Dakar 2022. T11. 12 Ore e Sapremo!

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Penultima Tappa. Giochi fatti? Si per le Auto, niente affatto per le Moto. Difficile che qualcuno possa eliminare Al Attiyah, ma tra Sunderland, Walkner e Quintanilla la partita è aperta. 12 ore per saperlo
13 gennaio 2022

Bisha, Saudi Arabia, 13 Gennaio. Ormai ci siamo, la Tappa più difficile del Rally è archiviata. 346 chilometri d’inferno sull’anello di Bisha. Di tutto e di più dal catalogo della Dakar. Dune, altissime, piste di sabbia ma anche di fesh-fesh, piste velocissime sul duro, un paio di pietraie per gradire. Per sottofondo polvere, soprattutto nella prima parte, e una piccola tempesta di sabbia. Però si inizia subito con la navigazione.

Ed è lì che inizia la scrematura. Il primo a pagare pedaggio è Adrien Van Bevere, Yamaha. Era in testa alla vigilia e partiva tra i primi. Si è trovato lì con Toby Price e Joan Barreda. Invece di aiutarsi si sono confusi a vicenda. Price e Barreda avevano poco o nulla da perdere, Van Beveren ha perso lì la sua bellissima Dakar.

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Moto

La chiave della Gara delle Moto. L’undicesima Tappa andava giocata il giorno prima, e così è stato. Capito che nelle complicazioni della tappa 11 si poteva fare la differenza, diventava vitale… non fare troppo bene nella 10. Non è una storia nuova, ma in questo caso era tutto un poco più difficile perché a scommettere c’erano tre Case. Con il senno di poi Van Beveren ha sbagliato tattica, perché se il quarto posto della decima lo rilanciava in testa alla corsa, lo costringeva a partire tra i primi nell’undicesima. Così, quando Van Beveren si è trovato in difficoltà a quel waypoint al quarto chilometro, la sua corsa è finita. Come un pugile al tappeto al primo round, Van Beveren ha visto crollare il magnifico castello della sua corsa.

Il resto della Tappa è stata una incredibile volata in mezzo al bombardamento degli elementi che ha premiato l’orgoglio di Kevin Benavides. Il Campione in carica, fermato alla viglia da un problema meccanico, è ripartito per aiutare i compagni di Marca, e ha impresso alla Speciale un ritmo diabolico. Su traguardo del secondo anello di Bisha Benavides, KTM, ha battuto di un soffio Sam Suderland, GasGas, e Joaquim Rodrigues, Hero. Più indietro, e nell’ordine, Walkner, KTM, Brabec e Quintanilla, Honda.

Come finirà? Non è possibile dirlo, se non per approssimazione di possibilità. Sunderland è al comando, con un vantaggio di circa 7 minuti su Quintanilla e Walkner. Van Beveren, quarto ma in ritardo di 15 minuti, è fuorigioco, in teoria, anche per il podio. Sempre in teoria Walkner, che parte due posizioni dietro a Sunderland, sei minuti, non può vincere, mentre Quintanilla, 4 posizioni indietro, sì. Sulla carta, dunque, Sunderland può controllare Walkner ma deve dare il meglio di sé, e qualcosa di più, per conservare un vantaggio sul cileno e vincere. Teoria e carta, si sa, alla Dakar possono valere poco o nulla.

Auto

Più facile pronosticare il finale della Gara delle Auto. L’undicesima tappa, vinta ancora da Sainz, AUDI, su Alvarez, Toyota Overdrive, e Ekstrom, AUDI, non modifica una situazione che è congelata praticamente dalla giornata di riposo.

Al Attyah è confortevolmente in testa ed è lo stesso Loeb, BRX, ad ammettere l’impossibilità di rovesciare il risultato che lo vede al secondo posto con un ritardo di 33 minuti. Senza speranza la corsa di Al Rajhi, terzo a un’ora e mezza ma, contrariamente a Loeb, il saudita può ritenersi pienamente soddisfatto del risultato.

Piccolo “paradosso” tra i Prototipi Leggeri. Seth Quintero, OT3, stabilisce il nuovo record di vittorie in una sola Dakar, 11, ma Francisco Lopez, Can-Am, è in testa con 40 minuti su Eriksson, Can-Am, e 4 ore sulla Gutierrez, OT3.

Che poi non vale tropo la pena di lambiccarsi il cervello. Il risuyltato finale arriva tra 12 ore!

 

© Immagini ASO Mediateque - KTM – GAS GAS Media – Husqvarna - Red Bull Content Pool – Audi Media – Honda – Hero – Toyota Gazoo – BRX – X-raid –

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