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Yanbu, Arabia Saudita, 14 Gennaio. 11ma Tappa, una alla fine della Dakar numero 43. Che possa essere una tappa decisiva, quando la Dakar arriva al penultimo giorno, è sempre nel conto. È quel giorno in cui tutti stanno con le dita incrociate. Anche chi tiene il manubrio o il volante tra le mani. Gli Organizzatori non sono nuovi alla “chicca” del penultimo giorno. Sostanzialmente, comunque, è una delle frazioni e delle Speciali più lunghe, ben 511 chilometri, e questo deve bastare come avvertimento. Poi il piccolo ripensamento: 50 chilometri in meno, nella parte finale, una zona sotto la mannaia del maltempo. Dal punto di vista tattico, è la tappa ideale per i leader, che possono controllare gli inseguitori più vicini quasi a vista. Benavides parte dietro a Brabec e Peterhansel alle spalle di Al Attiyah. Nella gara delle Moto resta la possibilità di un colpo comunque incredibile da parte di Sunderland e Barreda, terzo e quarto, in quella delle Auto dietro… c’è il vuoto.
Piedi di piombo, perché è un’edizione che “rischia” di diventare una pietra miliare della Storia. Beh, per le moto lo è già. Se ci guardiamo indietro, l’incredibile corsa delle Moto ha espresso ben 6 leader in 10 tappe. Price due volte, Howes, De Soultrait, due volte Kevin Benavides e 3 Cornejo. Non sto a controllare, ma a memoria non trovo niente di similmente strepitoso!
Intanto c’è subito selezione naturale. Barreda non si ferma al rifornimento, poco oltre il chilometro 200, e ancora poco più avanti, km 267, resta a secco. Fine clamoroso del cinema. Niente da fare, quello che passa per la testa del pur velocissimo catalano resta uno dei misteri più fitti della fede!
L’asterisco della tappa va sulla corsa di Sam Sunderland. L’ultimo ufficiale KTM a disposizione per un ultimo rovesciamento di fronte. L’inglese, vincitore dell’Edizione 2017, chiama a raccolta tutti i compagni del… Gruppo e lancia la sua piccola sfida aiutato d Sanders, Howes, Quintanilla, Walkner. L’intera armata KTM-Husqvarna è all’assalto dell’ultima spiaggia.
Sunderland inizia a fare la differenza. Mentre Benavides e Brabec, Honda, se la vedono tra loro cercando di sistemarsi per la tappa finale, Sunderland prende il volo. Senza concedersi un attimo di respiro o a un solo errore, all’arrivo di Yanbu Sunderland vince per distacco, quasi 3 minuti a Quintanilla, più di 6 a Benavides, quasi 13 a Brabec.
Altro scossone alla classifica generale. Kevin Benavides è sempre primo, Sunderland è ora secondo a poco più di 4 minuti, Brabec scende a meno 7. A 225 chilometri di Speciale dalla fine della Dakar Benavides è più chiaramente in vantaggio. Ma restano ancora un paio di difficili possibilità tattiche, sia per Sunderland che per Brabec… finale thriller, come poche volte!
La Gara delle Auto, al contrario di quella delle Moto, scorre liscia sui quei binari che Stephane Peterhansel ha piantato solidamente nel Deserto saudita. Non c’è da meravigliarsi se è ancora una Tappa di assoluta transizione. Le schermaglie sono limitare ai comprimari, i cosiddetti “diseredati” di questa edizione particolarmente avvincente. Dato per scontato che Al Rajhi, partendo per primo, sia immediatamente in affanno, la tappa si divide in due schemi tattici. Peterhansel spinge sulle tracce di Al Attiyah, partito davanti a lui, e ne segue attentamente l’evoluzione di gara. Portandosi a ridosso dell’avversario sulla pista Peterhansel si fa, in un certo senso, “tirare” dal qatariota, e quindi riesce anche a trarre il massimo vantaggio in termini di classifica. A lato degli interessi per il primato, è ancora una volta Carlos Sainz, con l’altro Buggy Mini, che non si sottrae al confronto e lancia il proprio attacco alla Tappa. Sia Al Attiyah che Sainz, tuttavia, hanno una breve indecisione verso la metà della Speciale, e la Tappa si polarizza ancora una volta sulla supremazia di Peterhansel e Boulanger.
Finale appena insolito ma comunque solido nella prospettiva di un gran finale. Al Attiyah, Toyolta Gazoo Racing, riesce a superare Peterhansel, che la rilasciato, e vince per la sesta volta. Peterhansel, Mini X-raid, è secondo a un minuto, Sainz terzo con l’altra Mini. La classifica generale è immutata anche per quanto riguarda le differenze. Peterhansel, Al Attiyah, Sainz in fila verso l’ultima tappa e la conclusione del Rally.
La Tappa finale. Non va presa sotto gamba. È ancora una regola. La possibilità di un colpo di scena finale non è poi così remota. Gli uomini sono stanchi, i mezzi provati. Comunque a Jeddah, mèta finale, si arriva con una tappa di 452 chilometri e una Speciale di 225. Non è una passerella finale.
© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO Médiathèque - DPPI, DPPI-Soldano, KTM, Honda, Rally Zone