Dakar 2021. Suggestione e Fascino Dakar Classic

Dakar 2021. Suggestione e Fascino Dakar Classic
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Il potenziale di interesse dell’introdotta categoria “Classic” è enorme. Marche, Team, Piloti. Auto e Camion. Ci sono “mezzi” che valgono la storia della passione per questo Rally. Che possa nascere la sfida delle Leggende?
17 giugno 2020

Dakar. È stata la Corsa delle star e degli eccentrici sin dalla prima Parigi-Dakar, 1979. Solo in un secondo tempo il Rally ha scoperto e costruito i suoi talenti specifici, i suoi super Campioni. Nel corso del tempo e passando attraverso trasformazioni ed evoluzioni importanti, il Rally-Avventura per definizione non ha mai rinunciato, anzi li ha costantemente cercati, sollecitati, coccolati, ai suoi personaggi trasversali, quelle star che ne espandessero l’eco mediatica anche al di fuori del recinto.

Principi e Principesse, astronauti, cantanti, ma anche sciatori, alpinisti, velisti, campioni di rugby, vela, judo, calcio, e senza contare i transfughi da altre discipline del Motorsport, Formula 1 e Rally, hanno riempito e sommato tonnellate di pagine dei rotocalchi e della storia della Dakar.

Tutto normale, quindi, se il Rally definisce prima una categoria di partecipazione delle Leggende (un numero considerevole di Dakar all’attivo) passata quasi inosservata, e introduce, ora, la Categoria Dakar Classic. È la categoria per Auto e Camion costruiti o preparati prima del 2000 per partecipare al Rally. E qui si apre lo sportello su un mondo incredibilmente affascinante con un potenziale incredibile. Un mondo, tuttavia, tutto da riscoprire e ricostruire. Da capire prima di tutto.

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Lasciamo da parte l’attualità di ricerca della star di turno. Non pensiamo alla potenziale partecipazione di Sebastien Loeb con la Toyota delle Star, quella Hilux che lo scorso anno aveva avuto a bordo Fernando Alonso e Marc Coma. La curiosità ha già fatto il giro del mondo prima ancora di essere una notizia. Non pensiamo neanche al mercato Piloti in costante e nascosta effervescenza. Adesso arriva anche la nuova BRX, la Bahrain Raid Extreme di matrice ProDrive dell’impegno anglo-medio orientale privato per una 4x4 spinta da un V6 biturbo benzina da 3.500cc, e avrà bisogno di Equipaggi allineati alle ambizioni. E scordiamoci per un attimo la curiosità suscitata dal ritorno di Scania con il DKR3 olandese progettato come un’auto da corsa e che sarà spinto da un 12 litri da 1.100 cavalli.

Cose “normali” per la Dakar del prurito.

Vediamo, invece, quale potrebbe essere il potenziale della Dakar Classic. Ricordiamo innanzitutto che si tratterà di una gara di Regolarità, media imposta, con partenza e arrivo negli stessi luoghi tappa della Dakar “racing” ma con percorso specifico e dedicato. Queste sono condizioni decisive e ideali per accendere gli appetiti dei potenziali partecipanti. Non è il caso, infatti, di portare al massacro meccanico dei mezzi che hanno fatto la storia, magari restaurati e conservati come le cose sante e oggetti di culto degli attuali proprietari e conservatori. A queste condizioni, invece, anche le Case potrebbero decidere di far uscire dai loro musei dei “pezzi” da novanta destinati ormai all'ammirazione dei nostalgici e al piumino catturapolvere. In fondo sarebbe una vetrina incredibilmente interessante e di grande impatto di comunicazione.

Tra il 1979, anno della prima Parigi-Dakar, e il 1999, anno della Total-Granada-Dakar, l’elenco dei miti meccanici della Dakar, a 4 o sei ruote, è impressionante.

Il primo anno la classifica era mista, senza categorie. Vinse Neveu con una Yamaha XT e la prima auto, la Range Rover di Genestier, fu quinta. Dall’anno successivo ognun per conto suo. E da allora hanno vinto Volkswagen, Range Rover, Renault, Mercedes, Porsche, Mitsubishi, Peugeot, Citroen e i buggy di Schlesser. Nessun altro, e nessun veicolo o equipaggi italiani. Tra i camion, invece, sono stati vincitori Sonacome, ALM/ACMAT, Mercedes, Daf, Tatra, Perlini, Kamaz, Hino. E qui la storia si fa molto, molto più interessante. Nel 1986 Giacomo Vismara e Giulio Minelli, 25i assoluti, portarono alla vittoria l’Unimog di assistenza del Team Honda Italia, e fu la prima volta di un Italiano alla Dakar. Dal 1990 al 1993, invece, è l’epopea dei Perlini. Il 105F Red Tiger, leggendaria macchina italiana spinta da un Detroit Diesel da 12 litri di cilindrata, fu 4 volte dominatore, e due di queste con il Pilota/costruttore Francesco Perlini.

Ora immaginate che Porsche decida di riportare in Arabia Saudita una delle dieci 953 e 959, o che decida di farlo l’unico privato tedesco che ne possiede una. Immaginate che a guidarla possa essere Jacky Ickx, o la figlia Vanina che ha già corso con il papà. E perché no René Metge, il quale vinse con la Porsche nel 1986 ma che potrebbe benissimo presentarsi con la Range Rover con le quale vinse nel 1981? Beh, René dovrebbe sganciarsi per un anno dall’Africa Eco Race che co-organizza, ma non si sa mai…

Andate avanti con l’immaginazione. È certamente più facile immaginare uno dei “mostri” di Perlini ancora in buona efficienza da qualche parte (lo si è visto a qualche manifestazione espositiva), e se per un prototipo di auto la mancanza assoluta di pezzi di ricambio potrebbe essere un deterrente, per un Camion della Dakar di 30 anni fa la rievocazione storica sotto forma di Regolarità sarebbe niente altro che una passeggiata.

Certamente, immaginare di vedere tornare in scena una Citroen ZX di Pierre Lartigue, tripletta dal ’94 al ’96, sarebbe un’emozione assicurata, ma ritrovare sulla scena del delitto una Peugeot 205 o 405 Grand Raid con le quali la Marca francese stracciò la concorrenza dal 1987 al 1990, tre volte Ari Vatanen e una Juha Kankkunen, sarebbe autentica, incontrollabile pelle d’oca. E qui ci starebbe l’operazione evocativa della Fabbrica, finire di spolverare una di queste fuoriclasse, tirarla fuori dal museo e affidarla a un mito della Dakar. Varrebbe quanto e forse più della trilogia di successi delle 2008/3008 DKR vincitrici con Peterhansel, due volte, e Sainz ai giorni nostri.

Detto tra noi, tuttavia, vorrei vedere in azione l’Unimog di Vismara e del “Topo”, definitivamente efficiente e saldato (ricordate che finì la Dakar legato con le cinghie?). Guidato dalla coppia vincitrice del 1986, questa sì che sarebbe una ragione monumentale della Dakar Classic prossima ventura. Più della Volkswagen Iltis di Kotulinski prima vincitrice della categoria, o del Mercedes guidato dai Capito padre e figlio, il cui figlio sono sicuro farebbe firme false. Poi ci sarebbero i mezzi dei privati. Storie a sé, affascinanti.

 

© Immagini DPPI – Gigi Soldano

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