Dakar 2020. Tappa 1 Flash. Price, KTM, e Zala, Mini

Dakar 2020. Tappa 1 Flash. Price, KTM, e Zala, Mini
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Prima tappa a KTM, Price, e alla sorpresa Zala, un lituano in gara con una mini Clienti. Honda contro KTM. È la sfida all’Impero dei 18 Titoli consecutivi. Mini contro Toyota, X-raid contro Gazoo Racing. Peterhansel e Sainz contro il Principe del Qatar
5 gennaio 2020

Al Wajh, 5 Gennaio 2020. Prima Tappa. Destinazione Al Wajh, a Nord lungo la sponda Est del mar Rosso. Il lungo trasferimento da Jeddah all’inizio della Speciale inizia alle 4 di mattina. Freddo, ma il Mar Rosso mitiga la temperatura e gli animi, peraltro bollenti dopo i giorni agonisticamente inoperosi della vigilia. La 42ma Dakar è aperta.

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Oltre 400 chilometri in due trasferimenti prima e dopo la Speciale, oltre 300 chilometri, esattamente 319, contro il cronometro con una neutralizzazione intermedia per rifornimento e riposo.

Di tutto e di più in questo primo, lunghissimo “strappo” del Rally edizione 2020. Terreni in prevalenza sabbiosi, duri e disseminati di pietre. Molta navigazione, particolare. Il terreno è “battuto”, le piste sono di conseguenza molte, e non è facile indovinare la più breve o quella che è più scorrevole.

Non c’è il pericolo di perdersi, ancora, ma sussiste già la necessità di affinare la sensibilità al Deserto dell’Arabia Saudita. È una vecchia questione di… naso.

KTM vs Honda, Toyota vs Mini

È Honda contro KTM, la sfida all’impero dei 18 titoli consecutivi conquistati dalla Marca Austriaca, dal primo, e anche il secondo, del leggendario Fabrizio Meoni. Anni 2001 e 2002. A lato, e leggermente defilati dalla campana di pressione che aleggia sulla Dakar, il lavoro di Yamaha, Sherco, Gas Gas, Hero. Degli outsider, insomma. Mezzi economici e impegno nettamente inferiori, esperienza di pari passo, ambizioni più misurate.

Toby Price ha vinto la sua seconda Dakar, lo scorso anno, con un polso fratturato. Chissà cosa può fare, quest’anno, un australiano di questo tipo in forma olimpica. Gli coprono le spalle, in seno al Team Red Bull KTM Rally Factory Racing, due vincitori di un’edizione, Mathias Walkner, austriaco, e Sam Sunderland, inglese, e l’apprendista stregone Luciano Benavides, argentino.

Honda ha costruito l’ennesima Squadra attorno all’idolo e riferimento Joan Barreda, senz’altro uno dei Piloti più veloci ma anche tra i più “fragili”. Nuovi manager e nuova Moto, e il supporto incisivo dell’americano Brabec, Pilota potente alla Price, dell’argentino Kevin Benavides, fratello di Luciano, e del piccolo Ignacio Cornejo.

Toyota ha conquistato la sua prima Dakar lo scorso anno. L’Hilux Gazoo Racing di Nasser Al Attiyah e Mathieu Baumel ha condotto in testa, e con assolute sicurezza e autorità, dall’inizio alla fine della 41ma Dakar 100% Perù. È l’Equipaggio da battere anche quest’anno, senza ombra di dubbio.

La Squadra sudafricano-giapponese porta in gara anche le Hilux di Giniel De Villiers e di Bernard Ten Brinke, e soprattutto la Star assoluta del Rally, Fernando Alonso, al debutto con un “navigatore” famoso e di lusso, Marc Coma. Occhio all’Hilux di Yazeed Al Rajhi, ma solo perché è il Pilota di Casa più noto e aggressivo.

Le Mini, nella versione più accreditata John Cooper Works Buggy, giovincelle e imperfette lo scorso anno e quindi poco competitive, sono cresciute. Soprattutto per mano di Carlos Sainz, che è un genio dello sviluppo, e di Stephane Peterhansel. Lasciato a casa Cyril Despres, che è comunque tornato con uno dei piccoli, interessantissimi Red Bull OT3, il Team X-raid è in Arabia saudita per vincere e con i mezzi per farlo. Ecco dunque pre-confezionata la sfida eccellente della Dakar delle Auto 2020. Elementi indiziali decisamente avvincenti!

 

1a Tappa

Tecniche e strategie di gara assimilabili, Toby Price, KTM, e Nasser Al Attiyah, Toyota, partono all’attacco della Tappa inaugurale della Dakar Arabia Saudita. È la loro strategia abituale, conquistare subito un vantaggio da gestire susseguentemente. Pensandoci bene, è e non è la strategia giusta.

Al Attiyah è solito interpretarla alla lettera continuando a spingere incondizionatamente fino a quando il fieno trabocca dalla cascina. Price, invece, preferisce alternare giorni all’attacco ad altri in attesa fiutando l’aria. In questo caso, il primo della Dakar numero 42, la tattica è funzionale per Price, che vince, ma non altrettanto per il Qatariano ufficiale Toyota che, dopo aver dominato metà della Speciale, deve fermarsi per sostituire una ruota per ben tre volte e restituisce con gli interessi tutto il vantaggio accumulato.

Al traguardo di Speciale di Ra’s el Lakk, Price vince per distacco, marca il terreno e regola l’emergente Brabec, a lungo in testa alla Dakar 2019, poi Walkner. Kevin Benavides e Sunderland. Equilibrio quasi perfetto KTM/Honda con leggero vantaggio austriaco. Quinto è Pablo Quintanilla, il cileno vincitore mancato dell’edizione 2019, con la Husqvarna “cugina”.

Termina prematuramente l’avventura di Romain Dumas, il suo Buggy RD va letteralmente in fumo ed è il primo sfortunato disastro in Gara dopo il KO di Kolomy durante i test, e Al Attiyah deve lasciar passare le prime sorprese della Dakar 2020. Prima è lo scatenato Khalid Al Qassimi, in Gara con una delle leggendarie Peugeot 3008 DKR vincitrici per tre anni consecutivi dal 2016 al 2018. Poi, a vincere la prima tappa è il quasi sconosciuto Vaidota Zala, un lituano di 32 anni ai comandi di una Mini clienti. Stephane Peterhansel, ecco la strategia basata sull’attesa del momento buono, affermatasi ben 13 volte alla Dakar, è secondo davanti al compagno di squadra Carlos Sainz. Tre Mini sul primo podio della Dakar 2020.

L’inizio è sempre blando, le indicazioni che si ricavano valgono a titolo puramente di impressione. Per quanto attendibili, prenderanno corpo solo più avanti. È l’incertezza affascinante che regna sovrana nei Rally-Raid
 

© Immagini ASO/DPPI/Delfosse/Flamand/LeFloch – X-raid – RedBull Content Pool

Toby Price
Toby Price

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