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Africa Eco Race 2020 Paolo Lucci #151, 17 gennaio. Voglio essere il primo a fare i complimenti a Ricky Brabec che ha vinto la Dakar! E ora scusate se insisto… nel mio piccolo ho vinto anche la Tidjikja-Tidjikja, nona Tappa della Africa Race 2020. Partivo indietro, e per questo era avvantaggiato, ho ripreso Alessandro Botturi insieme abbiamo provato a “scappare”… ci siamo persi subito e ci abbiamo messo 250 chilometri a riprendere i fuggitivi. A quel punto ci abbiamo riprovato, e questa volta ha funzionato. Poskitt, con il quale sono in lotta per il terzo posto, ha tentato di non farmi passare, ma l’ho passato.
Botturi è caduto, una scivolata. Ho visto che non era niente e quindi ho continuato Così ho vinto la mia seconda Speciale in Terra d’Africa. E così sono tornato al terzo posto della Generale assoluta quando mancano tre Tappa alla fine di Africa Eco Race. Al lavoro!
Africa Eco Race 2020 Paolo Lucci #151, 14 gennaio. Oggi ho vinto la prima Speciale della mia carriera. Sono anche salito al terzo posto assoluto di Africa Eco Race. Posso dirvi una cosa sola. Che a Castiglion Fiorentino hanno festeggiato e bevuto fino a tardi. E siccome non sentono, vi dico un’altra cosa. Si è staccato il tubo della benzina e mi sono fermato a riparare. Poco tempo ma sono spariti tutti. Li ho ripresi e, dopo il rifornimento, era una tappa lunghissima ma bella, ho provato a andar via da solo. Solo anche a navigare, nessuno davanti. Ho vinto. Un’ultima cosa, anzi due. La prima, Botturi e Ullevalseter hanno sbagliato di grosso, altrimenti non davo loro dieci minuti. La seconda, suppongo che vorranno restituirmi il favore con gli interessi domani. Vediamo come va a finire. Sono felice. Grazie a tutti.
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 14 gennaio. Buongiorno dalla cabina del nostro Unimog. Ieri tutto bene, bei paesaggi e bei passaggi, montagne, laghi, vallate (sogno?), a parte che mi segue e perseguita un continuo senso nausea, più forte verso sera., non so, il freddo, la stanchezza, lo stress. Non mi era mai capitato. Si vede che non ho più il fisico (Giulio Verzeletti, nda). Calabria & Co. hanno piegato l’albero di trasmissione, poi avevano qualche problema anche al motore. Bellina, invece, va come un treno. Ci dà delle ore al giorno. Aveva un problema a un sensore della pressione delle gomme. Ecco perché le distruggeva! Oggi tappa lunga. Ah, dimenticavo, da noi fanno tutto Antonio e Carlo, io ormai sono ridotto a un 6% scarso di efficienza.
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 14 gennaio. Va’ che vi racconto un’altra giornata un po’ del cavolo. All’inizio Speciale molto bella, guidata, tipo Marocco. Poi scesi a valle, dopo il refuelling è cambiato tutto. “Velocione”, tutto dritto, una nota ogni 20 chilometri per dirti di andare ancora dritto. Full gas, ma ogni tanto sassi. Non mi è piaciuta per niente. Speriamo che domani sia un po’ tosta, un po’ guidata, un po’ navigata. Se è come oggi è solo un terno al lotto, non ha molto senso. Comunque è andata, meno tre giorni!
