Dakar 2022. Audi RS Q e-tron. Incognita Stupenda

Dakar 2022. Audi RS Q e-tron. Incognita Stupenda
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La sfida di Audi Sport. Emozione anno nuovo e progetto nuovo, prime speciali… e prime risposte. Il Rally Avventura per definizione scioglie le briglie del futuro, che AUDI ritiene urgente e interpreta con una certa grinta
2 gennaio 2021

Ha’Il, 1 Gennaio. AUDI mette in campo lo stato dell’arte della sua micidiale esperienza in una stupenda incognita agonistica. Che vuol dire? Vi dico. Quando senti partire la nuova AUDI RS Q e-tron rimani a fissare il diagramma di un sogno. Non ci credi o credi di essere ancora addormentato. Però è vera. Finalmente è realtà. Calata sul suo terreno di progetto. Rivoluzionario. Ambizioso. Faraonico. Nonostante la storia della Dakar sia costellata di progetti grandiosi, questo finisce per superarli tutti. La Macchina “elettrica” è in gara, ha finito il suo periodo di gestazione ed è una soluzione completa e concreta nelle mani di Peterhansel, Sainz, Ekstrom. Attira l’attenzione per il suo disegno, per l’aggressività dei dettagli, per il silenzio che… rompe il silenzio del Deserto. È un sibilo che cresce e che si fonde con l’accensione del motore termico. Ve la raccontiamo, una volta per tutte, perché è una faccenda che ci sta a cuore, capirla bene.

La macchina di AUDI è stata ingenuamente “spacciata” per elettrica. L’onda del momento, la sorpresa, gli obiettivi e la complessità del progetto esigevano un lancio, non era il momento e non c’è spazio per troppe spiegazioni. Da quel momento si è scatenata una fantasia meravigliosa a sostegno della missione. Il dream Team aiuta, Peterhansel, Sainz e Ekstrom, l’immagine della belva che spunta da una fame grafica di clamore e di gloria sportiva anche. Man mano che passa il tempo, tuttavia, si sente il bisogno di aggiungere dettagli, svelare particolari, vederla in azione. Tutto questo accade in sordina, mentre la RS Q e-tron accumula chilometri privatamente nel deserto tunisino.

Il progetto non è più fantasia ma realtà tangibile solo all’avvio della Gara, quando il semaforo esige una prima cosa basilare: che tu ci sia. La RS Q e-tron numero 200 di Stephane Peterhansel, Team AUDI Sport, è la prima a partire da Jeddah. Finalmente è tutto vero.

Cosa è tutto vero? Una sfida enorme, che ha ben pochi punti di contatto con le altre e precedenti. Questa volta entra in gioco l’elettrico, ovvero il più attuale… futuro della mobilità. Dunque è anche una responsabilità e un progetto guida.

Intanto cerchiamo di dare a Cesare quel che è di Cesare. Finché si è parlato di “elettrico” e basta si è rimasti un po’ fuori dalla pista principale della verità. E anche il concetto di “ibrida” sta stretto al valore intrinseco dello schema complessivo. Qui non si lavora “in coppia” o in collaborazione, ma ciascuna parte del complesso schema delle Audi RS Q e-tron ha una sua funzione e un range preciso di operatività. I confini sono chiari. Segnate con un dito: questa è la prima rivoluzione. Vediamo quali sono gli elementi della filiera. Partiamo dalle ruote.

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L’energia arriva alle grosse BF Goodrich 37x12,5 R17 attraverso due motori elettrici, due Motor Generator unit derivate strettamente dalle unità e-tron FE07 della Formula E. Una terza MGU di analoga tecnologia e derivazione provvede a parte della carica della grossa batteria, 370 Chilogrammi per circa 50 kWh, e al recupero di energia nelle fasi di rilascio e frenata. Andiamo su. Ad alimentare la batteria è un convertitore di energia MG05, che trasforma l’energia cinetica in energia elettrica. Finalmente, “on top” al sistema e integrato in quello che è definito l’Energy Converter, il motore TFSI 2 litri turbo che arriva, con poche modifiche, soprattutto di adattamento, dalle AUDI del successo DTM. Tutto questo è solidale al traliccio della RSC e-tron, acciaio temperato di utilizzo aerospaziale, che a sua volta beneficia delle esperienze AUDI di Le Mans, Rallycross e DTM, e celato alla vista dalla “pelle” in compositi che definisce il design della vettura. Si passa, poi agli schemi dell’elettronica di servizio, della sicurezza e del software necessario per gestire la complessa “rete” di massima efficienza, robustezza e affidabilità richiesta a una macchina il cui compito è quello di vincere la Dakar. Aggiungendo un altrettanto sistema di raffreddamento di entrambe le tipologie di motore e i 300 litri scarsi di combustibile, la Macchina arriva alle due tonnellate di peso ma garantisce la velocità massima consentita dal regolamento FIA per Dakar e Campionato del Mondo Cross-Country Rally, 170-180 KM/h, e un’accelerazione da 4.5 secondi per passare da 0 a 100 KM/h.

Dal mio punto di vista, gli aspetti principali e pregevoli della rivoluzione RS Q e-tron non sono quelli del lancio radicato nell’immaginario collettivo degli appassionati. Il messaggio dovrebbe essere un altro. Vediamo i punti dell’eccellenza. Primo, il motore sin qui “ammesso” a mezza bocca. Il rebus è stato affrontato nei termini di una problematica globale, ed è stata trovata l’unica soluzione adattabile alla Dakar, ovvero a una gara di lunga, “impossibile” percorrenza dal punto di vista dell’autonomia, che non fosse… un adattamento dei regolamenti. In questo modo quella di AUDI è partecipazione, alla pari, non una comparsata. Secondo, anche questo è stato detto con una certa “parsimonia”, il motore termico è un gioiello di efficienza e viene utilizzato in un range evidentemente ottimizzato, e quindi esemplare, di regimi e distribuzione della sua energia. Questa è una prima grande proposta-occasione di conversione l’attuale ibrido in un concetto che sia effettivamente più consono e coerente con lo sviluppo di un utilizzo dell’elettrico, se non ancora sostenibile almeno davvero responsabile. Terzo. Dal motore… ops, dal generatore in giù, fino alle ruote, la RS Q e-tron è un formidabile laboratorio di tecnologie e informatica applicata alla nuova mobilità a disposizione, esattamente come dicono loro, del futuro.

Quarto, signori Peterhansel e Boulanger, Sainz e Cruz, Ekstrom e Bergkbvist, forniteci le “prove” che questo futuro è realizzabile nell’arco di un tempo ragionevole e trasferibile in progetti di simile attitudine. Diciamo tre o quattro anni?

Intanto. Le prestazioni sembrano essere confermate, se ne stanno occupando Carlos Sainz , primo giorno, e Exstrom, secondo, allineando le performance della RS Q e-tron alla concorrenza più competitiva. Peterhansel sembra occuparsi, invece, dell’affidabilità che, lo sappiamo, ci porta inevitabilmente nelle mani del… tempo e di altre incognite incontornabili, anche “tradizionali”.

 

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