Dakar 2023-D4. Loeb, “Peter” e Sainz, Come nel Sogno!

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I tre fuoriclasse nell’ordine all’arrivo del primo anello di Ha’il. Peccato che il Triangolo delle Bermuda del Rally-Raid ha due vertici spuntati, e che Al Attiyah possa continuare a guardare dall’alto le vicende di questa Dakar
4 gennaio 2023

Ha’Il, 4 Gennaio. È utile ricapitolare. La terza tappa è stata interrotta al KM 377, un incredibile fortunale di pioggia, quando comunque aveva tagliato il traguardo una decina di Equipaggi, e la classifica è stata fissata sui tempi di passaggio al CP3. Tappa a Guerlain Chicherit, BRX, davanti a Henk Lategan, Toyota, e Orlando Terranova, BRX. Tutti i “big” alle prese con guai più o meno importanti, forature, guasti, riparazioni difficili, la classifica generale “salvava” in testa Nasser Al Attiyah, Toyota, Yazeed Al Rajhi, Toyota, e Stephane Peterhansel, Audi, secondo e terzo a 13 e 20 minuti. Degli italiani il primo è Maurizio Gerini, primo ufficiale sulla Astara comandata da Laia Sanz, 29mi, gara dura per Ferdinando Brachetti Peretti, Polaris e Rebecca Busi, HRT, tutti i Cinotto, Michele, Carlo e Pietro, in gara. giornataccia per Carlos Sainz e, di nuovo, per Sébastien Loeb, cui è andato il nostro Fotofinish serale.

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Ha smesso di piovere e il sole ha iniziato subito ad asciugare il Deserto. Qualche modifica di Road Book caricata e via sulla 4a Speciale, il primo anello di Ha’Il di 425 chilometri. A Chicherit l’”onore” di aprire la pista e di lasciare le tracce della sua BRX sulla sabbia vergine lavata dalla pioggia. Non proprio un onore. E, vedremo, non proprio una giornata fortunata. Ancora guai sparsi. Mathieu Serradori, Century, sesto nella Generale alla vigilia, si ferma per riparare dopo appena 9 chilometri, Orlando Terranova, terzo nella 3a Speciale, fa 20 chilometri e rientra al bivacco. Piove ancora (sul bagnato).

La gara si anima di quel che doveva essere il cuore della sfida, se la Dakar avesse tenuto tutti sul filo di una classifica compatta e reale. Peterhansel contro Loeb contro Sainz. E tutti contro Al Attiyah, il quale è l’unico che può mollare un po’ di frizione al mulinello della sua pesca. Il vantaggio che il Principe del Qatar ha sugli inseguitori ricorda molto da vicino quello dello scorso anno, e di fatto ne ripropone lo scenario. Allora, alla quarta Tappa, Al Attiyah aveva 38 minuti di vantaggio su Loeb, e la sua fu fino alla fine una gara di perfetto controllo, quasi una routine quotidiana. Oggi la differenza sul secondo, Al Rajhi, è meno “drammatica” ma altrettanto evidente, soprattutto se si mette nel conto l’aumentata esperienza vincente del Principe.

Il più veloce su tutto l’arco della Speciale è Stephane Peterhansel, che solo nell’evidente testa a testa finale si alterna sul filo dei secondi con Sébastien Loeb. Carlos Sainz si affida a un ritmo elevato, e anzi cala un pelo nel finale in vista di un podio che vuole sicuro. Le Audi ci sono, le BRX pure. “Disgraziatamente” per entrambi i Team, ci sono anche e eccome anche le Toyota! Se Audi riesce a piazzare 3 RS Q e-tron nei primi dieci, Toyota inserisce 3 Hilux nei primi 6 e ben 6 nei 10, tra ufficiali e private. La statistica qualcosa potrebbe voler dire.

Nella Ganerale Yazeed Al Rajhi e Stephane Peterhansel “rubano” un paio i minuti a Nasser Al Attiyah, o forse è quest’ultimo che non si è sentito di concedere oltre, Carlos Sainz resta staccato in una dimensione apparentemente non ricostruibile, Lategan, il brasiliani Moraes, De Villiers e Ekstrom ci sono, ormai, a far numero. L’unico che conosce bene carte che ha in mano e come giocarle è “Peter”, ma è facilmente deducibile che anche Al Attiyah sia perfettamente a conoscenza del meccanismo intricato che lo vede in gioco insieme all’avversario. Di Al Rajhi tocca iniziare a dire bene, perché il saudita, il cui storico generale non merita una grande fiducia, sta mostrando proprio alla Dakar che non è una “scartina”!

Per parte nostra ci consoliamo con la giornata finalmente “solare” di Laia Sanz e Maurizio Gerini, ventesimi. Nel “lotto” di questi particolari favori includiamo anche Carlos Checa, perché da noi è di casa, che con la stessa Astara 01 Concept è stato autore di un bellissimo 13° posto assoluto nella seconda Tappa, “L’impestata” per definizione, per intendersi. Una citazione va a Camelia Liparoti, e alla capacità di “resilienza” di Brachetti e dei Cinotto Michele, Carlo e Pietro. Nel bis di Mitchell Guthrie davanti a Guillaume De Mevius, Prototipi Leggeri, lamentiamo invece le deboli giornate di Lopez e della Gutierrez.

Si dice che la Dakar è lunga e non si archivia, mai, fino all’ultimo chilometro. Certo, la situazione generale della gara delle Auto non è delle più spettacolari, quindi accontentiamoci di vedere cosa ci offre il secondo “anello” di Ha’Il, quinta Tappa della Dakar Arabia Saudita 2023.

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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