Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ha’il, Arabia Saudita,9 Gennaio 2020. La Dakar 2010 resta a Nord, ma si sposta al centro della Penisola Arabica, 600 chilometri a Nord-Ovest della capitale Riyhad. Siamo ai margini della fascia più desertica della Penisola, una specie di Sahara Saudita che traccia un ampio arco destrorso verso il Sud del Paese.
La quinta Tappa collega Al Ula a Ha’il, con una Speciale di 350 chilometri sul totale di circa 550. È una tappa diversa dalla precedente, più veloce, sostanzialmente sabbiosa con poche piste di pietre, molti tratti di dune da attraversare. Costantemente insidiosa. E con poca navigazione, ma cruciale.
È la tappa della riscossa di Toby Price. In ritardo per vicissitudini diverse, compresa una penalità, l’australiano Campione in carica non può più permettersi di aspettare il momento giusto, e deve intanto cercare di recuperare attaccando ogni giorno. Con la vittoria della quinta Tappa Price rientra in gioco, anche se non era mai uscito del tutto dalla bagarre, e si prepara all’inevitabile tour de force necessario per riassorbire il cospicuo ritardo da Brabec, maturato in buona parte con l’exploit dell’americano nella terza Tappa e “arrotondato” con una navigazione quantomeno imprecisa dell’australiano in quella successiva.
Price si è imposto sugli ufficiali Husqvarna Rockstar Energy, Quintanilla a un minuto e Short a due, ma non ha potuto distanziare di più di te minuti Brabec, che comunque partica due posizioni davanti.
In questo modo Price passa al secondo posto assoluto nella Generale dopo la quinta Tappa, supera Kevin Benavides e si porta a nove minuti dalla leadership di Brabec. È un chiaro segno della sfida “inevitabile” che l’australiano lancia all’amico americano, destinata quanto meno ad alzare notevolmente il livello del confronto.
Peraltro sembra restringersi la “rosa” dei candidati al successo finale. Salvo imprevisti, infatti, a parte Price e Brabec, pochi altri potrebbero inserirsi allargando il duello a un confronto più aperto. Kevin Benavides è a 1 minuto e appare piuttosto incostante, Cornejo ha pagato carissimo il “compito obbligatorio” di aprire la pista dopo l’inedita vittoria della vigilia, e Quintanilla fatica a tenere il passo, soprattutto con la navigazione. Decisamente fuori dai giochi, a meno di un colpo di scena, Walkner, Barreda e Luciano Benavides.
Brabec, oltre che sul vantaggio, potrebbe contare su un maggiore supporto della Squadra se Benavides e Barreda si metteranno a disposizione, altrimenti può avere fiducia in Cornejo. Price, per parte sua, sa di poter contare su Walkner ma ha perso proprio in questa tappa il supporto di Sam Sunderland, caduto pesantemente prima del 200° chilometro e evacuato in ospedale. L’inglese di stanza negli Emirati ha riportato contusioni e fratture, anche alle vertebre, ma non ha conseguenze di tipo neurologico e non dovrebbe aver bisogno di essere operato.
Bene i Piloti Sherco, Adrien Metge, Lorenzo santolino, Johnny Aubert, che si avvicinano compatti alla top ten, e bene gli italiani Gerini e Cerutti, che si avvicinano alla top… twenty. Nei dieci ci sono già, invece, il sorprendente americano Howes e il solito slovacco Svitko.
Senza particolari scosse o sorprese, la Gara delle Auto ha premiato ancora una volta Carlos Sainz e Lucas Cruz che, sfruttando comodamente l’ordine di partenza, hanno portato a casa una nuova vittoria. Dopo l’iniziale, ormai abituale “sfogo” di Al Rajhi, Sainz ha potuto controllare perfettamente l’attacco di Al Attiyah nella fase centrale della Tappa, e l’ordine di arrivo della quinta Speciale, alla fine, è il logico, esatto contrario dell’ordine di partenza della Tappa. Il che porta alla conclusione che si è trattato di una Tappa interlocutoria, probabilmente in attesa di uno sviluppo più concreto con la più sostanziosa sesta Tappa, visto che di solito quella che precede il “turno” di riposo è una giornata infernale.
Due minuti a Al Attiyah, secondo, e circa sei a Peterhansel terzo, Sainz e Cruz si accomodano un po’ più confortevolmente sul divano dei leader provvisori, ora con un avantaggio di sei minuti su Al Attyah e Baumel e di diciotto su Peterhansel e Fiuza. Qusto non vuol dire affatto che la corsa ristagni o che il Matador possa adagiarsi troppo sugli allori. Il “Detentore” in carica, la sua Toyota Campione stretta tra le due Mini, non mancherà di far sentire la sua voce autorevole in materia di attacco nelle prossime Tappe.
© Immagini ASO/DPPI/Delfosse/Flamand/LeFloch/Vargiolu/Lopez – X-raid – KTM - Gas Gas - RedBull Content Pool