Dak20 Maurizio Gerini #42, 14 gennaio. Rieccomi. Diciamo che gli ultimi giorni non sono stati una bellezza. L’altro giorno ho avuto problemi di mousse, e quindi di pneumatico. Dopo la gomma viene il cerchio, e già non era un gran bel finale, così è partito anche il cerchio. In pratica ho trascinato la moto fino al traguardo. Così, alla ripresa delle ostilità, sono partito indietro. Che vuol dire un muro di polvere e dover sorpassare. Ora, finché sono i più lenti passi, ma quando il livello sale anche il sorpasso diventa una bestia nera. Tipo quando sulle highway americane sorpassi a 90 all’ora uno che va a 89! Vita difficile, ma ho recuperato, e domani parto più avanti nella doppia Marathon. Ed eccoci a un’altra perla, mangiare e dormire chissà dove e chissà quando. Di buono c’è che cominciamo a vedere la fine del tunnel…
Dak20 Benjamin Melot KTM #39, Original Motul, 12 gennaio. Ciao a tutti, grazie per ascoltarmi. Ci siamo sentiti durante l’EICMA, con Piero. Eccomi qui. Faccio la Dakar da solo, Original Motul, che sarebbe la vecchia Malle Moto. Vuol dire no assistenza, tutto da soli. Una bella sfida. Difficile. Sono caduto il secondo giorno, ho sbattuto la testa e perso molto tempo. Non credo di poter competere per la categoria, sono secondo, non so nella generale assoluta, non mi interessa. Adesso attacchiamo la seconda parte, dovrebbe essermi più favorevole. Certo non è un bel momento. La scomparsa di Paulo ci ha lasciati molto male. Hanno fatto bene a annullare la Tappa delle moto. Il bivacco è in lutto, nel dolore. C’è silenzio. Tutti si abbracciano. È dura…
Dak20 Fabio Fasola #119, 12 gennaio. Dall’altare alla polvere. Dalla felicità di correre bene alle lacrime. La moto si è rotta vicino al rifornimento. Perno del forcellone, sedi. Impossibile riparare sulla pista. Mezz’ora al massimo di lavoro a casa. Una beffa. Moto sul camion scopa, io sul pullman-scopa umani. Dakar Experience? Non credo. Non mi pare nello spirito della Dakar. Se hai perso hai perso, inutile girarci intorno e continuare da turisti. Dalla pista mi sono messo in contatto con un amico in Italia. Mi ha detto di Paulo. Stavo male. Sono stato peggio. Mi sono vergognato di essermi lamentato della mia sfortuna!
Dak20 Roma-Oliveras Borgward #301, 12 gennaio. Un giorno tristissimo. Per tutti noi. La morte di Paulo Gonçalves ha toccato tutti. Paulo era un uomo giovane che aveva fatto della moto la sua passione, che correva per il Deserto al massimo che sapeva e poteva, e un incidente fatale se l’è portato via. Tutto passa in secondo piano. Continuiamo a correre, sappiamo i rischi che corriamo, ma per la famiglia di Paulo, per i suoi amici, è un momento insopportabile.
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 13 gennaio. Scusate tanto. Ho latitato, ma è un momento difficile. Sabato son stato male (Giulio Verzeletti, nda), domenica è stato peggio. Abbiamo messo due dei nostri camion su un fianco. Rimetterli sulle ruote non è sempre banale, senza contare il tempo e la… vergogna. Questo è niente, naturalmente. Sulla pista abbiamo visto le tre Hero ferme, la scena agghiacciante che purtroppo conosciamo. Sono stato motociclista. È stato un colpo tremendo. Gli avevamo portato noi il motore, nella terza tappa, perché potesse proseguire. Dentro la cabina è stato silenzio per tutto il giorno. Solo le note necessarie per la navigazione…
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 8 gennaio. Tutto a posto, dai. Prima settimana tutto bene. Fisicamente non è una Dakar estrema. Non c’è il caldo che c’era giù là in Sud America e le Speciali sono un poco più scorrevoli. Il problema è comunque che il road book ti tiene sempre sotto pressione di testa e le tappe sono veloci, per cui sei sempre un po’ teso, attaccato al manubrio. È una Gara ben difficile per i nervi, direi, mi pare che mentalmente siam già tutto belli cotti. Settimana prossima mi sa che sarà ancor più dura. No problem, non molliamo!
Dak20 Marrini-Garcia SSV #446, 9 gennaio. Ciao. Motore rotto. Stava andando tutto bene, poi all’improvviso il motore si è inchiodato. Si direbbe la rottura della pompa dell’olio kaput, di conseguenza il motore ha grippato. Dakaar maledetta” non ci riesco proprio a spuntarla…
Dak20 Maurizio Gerini #42, 7 gennaio. Alla Dakar ognuno dovrebbe avere un Tutor che gli dia una mano… beh, oggi se c’era un Tutor eravamo tutti in… multa per eccesso di velocità! roba pazzesca, velocità fotonica. Tutta a fuoco tranne qualche erg, media di cento all’ora. Pazzesco davvero. Bella comunque, sabbia compatta, buona tenuta. Adrenalina pura, tutta la Speciale a fuoco, in carena per recuperare quei due o tre chilometri di velocità. ma mia migliore tappa di sempre! Non ho fatto errori, sono stato lì. Tappa strana, veloce, memorabile!
