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Ha’Il, 2 Gennaio. La prima tappa vera. Dopo un anno finalmente è Dakar, e come spesso accade è già un “inferno”. Piccolo commento serale alla vera inaugurazione della 44ma edizione. La terza Dakar Arabia Saudita si presenta in tutto lo splendore della sua tradizione. Partito il Rally, partito il caos. In senso buono. Sportivo. E anche in senso generale. Concreto. Bisogna prendergli le misure, all’inferno, è chiaro.
Prima tappa, prima Speciale che possa dirsi tale. 333 chilometri. Ve la raccontano come un tour tra i contrafforti della corona di montagne attorno Ha’Il, naturalmente, invece, c’è tutto e di più. Tanta sabbia un paio di “trialere”, tanto per evocare i parossismi di pietre degli anni scorsi. Navigazione. Pensi ad un anello e ti dici che fai un giro e che alla peggio la direzione è evidente.
Non è così quando devi “prendere” un waypoint, e ancora meno quando è complicato da note di roadbook non elementari. Ci cascano in molti e fioccano minuti e ore di ritardi e penalità. Sainz, che era secondo, accusa oltre due ore, dicono per un errore di navigazione, appunto. Non mi fido, a me non la raccontano e farebbero meglio a non offendere il Matador. Due ore Sainz le perde a un party, non in una tappa della Dakar per sua “colpa”. Ritardi vistosi anche per i cavalieri Honda, Brabec, “Nacho”, invece Quintanilla passa indenne, è al momento giusto al posto giusto e va via sereno e velocissimo. Come Sanders.
“Peter” con un problema, retrotreno “arraché”, e Sainz in ritardo spaventoso, Ekstrom idem con patatine, l’uscita delle Audi è meno impressionante di quello che quasi ci si aspettava. Poco male, sono giorni difficili che piovono come condanne inappellabili per i debuttanti. È sempre stato così. Le Audi torneranno più forti i prossimi giorni. E poi, diciamola tutta. Ora che c’è la prima, sia pure indicativa scrematura, possiamo goderci in pieno un duello magnifico che rischia di rendere epica la corsa delle auto. Quello di Al Attiyah contro Loeb, due giganti monumentali iper dotati (sotto il profilo tecnico). Comunque la corsa delle macchine è già epica. La regina Laia Sanz, accompagnata da Principe Maurizio Gerini, è trentesima!
Dunque vincono Sanders, GasGas, e il solito Al Attiyah, Toyota Gazoo, ma alle spalle dei vincitori, oggi pochi riescono a mantenere un profilo dignitoso. Forse quelli sul podio, Loeb e Prokop da una parte, Quintanilla e Walkner dall’altra. È evidente, non è stata affatto una tappa facile, e per tutti è stata molto faticosa.
Moto e auto non sono più le regine incontrastate della Dakar. Ora ci sono gli SSV, prototipi e “normali”. Sono un centinaio ed erodono sistematicamente, e inesorabilmente, le liste partenti delle Auto. Sono, dicono tutti quelli che li guidano, divertentissimi, e ormai sono competitivi in assoluto. Tra i “Prototipi Leggeri" è già una bella battaglia tra l’americano Seth Quintero, OT-3, e il cileno Francisco “Chaleco Lopez”, Can-Am, una nostra vecchia e cara conoscenza. Peccato che Cristina Gutierrez abbia perso mezz’ora, altrimenti era lì, sul podio.
I Camion sono bellissimi. Prima erano più che altro i Kamaz, mostri mitologici imbattibili e inarrivabili, ma anche un po’ freddini. Adesso ci sono degli elefanti del deserto bellissimi davvero, eleganti, di tecnologia, materiali e costruzione. Ci sono degli IVECO costruiti in repubblica ceca che fanno veramente impressione. Uno lo guida il nostro Equipaggio di punta, Bellina-Gotti-Minelli, top 20. Comunque non ci facciamo illusioni. Nei primi cinque posti, dopo due giorni ci sono 4 Kamaz.
Annuncio della sera. Salta la Tappa Marathon, l’unica in programma. Motivo. Ha diluviato a Artawiyah e quindi il bivacco per pochi diventa il bivacco per troppi di Al Qaisumah. Per i “maratoneti” si allunga solo la lista dei trasferimenti, le Speciali dovrebbero restare le stesse. Il motivo, si diceva, ma al bivacco s’ha paura che non ce la contino giusta, o tutta. Si torna a parlare dell’attentato, ormai non più smentito, e ricostruendo l’incidente in cui è andato a fuoco il camion della Liparoti finalmente tante info della prima ora non tornano.
Vigilanza, e freddo anche stanotte ma - che volete? - “C’est le Dakar!”
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