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Purmamarca, Argentina, 11 gennaio 2017. Ancora bloccati a Nord di San Salvador de Jujui e a 160 km da Salta, il bivacco di destinazione della tappa del 10 gennaio, poi annullata a causa del maltempo e dell’alluvione che ha interessato l’aera della Quabrada di Humahuaca. La strada resta interrotta 15 chilometri più a Sud e i lavori di ripristino procedono serrati, ma non è ancora garantito un orario di riapertura della via. I mezzi della Dakar sono stati inviati su una deviazione che collega Purmamarca a Salta via Ruta 79, ex Ruta 40, San Antonio de Cobres e Salta. Sono 200 chilometri circa di extra percorso, 120 dei quali di strade bianche. I primi a transitare sono stati i Motociclisti, che passano dappertutto e godono di una maggiore autonomia operativa; gli ultimi saranno, dopo i motorhome meno adatti agli sterrati, i grossi campion di assistenza dei Team più importanti. Questi ultimi sono anche la cartina di tornasole della situazione. Man mano che il tempo passa, infatti, attendere la riapertura della Ruta 9 implica distanziarsi sempre più dalla Corsa, e quindi ciascuno ha deciso la propria deadline per partire. Gli organizzatori tengono in sospeso la gara, e offrono il loro aiuto, logistico e di forze di sicurezza e mediche, ai dipartimenti impegnati nella normalizzazione della situazione, che si presenta critica, anche nella povertà di informazioni. Grave. In quest'area dell’Argentina, si dice qui ma non c’è conferma, è stato di emergenza.
Soprattutto per i Motociclisti, è stato un giorno durissimo, che non è ancora certamente finito. Ci sono Piloti che hanno guidato per 24 ore, altri che sono partiti tardi sulla deviazione e hanno affrontato la Montagna e la alture di San Antonio con il freddo, di notte. Per loro raggiungere Chilecito sarà comunque un’esperienza indimenticabile, meglio ancora, da non dimenticare!
La priorità logica della Dakar 2017, dunque, è il completo riordino della Carovana. La mia impressione è che, se questo non potesse realizzarsi a Salta nei tempi giusti, il riordino potrebbe essere spostato a Chilecito, portando così all’annullamento anche della Prova Speciale successiva. Molto dipende dagli ultimi mezzi del “serpente” e dalla distribuzione dei mezzi chiave, come quelli dei medici, che sono ancora indietro sul percorso in attesa di istruzioni. Noi siamo tra questi, dipendiamo da pneumatici “stradali” poco adatti alla terra, ma non siamo certamente tra gli elementi chiave.
Nel frattempo, gli elicotteri della ASO sorvolano l’intera “striscia” monitorando l’evoluzione della situazione.
Certamente non è una Dakar fortunata, prigioniera del suo stesso percorso nell'eccezionale virata del meteo. L’abilità degli organizzatori, ora, è concentrata sulla ricerca di una soluzione al problema. Gli eventuali insegnamenti verranno sedimentati dopo.
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