Dakar 2021. Ufficiale! Programma e percorso definitivi

Dakar 2021. Ufficiale! Programma e percorso definitivi
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“Rivelata” la Dakar 2021 Arabia Saudita, secondo paragrafo del terzo capitolo. Numeri inevitabilmente in calo, avanzato progetto sicurezza, un programma di difesa sanitaria imponente e rigido, logistica semplificata. Ah, anche qualche dettaglio del percorso…
25 novembre 2020

Parigivirtuale. 25 Novembre. Ore 11:00… poi 15:00. Nasce la Dakar 2021. Ovvero prende una forma pubblica la 43ma edizione, seconda in Arabia Saudita della Storia al terzo capitolo. Ricognizioni eseguite, programma di massima già da tempo noto, anello del tracciato di base pure. Da Jeddah a Jeddah, dal 3 al 15 Gennaio. Adesso tocca alla presentazione ufficiale, quella che si faceva in grande stile, quasi sempre in una piazza storica di Parigi, quasi sempre alla presenza di tutti e di più, sempre in PRESENZA! Ora non più, sono cambiati tempi e condizioni, e soprattutto queste ultime continuano a cambiare, al momento solo ottimisticamente in meglio. Perché non si può pensare di poter sostenere a lungo una situazione così critica, come è quella legata al CoViD-19, se non limando, esaurendo risorse e energie, sfinendo.

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Parla David Castera. Il Direttore, dall’anno scorso, dello storico Rally-Raid. Ci siamo. David saluta Yann Le Moenner, CEO di ASO, Amaury Sport Organisation, e i Principi di un Paese, l’Arabia Saudita, che è ormai ben più che un partner. Poi si entra nel vivo del percorso. 12 Tappe, una giornata di riposo, due giorni uniti in una Tappa Marathon, senza assistenza possibile. È un gran tour della Penisola, genericamente facile da immaginare ma sostanzialmente nuovo, inedito per quanto riguarda il dettaglio delle Prove Speciali. Spariscono le galoppate eccessivamente veloci e lunghe, monotone e pericolose e il tracciato diventa più tecnico e “navigato”. Sicurezza, come sempre una priorità logica, non sempre corrispondente a una formula azzeccata. È il difficile rebus delle corse, del resto.

A questo proposito Castera sottolinea due delle novità più recenti che egli stesso ha suggerito e sperimentato al Rally del Marocco. La prima è l’adozione generalizzata del road book “istantaneo”, ovvero consegnato al mattino prima della partenza della Tappa. Ergo, i “mapmen” sono automaticamente estinti. Ai concorrenti delle Moto il road book verrà consegnato nella tradizionale forma cartacea, auto e moto godranno della forma elettronica veicolata da un tablet. La soluzione sarà in futuro destinata all’integralità dei concorrenti. Per le Moto, inoltre, è stato reso obbligatorio l’uso dell’indumento Air-Bag. Una terza “guardia” della sicurezza è l’attivazione di un segnale sonoro in corrispondenza con i punti potenzialmente più pericolosi del road book, il fatto che i piloti sono obbligati a un corso di primo intervento e che i tratti più pericolosi portano in dote la velocità limitata obbligatoria. Passi avanti, che si inseriscono nel contesto di un percorso studiato per abbassare le velocità di punta e le medie di percorrenza, e che si affiancano all’imposizione di un numero massimo consentito di pneumatici e pistoni per i Motociclisti.

Ha’il ospiterà ancora una volta la giornata di riposo, il 9 Gennaio, e il controllo orario di arrivo rimarrà aperto sino a mezzogiorno del Lunedì per dar modo al maggior numero possibile di Concorrenti di rimanere in gara. Per quelli che non ce la faranno, coì come per quelli costretti a uno stop definitivo per problemi meccanici, è confermata la formula Dakar Experience, cioè la possibilità di rimanere in corsa con una classifica separata.

12 Tappe complessivamente, due ad “anello” con partenza e arrivo nello stesso luogo, una Tappa Marathon, senza assistenza. 7.646 chilometri in totale, di cui 4.767 di Prove Speciali. Bivacchi a Bisha, Wadi Al Dawasir, Riyadh, Buraydah, Ha’Il, Sakaka (Marathon), Neom, Al ‘Ula, Yanbu. Partenza del Rally a Jeddah, arrivo nella stessa Città Portuale sul Mar Rosso.