Dak20 Fabio Fasola #119, 9 gennaio. Lunga, partita con il freddo, l’incubo di non sapere quando potevo arrivare. Come svegliarsi male. Invece poi l’ho raddrizzata. Anzi la tappa si è raddrizzata da sola. Si è rivelata veloce e divertente. Tanta sabbia, molte dune, l’ideale per prendere un bel ritmo e no pensarci più. Come per incanto ti ritrovi alla fine, in una metropoli che non ti aspetti, Riyadh, alla fine della tua prima settimana. Non ti senti nemmeno tanto stanco. Fantastica Dakar, continua così!
Africa Eco Race 2020 Paolo Lucci #151, 10 gennaio. Buongiorno. Tutto bene. Una bella Tappa. Ho ottenuto anche un buon risultato, tra i miei migliori. Credetemi, sono andato piano. Beh… sono stato attento, soprattutto nella polvere. Come? Non ci credete? Ma no, non date retta a Ullevalseter, lo so che è lui che dice che vado troppo forte. Va bene, ho capito, starò ancora più attento. Comunque una giornata molto bella. Qui all’Africa Eco Race sembrano tutte belle. C’è atmosfera, e Rally, e finalmente fa un po’ più caldo e non si deve sbattere i denti la mattina. Avanti, d’accordo, con circospezione. Promesso!
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 10 gennaio. Sintesi della Tappa. Belle dune, sabbia dura, salitoni e lunghe discese, cento metri, neanche. Belle. Solo che le ultime dune… le abbiam fatte di notte, e qualcuna l’abbiamo presa in laterale con qualche ovvio rischio per la “stabilità”. Camion a posto, mai veloce, per carità, ma solido. Quello di Calabria, stringe i denti, anzi le cinghie, ma confidiamo di arrivare a Riyhad e, durante la giornata di “riposo”, raddrizzare, saldare, rinforzare, rimettere insomma in dima. Nota dolente, gli arrivi di notte, e nota dolente nel dolore, fa un freddo cane! Stiamo usando i sacchi a pelo di scorta per… raddoppiare. Chi ce l’ha. Il paesaggio si va appiattendo. Un abbraccio a tutti. Ah, ultima cosa, Carlo figlio di Antonio, Cabini, grande navigatore, buon sangue non mente!
Dak20 Roma-Oliveras Borgward #301, 10 gennaio. Spartiamo per la sesta Speciale. Di nuovo tutto è a posto. Ieri Speciale davvero… speciale. La prima parte con molte ietre e terreni sabbiosi, ma disseminati di pietre interrate. Poi flash, dejà-vu. 250 chilometri di sabbia e herbe à chameaux. Mi sembrava di essere in Mauritania. Abbiamo cambiato qualcosa alle sospensioni, la Borgward risponde bene, a parte la paura di rimanere senza benzina, abbiamo rallentato nel finale, buone sensazioni. Soprattutto dopo il “palo” di ieri!
Africa Eco Race 2020 Paolo Lucci #151, 9 gennaio. Sta andando meglio. Sempre meglio. Non voglio dire che prendo confidenza, ma mi sento più a mio agio. Conosco appena il Marocco, e mi ricordo che il suolo, qui… è duro! Oggi tante pietre. Un disastro di pietre. Non ne ho mai viste così tante in vita mia. Non vedo l’ora di essere in Mauritania, o che gli Organizzatori abbiano pietà di noi. L’ambiente è straordinario, commovente. I bivacchi sono esagerati. Peccato che, con tutte le cose che abbiamo da fare, ce li godiamo poco. C’è un momento magico. Al mattino presto, ancora di notte quando ci prepariamo a partire. Ancora in fase di carburazione vado attorno al grande fuoco al centro del bivacco, con una tazza di tè e un pezzo di pane. Guardo fisso il fuoco, mi scaldo e mentalmente mi preparo alla Tappa che viene. Tutto attorno, tutti amici. Tutti in silenzio come me. È n silenzio quasi religioso.
