. Se si pensa a Francisco ”Chaleco” Lopez, che ha passato delle ore per attraversare un fiume improvvisamente in piena e i cui navigatore manca poco affoga…
E poi il freddo “gratis” non si addice all’immagine che si ha della Dakar. L’immaginario collettivo la vede tersa e torrida, non un filo di umidità. Attraversare le Ande alle 4 di notte era lancinante, ma previsto, e i Piloti si organizzavano (è stato il boom degli indumenti riscalda(n)ti), ma finire una Speciale con un SSV, tutt’altro che un sommergibile in quanto a tenuta stagna, e ritrovarsi sotto un temporale gelido è molto più che una brutta sorpresa.
Penso all’avventura vera e propria che ha visto protagonisti per due interi giorni gli Equipaggi delle ultime “macchinine” e che finalmente sono all’ultimo bivacco di Ha’Il. Hanno mangiato, si sono incollati a tutte le sorgenti di calore disponibili, dai webasto dei camper ai cannoni di caldo delle tensostrutture, e non è ancora mezzanotte. Lusso sfrenato, gioia. Tempo per dormire e ricaricarsi, finalmente, e sognare le Maldive o un inferno più pertinente tipo l’Empty Quarter della settimana prossima. A mezzanotte la famiglia Cinotto è finalmente riunita al caldo, Camelia Liparoti è già pronta per domani, Ferdinando Brachetti e Matteo Casuccio stanno arrivando scortati dall’infrangibile, fido Marco Piana. Rebecca Busi e Giulia Maroni hanno mandato un messaggio, tremando dal freddo “Siamo al chiuso, adesso ci scaldiamo!” e finalmente arrivano al bivacco anche Laia Sanz e Maurizio Gerini, al termine di una giornata pazzesca. Cappottati a meno di trenta chilometri dalla partenza hanno riparato e sono ripartiti ore dopo, per una corsa sul filo del fuori tempo massimo e per un terzo di speciale tra le dune al buio, con solo mezzo faro attivo.
Stasera, al bivacco di Ha’Il, è come la sera di Natale. La famiglia è finalmente riunita.
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