 

 

È il preambolo ai numeri della Dakar 2021, che inevitabilmente tendono al ribasso. Si parla di un piccolo incremento della partecipazione globale, ma il numero dei mezzi attualmente nelle liste evidenzia, anche contando la nuova categoria Dakar Classic, una flessione. Nel 2020 erano 340 veicoli, comunque un filo di più rispetto all’ultima Dakar sudamericana 100% Perù. Per il momento all’edizione 2021 hanno aderito circa 109 Moto e 21 Quad, 83 Auto, 46 SSV e altrettanti Camion. Quel che non si dice è che comunque sono tempi nei quali ogni evento di una certa importanza, soprattutto se di portata internazionale, è appeso a un filo. Fino all’ultimo minuto. Del resto bisogna stare in guardia e non stupirsi, neanche quando… la mattina della presentazione questa è rimandata al pomeriggio. Il calo, che colpisce soprattutto la partecipazione amatoriale, è attribuito alla crisi economica globale conseguente alla crisi innescata dal dilagare del coronavirus. Più concretamente io credo che la crisi CoViD-19 si sommi in molti casi a una crisi economica preesistente. Insomma, uno più uno fa… un disastro.

Africa Eco Race ha detto no. Ha cancellato l’edizione 2021 già un mese fa. Patron Jean-Louis Schlesser ha firmato di suo pugno la comunicazione ufficiale indirizzata a tutti i concorrenti. La Dakar va avanti. Avanti tutta, su una rotta solo apparentemente rettilinea. C’è un certo contrasto tra l’apparente sicurezza con cui si va avanti e la comunque ovvia certezza che si lavori su un fronte molto più vasto, e contorto, di problematiche. Gli iscritti, i concorrenti, i media, gli sponsor, tutti vengono rassicurati. La Dakar si fa. Si fa tenendo conto del problema di base che tocca l’umanità e pensando, studiando, provvedendo a fronteggiare il pericolo con lo sviluppo di un programma rafforzato di protocolli di contenimento del contagio. L’anno scorso la Dakar piombò nel coronavirus solo sfiorandolo inconsapevolmente, ricordiamo gli strani casi di cui hanno parlato Carlos Sainz e Jesus Calleja, quest’anno è chiaro che la lotta al virus si basa prima di tutto su una articolata strategia di prevenzione.

Si parla di bivacchi blindati, di quarantena preventiva, di test e controlli richiesti e obbligatori, e ovviamente di uno spiegamento di forze dedicate. La situazione lo impone, vedremo come si svilupperà il “caso”.

Non solo Sainz o Peterhansel. Non mancano comunque le belle novità di partecipazione. Alcune molto interessanti. Per tutto l’anno ha tenuto banco l’ingresso nella sfida del Team BRX, Bahrain Xtreme Raid. Prima la Macchina, una 4x4 estrema studiata e realizzata per la Dakar, poi il primo Pilota-sviluppatore, Joan “Nani” Roma, infine il colpo quasi a sorpresa dell’arrivo di Sébastien Loeb. Se non è il Team da battere, certamente sotto il profilo mediatico BRX ha fatto colpo. Un'altra star da un altro Mondo: Kris Meeke, fenomeno del WRC rimasto a piedi dopo una disastrosa esperienza Citroen. Il funambolico nord irlandese debutterà con un SSV di PH Sport. Quasi sensazionale, invece, la notizia che il vincitore dell’ultima Dakar dei Quad, Ignacio Casale, tornerà su un camion, insieme a Alvaro Leon, il navigatore della vittoria di Francisco “Chaleco” Lopez tra gli SSV. Cyril Despres ritorna con una Peugeot del team di Al Qassimi, e del debutto di David Knight abbiamo parlato, e in un certo senso sollecitando a dargli a una mano dopo aver perso lo sponsor.

La grande, prima novità della Dakar 2021, già da tempo annunciata, è la definizione di una corsa parallela dedicata alla Leggenda meccanica del Rally. È la Dakar Classic, oltre due dozzine di auto mitiche della Storia della Dakar. Magari non le più forti, quelle restano blindate in un museo o in un qualche garage esclusivo, ma tra queste la Nissan Patrol di Luciano Carcheri e Roberto Musi e la Peugeot di Roberto Camporese e Umberto Fiori. Sarà una gara di Regolarità, la specialità che sta facendo furore, su un percorso appropriato in parallelo a quello della gara contro il cronometro.

Si è parlato anche di energie alternative, di bivacchi “solari”, di idrogeno e di proiezione di affrancamento dal fossile. Futuri anni ’30, comunque, e un certo contrasto con la natura economica dei luoghi dove si corre. Oggi è solo propaganda facile. Infine Castera cita Thierry Sabine, l’inventore della Dakar, per concludere. Sarà ancora una sfida per quelli che partono, un sogno per quelli che restano. Per gli italiani, vittime di una congiuntura micidiale, più che altro un sogno: sono un quindicina. Carlos Sainz-Lucas Cruz – Mini, e Ricky Brabec – Honda. Sono gli uomini e le macchine da battere nell’edizione 2021 della Dakar Arabia Saudita.

 

© Immagini BRX – DPPI – Red Bull Content Pool – X-raid - ASO

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