Africa Eco Race 2020 Paolo Lucci #151, 8 gennaio. Buongiorno a tutti dall’Africa. Ci siamo da due giorni, abbiamo già fatto oltre mille chilometri. bello., siamo stato accolti da re. Il primo giorno ero molto emozionato, in venti chilometri di Speciale avrò fatto 20 errori. Il secondo meglio. Speciale più lunga, anche veloce. Problema con la visibilità all’inizio, quando c’è la polvere e il sole contro. L’ho risolto andando pianissimo, tipo 50 all’ora. Ho “levato” anche dove mi sembrava più sicuro e veloce. Non si sa mai. Mi dicono tutti che non devo rischiare. Ascolto e cerco di dar retta. Comunque quinto nella Prova e nella Generale. Sarei già contento. Passo, passo, passo, senza strafare…
Dak20 Roma-Oliveras Borgward #301, 8 gennaio. Oggi sono triste. Non tanto per quanto per la mia Squadra, per il lavoro che hanno fatto, e perché oggi avrei dovuto fare meglio. Ho commesso un errore e sono castigato, ma il peggio è che sono castigati tutti quelli del Team Borgward. Forature. Abbiamo finito le gomme. Prima una, poi un’altra senza capire come mai. Restava una scorta. 100 chilometri alla fine. La macchina andava bene. In un discesone ho visto una moto, l’elicottero gente. istintivamente ho rallentato per capire il problema, sono stato motociclista anche io, ho tolto gli occhi dalla pista. Quando sono tornato all’attenzione ho visto un sasso enorme. Dritto avrei spaccato tutto, ho cercato di schivarlo. No è andata, ho rotto due gomme. Fermi, il nostro compagno di Squadra non ne aveva più, abbiamo aspettato il camion di assistenza. Possoo succedere ancora tante cose in questo Rally il nostro obiettivo era finire ogni giorno. Oggi non l’abbiamo fatto. Mi dispiace molto, spero di essere più bravo domani.
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 8 gennaio. Inizio facile, veloce abbastanza. Finale diversamente facile, gli ultimi sessanta chilometri ci hanno mandato in dei fuori pista di sabbia e sassi. Alla fine si è rivelata una Speciale lunga e tosta. Ma quando tutto fila liscio…
Dak20 Marrini-Garcia SSV #446, 9 gennaio. Ciao a tutti siete collegati con l’Arabia Saudita. Sono le otto e mezzo di mattina e siamo in attesa di partire per la quinta Speciale. Ovviamente i big sono in pista già da un po’, noi del popolo aspettiamo sempre, per via della classifica, è normale. Al mattino va anche bene, ma sono quelle due ore che ci rompono le spatole, poi, alla sera quando viene buio. La Dakar dei privati è questa e non c’è remissione. Comunque, sole splendente dopo un notte fredda. Sembra un paradosso, no, è l’Arabia Saudita! Con l’SSv il freddo to ammazza. Giubbotti, giacche a vento, montgomery, sciarpine. Tutto bene, abbiamo avuto un problema al radiatore. Cambiato. Speriamo di concoudere un’altra tappa. Saluti dal vostro inviato speciale!
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 8 gennaio. Riassunto breve della 4° Tappa? Siamo partiti alle 11 di mattina, siamo arrivato alle 11 di sera! Sembrava un sogno, all’inizio, al mattino. Piste facili, scorrevole, paesaggi stupendi. Poi, verso la fine, fesh-fesh e una pietraaaaaia da venti all’ora. Disumana, sembrava di essere dentro un frullatore Mercedes. Nessuno che ha una pistola? - ci chiedevamo in cabina – beh, ce siamo usciti provati ma con pochi danni. Bravo Bellina, che oggi è andato via liscio senza disfare gomme, bene anche Calabri. Il suo Equipaggio continua a… tessere cinghie, ma la ragnatela tiene insieme il cassone del suo camion. Dico una cosa: logistica impeccabile, bivacco ben organizzato ma molto, molto scarso in termini di cibo. Meno male che c’è Claudio, non vi dico cosa ha portato sul suo Ginaf! Pasta, caffè… mangiamo quasi sempre da lui.
