Dakar 2022. Pronti a partire? Domani il via

Dakar 2022. Pronti a partire? Domani il via
Pubblicità
La “strettoia” della Dakar si allarga, è orizzonte di gara. Ancora un giorno di (in)certezze, poi via. È mancato Karel Loprais, una delle Leggende. Petrucci può partire. Sfumature di competitività, Loeb-Al Attiyah, Honda-KTM
31 dicembre 2021

Jeddah, 30 Dicembre. L’effetto Covid non rilascia la sua pressione sulla Dakar. Non è finita, le verifiche amministrative devono essere completate, e c’è tempo fino all’immediata vigilia di capodanno. La nebbia psicologica in sospensione non è ancora diradata e arriva una notizia triste e pesante: il virus si è portato via una delle leggende della Storia, Karel Loprais. Il ceco aveva dominato la scena degli anni ’90 della Gara dei Camion, portando il suo altrettanto mitico Tatra alle 6 vittorie degli anni 1988, 1994, 1995, 1998, 1999 e 2001. Un record che è secondo solo a quelli di Vladimir Chagin, stessa categoria, e Stephane Peterhansel “overall”. Buon sangue non mente, il nipote Ales è iscritto alla sua 15ma Dakar. Sono le figure come quelle di Loprais che hanno forgiato quella forza, soprattutto di carattere, che si ritrova soltanto negli specialissimi Campioni della Dakar, non a caso prova da sempre al di sopra del comune senso della Competizione e dell’Avventura.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Gara finita per Alexandre Pesci e Stephan Kuhni, come abbiamo visto, il deus ex machina del Team Rebellion e il suo navigatore, che hanno visto la loro DXX RD Limited andare letteralmente in fumo durante lo shakedown. Gli Organizzatori riferiscono di un incidente stradale, ma non fanno il nome del “driver”. Il numero dei “fermati” dal test PCR pre-gara sembra fermo alle paure del 29 Dicembre, ma la notizia buona è che Danilo Petrucci può partire. Test superato.

Al bivacco si torna a parlare di favoriti e sorprese possibili.

Non si vedono le Audi, che sono la grande incognita, la grande sorpresa e una indubbia certezza: della RS Q e-tron, l’auto rivoluzionaria non solo per la Dakar, si parlerà molto. Un’altra cosa è certa: sarà difficile, per i “debuttanti” Peterhansel e Sainz, puntare direttamente alla vittoria. Riuscissero a farlo sarebbe un inedito clamoroso, e questa sì che sarebbe una rivoluzione nella Storia della Dakar! Questo non toglie nulla all’interesse. Intanto dovremo abituarci a veder spuntare dal nulla, la “silenziosa”, dovremo stare zitti zitti in attesa del sibilo.

Non è solo una questione di “statistiche”. La nuova vettura tedesca ha tutti i numeri e il conforto dei suoi preziosi “tester”. Sembra essere sorprendentemente competitiva e “facile”. Però, dal punto di vista “globale” non si può fare a meno di guardare anche all’inevitabile, cresciuta competitività degli avversari. Toyota e, soprattutto, BRX hanno portato le rispettive Hilux e Hunter al di là dei limiti che erano imposti alle 4x4 dai regolamenti. Era ora. Il salto sarà importante, perché “libererà” una sorta di booster a disposizione di Al Attiyah e De Villiers, da una parte, e di Loeb e Roma, dall’altra. La contro-variabile che entra in gioco è la differenza di… chilometri. Le Toyota hanno immagazzinato un’intera stagione di test e di corse, mentre le BRX sono ferme al palo di un programma cortissimo. Al Attiyah, quindi, potrà sfruttare tutto il potenziale della macchina, Loeb dovrà prima di tutto verificare. Parlo di adattamento alla massima performance della vettura e di sintonia con il nuovo navigatore, Fabien Lurquin.

Alte sfumature di competitività. Honda vs KTM. O viceversa? Chi deve attaccare, in questo caso? Chi difendere? Al Bivacco Zero abbiamo visto un “ambiente” Honda forte e rilassato. La Squadra di Ruben Faria è indubbiamente maturata, i Piloti scherzano fra di loro, Quintanilla si è ambientato molto bene, istantaneamente, e le due vittorie consecutive hanno fatto fare il salto di qualità, in cascata, a Brabec, Cornejo e, soprattutto, Barreda, che non è più al centro della Squadra e può eliminare un po’ di quella pressione che si caricava addosso. La moto è definita “perfetta”, un termine che, in questo caso sottolinea il fatto che ha vinto due volte, è stata perfezionata nel dettaglio e… non è cambiata.

Dall’altra parte della barricata KTM ha avuto una vigilia senza dubbio più agitata. Il “caso” di Petrucci ha indubbiamente giocato sfavore, ma non darei troppo peso alla “sospettata” bassa competitività della nuova moto (che comunque ha già i suoi chilometri e i suoi test-verdetto sulle spalle). È evidente che l’obiettivo di sovvertire il trend degli ultimi anni ha mosso gli animi, e il momento clou dell’avvicinamento al duello scatena la serie completa di apprensioni del caso. In questo frangente c’è una novità che potrebbe essere un atout da aggiungere alla forza dei singoli, in particolare Price e Kevin Benavides. Per il “fine tuning” della squadra, KTM porta al centro la più recente delle leggende della Dakar, Marc Coma, e lo mette al fianco di Jordi Viladoms. Attenti a quei due! La coppia catalana ha scritto insieme una lunga storia di successi.

 

© Immagini ASO Mediateque - KTM – Red Bull Content Pool – Audi Media - Honda

Ultime da Dakar

Pubblicità