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Salou, Spagna, 24 Ottobre 2019. Titolo scontato, mi vien da ridere, ma questa notizia, in effetti, arriva come una bomba (a orologeria e annunciata) e ha tutta l’aria di una minaccia da terroristi al piatto della Dakar. Poker è, e di ispirazione e ambizione pigliatutto. Ah si? Dunque dite che Toyota-Alonso-Coma-Dakar 2020 è ufficiale? Che la notizia riferisce finalmente a un fatto concreto? E allora di cosa abbiamo parlato per tutti questi mesi? Di che ci siamo “preoccupati” se era solo un’idea in attesa di sviluppi e di conferma? Sentiamo direttamente il bersaglio dei flash della notizia, Fernando Alonso. “Beh, la decisione l’abbiamo presa un po’ prima, ma è stato stabilito che si doveva dire così e vi diciamo che abbiamo deciso di fare la Dakar subito dopo i test del Rally del Marocco!” Risate. Capito, era una manfrina per riscaldare l’ambiente, per “attizzare” la curiosità e la fame degli appassionati, per tenere banco. Ve bene, perdonati. Meglio saperlo due volte che rimanere con il dubbio. È pur sempre un modo per dare maggiore risalto, e di conseguenza maggiore peso mediatico, a un fatto che comunque è di grande importanza. Anche il luogo è strategico e completa la messinscena, la sala stampa del RallyRACC, prova spagnola del Mondiale WRC, denso di media e comunicatori in attesa di sganciare la bomba Tanak. Giornalisti un po’ nervosi, quindi dal grilletto facile.
Sale in cattedra la Dakar di Toyota. La formazione per la prossima Edizione, o della svolta Saudita. Squadra e Direttivo di Toyota Gazoo Racing, al completo, come si confà all’importanza dell’avvenimento che nasce per la difesa di un primato storico e conquistato con fatica. Al centro la signora Yumi Otsuka, vicepresidente esecutivo di Toyota Gazoo Racing. Al suo fianco Glyn Hall, genio e matrice dell’impegno Toyota South Africa alla Dakar. Ai lati Nasser Al Attiyah e Mathieu Baumel, il Principe del Qatar e il Navigatore che formano l’Equipaggio vincitore dell’ultima e di altre due Dakar, e Giniel De Villiers, il 48enne sudafricano che ha vinto l’edizione 2009 e che sarà “navigato” da Alex Haro. Lassù in alto Bernhard Ten Brinke e Tom Colsoul, privilegiato Team olandese-belga che faceva già parte della spedizione Toyota, e poi eccoli là, più vicini al sole di Catalunya e belli come il sole: Fernando Alonso e Marc Coma.
Accanto al pulpito la Toyota Hilux vincitrice della Dakar 2019, prima volta nella storia del Marchio giapponese sin dall’inizio conosciuto e riconosciuto per i migliori Fuoristrada del Mondo. In platea spessore da circostanza. Tommi Makinen, lontano 500 metri dal Quartier Generale del Rally forse più importante della Stagione, il vertice della Dakar, Yann Le Moenner, il Direttore Generale fuoriclasse di ASO, la Società “padrone” del Rally, Carlos Sainz, il connazionale più competente e titolato di Alonso e uno Stradivari “cross-Over” che non ha mai smesso di comporre la sua leggenda.
Giù le luci, documentario video trailer, quando parte la voce che inaugura la nuova Avventura di Toyota alla Corsa più dura del Mondo, anche se tutti sanno tutto è emozione. La Star Fernando Alonso è al centro dell’Evento, ma quando si parla di Dakar si è tutti piccoli piccoli, ridimensionati, “umanizzati”, cosicché anche la Stella di prima grandezza dello sport spagnolo scende e si fonde con la… polvere magica del Rally.
Fernando Alonso ha vinto due volte il Mondiale di Formula 1 (e tre volte è arrivato secondo con la Ferrari, mannaggia), due volte la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Daytona. È il Campione del Mondo World Endurance Championship 2018-19 insieme a Nakajima e Buemi con il missile terra-terra di Toyota, la TS050 Hybrid. Il 38enne asturiano di Oviedo è anche l’eclettico aspirante alla massima onorificenza non-ufficiale del motorismo, la Tripla Corona del Motorsport. Ha vinto il Gran Prix di Monte-Carlo e la 24 Ore di le Mans ma non ancora la 500 Miglia di Indianapolis, appena sfiorata. Così ecco il rilancio su un piano totalmente differente e temerario, la sfida gigantesca della Dakar.
Non meno fenomenale è la gestazione dell’altra notizia del Secolo Dakariano, relativa alla scelta del Navigatore di Alonso. Anche questa è una gestazione lunga, curiosa, stuzzicante. Infine il mistero è svelato, e oggi anche questa velina è ufficiale: sul sedile destro della Toyota Hilux Dakar siederà Marc Coma. Ecco altre cinque vittorie alla Dakar, queste ultime in Moto, nel Curriculum cumulativo del Team appena ufficializzato. Anche in questo caso la novità è assoluta, potente. Marc non ha mai fatto il Navigatore di una Dakar. Magari il Comandante, per tre anni è stato il Direttore della Maratona motoristica infernale, ma non si è mai occupato della difficile missione di decidere rotte, tattiche e astuzie. Due “novellini” a bordo della Toyota detentrice del titolo, insomma.
E questa è la vera notizia, che sta sopra alle circostanze e alle congetture. È la sfida di due talenti che si contrappongono alla prova più difficile che esista.
Nel Team Gazoo Racing c’è divisione dei compiti. Al Attiyah non ha dubbi sull’esito delle sue intenzioni. L’ha promesso a Akio Toyoda, il Presidente di Toyota Motor Corporation. Rally infernale permettendo, porterà al Presidente la quarta vittoria e la difesa del Titolo. I due obiettivi, ovviamente, coincidono. Fernando Alonso e Marc Coma non osano tanto. Alonso porta un esempio calzante: “Non c’è riuscito alla prima neanche Sébastien Loeb, che è un fuoriclasse e che ha un’esperienza più vicina al soggetto… io ho fatto solo asfalto, e ho una lunga lista di esperienze da spuntare.”
Fernando e Marc anno assaggiato l’esperienza nei test in Namibia e Qatar, hanno corso in Marocco. “Sulla carta non basta”, ma possono pensare di dire la loro in alcune circostanze, portare alla causa del Team e del Rally degli episodi risonanti. Al momento questo è quanto. Non si parla di proseguire, ma si fa notare che anche un episodio è un’esperienza importante quando si tratti di decidere se ripetere.