Dak20 Fabio Fasola #119, 8 gennaio. La luna” 100 chilometri di paesaggio bellissimo ma di terreno lunare. Credevo che da un momento all’altro avrei incontrato il fantasma di Armstrong. E poi quei cento chilometri di fesh-fesh. La ciliegina sulla torta. Pietre, piste di sassi, crateri, polvere, sabbia negli occhi e nel cervello. Alla fine ti stanca…
Dak20 Roma-Oliveras Borgward #301, 7 gennaio. Bella Speciale, paesaggi da sogno. Solo che siamo entrati in un Canyon sbagliato, parallelo alla pista giusta, che alla fine era chiuso. Abbiamo dovuto girare e tornare indietro, perdendo ovviamente tempo. Abbiamo perso un po’ di tempo anche dove i motociclisti hanno cercato a lungo un waypoint che non c’era. La Borgward è una macchina giovane. Dobbiamo migliorare molte cose, avanziamo e impariamo. Ci manca ancora qualcosa, ma intanto abbiamo risolto tutti i piccoli problemi di elettronica che avevamo all’inizio, i primi due giorni.
Dak20 Marrini-Garcia SSV #446, 7 gennaio. Eccoci qui, saluti a tutti. Siamo alla terza tappa archiviata. Siamo sinceri. Per me è già un grande successo. Dopo le prime Dakar naufragate prematuramente questa è già una prima conquista. Ho finito quasi a buio, ma è un caso eccezionale. Vado regolare, non guardo la classifica. Preferisco guardare se ci sono sassi sulla pista. Il nostro SSV non è velocissimo, non fa paura come certi Can-Am, ma è buono per l’obiettivo di cercare di riuscire di raggiungere il traguardo. Dakar completamente diversa rispetto al Sud America. Diversa, tante pietre. Tanti chilometri e rischio di ritirarsi sempre alto. Posti meravigliosi. Vi aggiorno. Grazie.
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 8 gennaio. Debriefing della giornata di ieri. Partiti. Consegnato motore a Paulo Gonçalves, precisi come le poste svizzere, altro che DHL. Tappa molto, molto bella, abbiamo visto cose che voi umani… Navigazione difficile, ma il nostro Carlo è un professore, ne abbiamo tirati fuori molti. Paolo ha rotto un ammortizzatore, Claudio invece ha raddoppiato, due gomme distrutte invece che una sola. Finirà mendicando gomme in Arabia Saudita. Magari gliele regalano nuove!
Dak20 Maurizio Gerini #42, 7 gennaio. Dal mio diario. Piccolo appunto. Giornata davvero speciale… Speciale veramente completa. Molte situazioni di terreno e di guida riunite insieme. Sassi, sabbia, piste veloci, ovviamente polvere, come sempre. Poi la situazione è migliorata. Partito bene, ma un errore l’ho fatto. Perso tempo, non troppo. Di nuovo sulla retta via senza problemi, bello essere una ventina di Piloti a cercare un waypoint che non c’era. Andiamo avanti, grosso modo bene. Si cambia bivacco, più fresco ancora, si pensa, si cambia scenario. Sarà bello come questi visti sinora?
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 7 gennaio. Bello, dai. Mi sono ripreso da quei cento chilometri sulla gomma forata, poi sul cerchio. I primi cento chilometri della terza tappa sono stati un po’ un inferno. Partendo indietro ho mangiato tantissima polvere. Tanta davvero e ho fatto molta fatica a superare, anche i più lenti. Non si riusciva a vedere a un metro. Dopo il refueling, cinema, roba fantastica. Mai visti in vita mia paesaggi come questi. Waypoint fonale da diventare scemi. Mi sembrava di essere giusto e ho tirato dritto. Ho fatto bene.
