Dakar 2017: i De Lorenzo, "gemelli" del raid [Video]

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Abbiamo intervistato i gemelli Aldo e Dario De Lorenzo, gemelli con una passione in comune: i rally raid. Ecco com'è andata la loro Dakar 2017
16 gennaio 2017

Punti chiave

Si è chiusa nel migliore dei modi l’edizione 2017 della Dakar per i gemelli De Lorenzo. Fratelli accomunati dalla passione per i rally raid, non sono nuovi a fatiche di questo spessore. Dopo aver girato in lungo e in largo l’Africa tra il Faraoni e la Parigi-Dakar, si sono cimentati in questa avventura sudamericana, dove sono arrivati a Buenos Aires forti del trentunesimo posto tra le auto, a bordo della loro Toyota Land Cruiser 4X4 del Jaton Racing team.

Un risultato bellissimo, non c’è che dire. