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Bisha, Saudi Arabia, 12 Gennaio. Terzultima Tappa. Ultimo bivacco della Dakar 2022, una tappa ad anello ancora e una per raggiungere Jeddah e il podio finale. Intanto il dossier della decima va lentamente in archivio. Il bibliotecario è perplesso, si gira la cartella tra le mani. Un mio amico mi dice: “Troppa tattica!”
Eco il punto. La gara delle Moto è al parossismo d’impegno degli strateghi. Mai come nella situazione che si è venuta a creare appare azzeccata l’opzione KTM “Group” di precettare Marc Coma e di metterlo al tavolo di carteggio della trireme austriaca. Sicuramente il rebus si è complicato con l’intrusione della carta Van Beveren nel mazzo che contemplava solo colori arancione, biancazzurro e double red. Non solo le mani KTM contro la mano Honda, quindi, bensì la canasta della Yamaha di Van Beveren. Che, per inciso, oggi va in testa nell’ennesimo rovesciamento di fronte della decima Speciale.
Wadi AD Dawasir-Bisha. 375 chilometri di Speciale e altrettanti di trasferimento. Caldo all’inizio, sempre più caldo e umido alla fine e nello scenario magnifico che si para davanti agli occhi dei Concorrenti. Bollente clima in torrida competizione. Nervi saldi per favore, è la scena clou.
Kevin Benavides piange accanto alla sua KTM inchiodata nel Deserto. 130 chilometri e sfuma la difesa del Titolo. Lo sfortunato Kevin non potrà nemmeno mettere la sua spada a disposizione della sua Squadra nell’attacco finale. Via Sanders, via Howes, ora via Kevin. Ancora in corsa Sunderland, GasGas, e Walkner, KTM. Farebbe comodo il miglior Petrucci, anche oggi top al servizio della Squadra. Che poi sarebbe una fantastica proiezione di scenario futuro con al centro un combattente italiano.
Strategie folli. Le posizioni nello scacchiere della Tappa sono falsate dagli obiettivi di Squadra. Se da una parte c’è un Toby Price che va via con il compito di creare posizione, l’esempio di oggi, i veri candidati alla vittoria finale vanno solo caccia di una pozione arretrata nel belvedere della classifica. Partendo dietro oggi potranno gestire meglio un attacco domani. E magari risolutore, se il terreno è favorevole. Ma non è detto che possa funzionare se, invece, chi preferisce stare in mezzo e puntare a un gioco più diretto trova la quadra. Van Beveren è quasi da solo (dovrebbe chiedere un exploit al compagno di Squadra Andy Short) e sulla carta non ha chance, è carne da macello da tritare in una doppietta “vendicativa” dei Kappa. Ma non è detto, non è detto… vedremo se la “cabina” di regia di KTM riuscirà ad avere ragione dell’amazzone Andrea Mayer-Peterhansel, quest’anno Generale Yamaha.
Dalla decima si esce, dunque, con un “falso” valore che vede in fila Toby Price, KTM, Luciano Banavides, Husqvarna, e Joan Barreda, Honda, per una Generale che proietta nuovamente in testa Adrien Van Baveren. Alle spalle di Van Beveren, dopo dieci Tappe, Sunderland a sei minuti, Quintanilla a 6 e 15, Walkner a 8 e 24. Barreda è a dieci minuti, condannato dalla classifica e dal “compito” che lo aspetta.
AUTO-Matiche. Peterhansel e Boulanger, AUDI, hanno vinto la Tappa delle Auto. Per Monsieur Dakar è il 49° successo, uno solo meno dei 50 che fissano l’attuale record di Ari Vatanen. Audi risponde con un’altra doppietta, Sainz e Cruz sono secondi, alla tripletta Toyota del giorno precedente, ma il risultato globale di AUDI deve tenere conto della gara attentissima a cui si è dedicato Ekstrom.
Sébastien Loeb, BRX, “ruba” un altro minuto e mezzo a Al Attitah, e a due giorni dalla fine l’impegno del fuoriclasse francese si va fissando in un tentativo disperato e inutile. Non si toglie nulla a Loeb, che non vada a riconoscimento della gara sin qui perfetta del Principe del Qatar. Fa un po’ buffo che quella mezz’ora che Loeb paga a Al Attiyah possa essere racchiusa in quelle due forature patite nell’anello di Al Qaisumah. Le forature furono la condanna della sua Dakar 2021, e la recidiva 2022 sembra essere l’illustrazione di un paradosso, ora che le Baharain Raid Xtreme sono diventate T1 Plus proprio per ovviare a quell’inconveniente congenito.
Penalità. Il paradosso che vivacizza, si fa per dire, la Gara delle Auto ha, invece, una matrice molto più raffinatamente burocratico-spettacolare. Sono l’opera buffa delle penalizzazioni. Per esempio oggi sia Barreda che Quintanilla sono stati penalizzati per un eccesso di velocità. Ogni giorno tali sanzioni piovono a decine, ogni tanto assurgono all’olimpo della notizia. Boh. Il verbale dei due motociclisti cita che la sanzione in minuti viene contestata in trasferimento, cosicché non incide sul risultato della Speciale. Così è danno e beffa. Perché entrambi sommano il ritardo nel conto totale ma non potranno partire più indietro. Buffa anche la storia di Loeb penalizzato per aver perso una ruota e non averla recuperata. Una volta si “perdevano” ruote usate o distrutte per non… perdere tempo a rimetterle a posto nel “bagagliaio”. Oggi la casistica diventa oggetto di attenzione FIA: ogni giorno saranno contate le ruote di scorta, e così all’arrivo di tappa per verificare che non ci siano differenze!
Delirante poi, il “caso” Al Attiyah, colto a guidare con le cinture allacciate non correttamente per un minuto e 45 secondi. Il processo e le due pagine di verdetto si concludono con la condanna a 5 minuti di penalità. Immagino la disperazione di Al Attiyah che vede il suo vantaggio ridotto da 35 a 30 minuti! Come contestare un autovelox a un miliardario.
L’inutile record di Seth Quintero. Senza togliere nulla, sia ben chiaro. Anzi aggiungendo valore al gesto sportivo. Seth Quintero, OT3, ha vinto oggi la sua decima Speciale in questa Dakar. Solo un altro “autista” era riuscito a fare altrettanto: Pierre Lartigue, il leggendario “camionista” prestato alle Auto, che fece altrettanto alla Dakar del 1994. È un po’ quello che succede tra i Camion, non fosse che i ben più democratici vertici Kamaz hanno deciso di distribuire più equilibratamente la gloria tra i loro “padroncini”. Per la cronaca, tripletta Kamaz anche oggi, per… poker Kamaz nella Generale, Sotnikov in testa con 10 minuti di vantaggio su Nikolaev. Bellina-Gotti-Minelli inossidabili e oggi quindicesimi
Penultima in arrivo, l’Anello di Bisha. 346 Chilometri in una Speciale che studiosi
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