Dak20 Fabio Fasola #119, 7 gennaio. Sono sicuro che ormai sono nel vivo. Resto trasognato, però e dapprincipio non capisco perché. Poi sì, c’è una cosa che mi colpisce tutti i p
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 7 gennaio. Bello, dai. Mi sono ripreso da quei cento chilometri sulla gomma forata, poi sul cerchio. I primi cento chilometri della terza tappa sono stati un po’ un inferno. Partendo indietro ho mangiato tantissima polvere. Tanta davvero e ho fatto molta fatica a superare, anche i più lenti. Non si riusciva a vedere a un metro. Dopo il refueling, cinema, roba fantastica. Mai visti in vita mia paesaggi come questi. Waypoint fonale da diventare scemi. Mi sembrava di essere giusto e ho tirato dritto. Ho fatto bene.
Dak20 Fabio Fasola #119, 7 gennaio. Sono sicuro che ormai sono nel vivo. Resto trasognato, però e dapprincipio non capisco perché. Poi sì, c’è una cosa che mi colpisce tutti i primi giorni di questa Dakar. Non sono i sassi, non è il freddo. È la bellezza del contesto. Ho visto posti bellissimi, ma questo sembra superarli tutti. Forse è il posto giusto per la Dakar. Canyon, letti di sabbia, piste di montagna, colori. È bellissimo. Sì, freddo, poco per ora, polvere, tanta per ora. Anche lo scherzetto del waypoint che non c’era. Io sono andato avanti, come se niente fosse. Ma non si può avere tutto dalla vita.
rimi giorni di questa Dakar. Non sono i sassi, non è il freddo. È la bellezza del contesto. Ho visto posti bellissimi, ma questo sembra superarli tutti. Forse è il posto giusto per la Dakar. Canyon, letti di sabbia, piste di montagna, colori. È bellissimo. Sì, freddo, poco per ora, polvere, tanta per ora. Anche lo scherzetto del waypoint che non c’era. Io sono andato avanti, come se niente fosse. Ma non si può avere tutto dalla vita.
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 7 gennaio. Piero, Gonçalves ha un guasto al motore. Il Team ci ha chiesto di portargli un motore in modo che possa continuare. Nessun dubbio, eccoci pronti. Siamo ex motociclisti, non c’è dubbio che gli diamo una mano. Questo è lo Spirito della Dakar “Original”!
Dak20 Cabini-Verzeletti-Cabini #536, 7 gennaio. Un minimo di quadro generale di questa Dakar. Sotto l’aspetto logistico un evento ineccepibile. Parchi assistenza, bivacchi, infrastrutture veramente ben organizzati. Accessi facilitati ai punti chiave della giornata. Un passo avanti. Gli arabi danno una bella mano. Catering preoccupante il primo giorno, neanche la frutta, poi meglio. Vediamo come evolve. Prima Speciale. Lunga, abbastanza lenta, alternanza di piste sabbiose e pietraie. Per il nostro Unimog un bel calvario. Seconda tappa, più veloce. Però, ragazzi, paesaggi meravigliosi! Ah, premetto, pubblico zero. L’America del Sud, in questo senso, è un bel ricordo. Anche alla partenza, nisba nonostante abbiano montato un cinema gigantesco. Dicevo, scenari stupendi, posti bellissimi.
Il Team va bene, i Camionisti italiani stanno tutti insieme. Bellina va avanti a una gomma distrutta al giorno. Gli ho detto: “Claudio, se vai avanti così ci toccherà prestartele!”. Il Man di Calabria, invece, ha iniziato a tirare qualche crepa al cassone. Hanno cinghiato tutto, sembra una ragnatela, avanti così, non si spaventano certo!
Dak20 Fabio Fasola #119, 6 gennaio. Ciao tutti. Oggi ho guidato come un forsennato. Sembravo uno scoiattolo liberato nel deserto! Scherzi a parte, sono di buonumore. Il primo giorno è stato lungo, un po’ di apprensione mi ha accompagnato per tutti i quasi 800 chilometri. Le piste erano varie, ma non si sa mai. Siamo partiti di notte e faceva freddo. Me la sono cavata non so come perché non ho ancora capito quale deve essere il mio ritmo. Fisicamente a posto, lo vedrò nei prossimi giorni.
