Dakar 2021. 1a Tappa. Labirinto Bisha. Salgono Price, KTM, e Sainz, Mini

Dakar 2021. 1a Tappa. Labirinto Bisha. Salgono Price, KTM, e Sainz, Mini
Pubblicità
La malizia degli Organizzatori si vede quando una Tappa che sembra innocua ti inietta l’adrenalina dell’errore. Solo 270 KM di Speciale, ma… Tra tutti emergono Toby Price e Carlos Sainz
3 gennaio 2020

Bisha, Arabia Saudita, 3 Gennaio. Bisha, 277 chilometri di prova speciale incastonati in una tappa lunga e difficile, ben 630 chilometri. C’è già tutto, sveglia notturna, lunghi trasferimenti, navigazione e guida. Un mini-inferno per scaldarsi ad alta quota. L’avvertimento del briefing era stato blando - Occhio alle molte piste che si intersecano, ai sassi sulle piste più guidate, a qualche waypoint da non mancare - così si poteva pensare ancora ad una giornata di “ambientamento” alle insidie della Dakar.

Invece no, pronti via ed eccoci tuffati nella “materia”, nella dura realtà di questa vita da avventurieri da corsa, specialmente per quelli troppo sicuri di sé. Vale per tutti indistintamente, dal Pro pagato profumatamente per non sbagliare e stare davanti, al cadetto-rookie-filosofo. Sì, perché in cima alle classifiche un errore si paga caro in termini di competizione, mentre nelle retrovie è il tempo perso che complica le giornate, scorciandole e sommandole di fatica, ansia, mancanza di sonno.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Anche la tattica adottata nel Prologo ha avuto, all’indomani della prima Tappa “vera”, il suo significativo, tangibile effetto ritardato. Ai vincitori del Prologo andava il compito di aprire e trovare la pista giusta, e così per Brabec e Barreda, così come per il fenomeno di questi Deserti, Al Attiyah, i riflettori della prima ora sono stati un abbaglio e il calice amaro di un peso inutile da portare nei prossimi giorni di gara.

Un errore di navigazione, un semplice sbaglio, e si riparte con un gap. Che con le Dakar “tirate” di oggi non è mai uno scherzo. Bisogna stare attenti a questo tipo di “trappole” ed essere consapevoli che il Tracciatore della Dakar, oggi, è uno che ha sempre saputo il fatto suo come navigatore, e ora che le parti si sono rovesciate può anche divertirsi a rendere impossibile la vita ai suoi Concorrenti. Parliamo di storia, e di una persona precisa: David Castera, Ex Pilota, Ex braccio destro ai tempi del Generale Lavigne, ex navigatore sulle invincibili Peugeot e, finalmente Direttore della Dakar.

Veniamo a noi, a quei 277 chilometri. Dentro e fuori da valli e piste sabbiose, ma anche terreni duri e appena impolverati. Quel velo sui le ruote disegnano tracce giuste e anche sbagliate. Non è facile quando si tratta di scegliere tra molte piste battute dal tempo e dai locali. Brabec e Barreda, ma anche un altro dei favoriti, Pablo Quintanilla, sbagliano presto, è appena l’inizio della Speciale, e faticano a riprendere la rotta, cosicché offrono un’occasione d’oro agli avversari. Quasi 20 minuti di ritardo, ecco il prezzo della doppietta del Prologo.

Ne approfittano quelli che venivano dietro, in particolare Toby Price, Sunderland e Walkner, KTM, ma anche De Soultrait, Husqvarna, Kevin Benavides, Honda, e Lorenzo Santolino, Sherco. Anche Price, lanciato all’attacco, sbaglia, però sono peccati veniali che non incidono sul ritmo dell’australiano, che taglia infine il traguardo davanti Benavides e Walkner. Tutti in mezzo minuto.

Se si pensa che per le macchine la fatica della navigazione sia nulla, essendo già passati i motociclisti, si sbaglia. Questo vale, infatti, solo quando le tappe sono facili, e quindi il vantaggio è ridotto. Nel caso, tuttavia, di speciali difficili per la navigazione succede che le tracce davanti alle ruote partano in tutte le direzioni, e che solo una è quella giusta, tutte le altre sbagliate. Allora è necessario resettare la mente e far finta che il terreno sia vergine. Meglio, per un buon navigatore, fidarsi delle proprie capacità che di quelle altrui.

Ciò non toglie che anche un Navigatore esperto come Mathieu Baumel talvolta non sia in grado di aiutare al 100% il suo Pilota, Nasser Al Attiya. Partita per prima, infatti, la Toyota numero 301 è al lavoro con un compito che si rivela difficile, o per lo meno lento da portare a compimento. È decima, e anche in questo caso avete capito benissimo quale era la strategia delle Mini, imprevedibilmente lente durante il riscaldamento di Jeddah.

Ed ecco che la prima Tappa delle Auto è animata da un bel duello in famiglia. I due Buggy John Cooper Works di Peterhansel e Sainz sfrecciano nel deserto assorbendo tutti gli avversari e presentandosi in prossimità dell’arrivo appaiati. Peter taglia per primo, ma è Sainz che beneficia un poco di più dell’ordine di partenza e si impone nella prima Speciale del Rally davanti a Peterhansel, il ceko Prokop, Ford, e il francese Serradori con uno dei suoi prototipi buggy Century.

Analogamente a quanto è successo tra le Moto, anche a Ten Brinke, Terranova, Al Rajhi, e così Loeb e Roma con le BRX Hunter di nuovissima concezione, viene presentato un conto pesante già al primo “pranzo” della Dakar. Intendiamoci, non solo errori di navigazione. Anche le prime, numerose forature, un’altra delle “piaghe” del Deserto… quando non è tutto rose di sabbia e dune!

Sainz e Peterhansel minimizzano - non si aspettavano una tappa così complicata - ma non c’è da credere né al francese né allo spagnolo. Troppo esperti anche davanti ai microfoni! La verità è che la guerra della Dakar va combattuta con assoluta precisione tattica sin dalla prima schermaglia!

A Bisha è anche Sotnikov-Akhmadeev-Akhmetzianov con il primo dei Kamaz, Alexandre Giroud con il rimo quad, Barela-Justo con il primo SSV.

Prima di passare alla seconda Tappa, tra Bisha e Wadi Ad-Dawasir, 685 km, 457 di Speciale.

 

© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO Médiathèque - DPPI, KTM, Honda, Rally Zone, Francesca Gasperi

Argomenti

Pubblicità