Seconda tappa, dicevo. Bella, bellissima, divertente. Mi da un fastidio cane la polvere. Tanta, troppa in quei camion sabbiosi. È un fastidio generale, per tutti, ma a me fa venire in mente che mi sono giocato ben due Dakar per la polvere. Dunque è come un richiamo di paura. Sto attento, rallento, apro bene gli occhi. No, non troppo se no si riempiono di polvere e di sabbia. Nella polvere ho fatto un macello per cercare un waypoint. Tornare indietro per trovarlo è un incubo, perché arrivano subito le machine che partono a ridosso di noi poveri motociclisti. Finale di dispiacere. Ho visto Cerutti che correva gli ultimi 50 chilometri della Speciale sul cerchio. Deve aver distrutto la gomma. È bravissimo anche solo a stare in piedi, ma chissà che frustrazione. Ci aggiorniamo.
Dak20 Pablo Quintanilla #5, 6 gennaio. Nessun problema, il ricordo dell’incidente dello scorso anno è lontano. Cominciamo a giocare un poco con la strategia. È Tappa Super Marathon. La prima parte deve essere condotta tranquillamente, senza rischiare, senza rovinare la moto, che va benissimo, senza consumare troppo le parti e le gomme. Non vincere, per partire meglio il secondo giorno. Road book, venti minuti la mattina per controllarlo, “leggerlo” sommariamente per avere un’idea. È importante portare in evidenza certi tipo di note chiave, un pericolo, un cambio importante di direzione, di terreno. Serve per essere sempre allerta quando si entra nel raggio di azione di quel tratto importante.
Dak20 Maurizio Gerini #42, 6 gennaio. La Dakar è in corso d’opera. Per ora tutto liscio. Tutto bene. La mia filosofia è una condotta di gara piuttosto conservativa. Lo sapete, va bene così, pochi rischi, molta attenzione. C’è già qualcuno che ha dovuto abbandonare e non voglio certo passare nel gruppo “Dakar Experience”! Serve sempre un poco di “Suerte”, però è importante fare di tutto per aiutarla. Il mio compagno di Squadra, Jacopo, non ne ha avuta, oggi. Mousse andata, calvario finale. Poca gente, molta polvere, ma vale per tutti, suppongo anche per queli che stanno davanti… a parte il primo.
Dak20 Maurizio Gerini #42, 6 gennaio. Breaking News. Hey, dov’è Mr. Franco? Non lo vedo. Non l’ha visto nessuno. Qui hanno detto che spengono i generatori, fermano i camion fermano tutto. No Mr. Franco no Dakar!
Dak20 Anonimo, 6 gennaio. La Dakar non si corre con il polso o con il piede. Si viaggia e si affronta con la testa. Poi, a meno di non essere “lavoratori” ufficiali alle prese con la necessità di un obiettivo agonistico, solo alla fine si va a vedere se c’è anche un risultato. Nove su dieci, dopo il traguardo, c’è!
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 5 gennaio. Bella prima tappa. Mi è piaciuta molto. Non piove mai, quindi anche i drittoni sono omogenei, privi di pericoli imprevedibili. Terreno più sicuro, navigazione giusta. Guida divertente, scorrevole anche se la strada da fare è molta. Trasferimento su strade fantastiche, meglio delle nostre autostrade, bivacco vicino al Mar Rosso. Che volere di più!
Dak20 Jacopo Cerutti #41, 5 gennaio. È un Paese nuovo. È tutto nuovo. Tutto sembra molto bello. Si vede che hanno i soldi, ma anche che li spendono bene. Sono belle le città, belle le strade, illuminate di notte e di giorno. Certo, il Deserto non è così popolato come in Sud America.
Dak20 Fabio Fasola #119, 4 gennaio. La Dakar ti prende tutto, ma ti può dare di più. Ti tiene in sospensione, ti fa pensare. Alle cose belle, alle cose brutte. È come una resa dei conti. Chilometri e chilometri per pensare, per riflettere, per andare nella giusta direzione.
Dak20 Anonimo, 4 gennaio. La Dakar ha cambiato continente, ma non è la stessa cosa. In Arabia Saudita mancherà quel “piccante latino”!
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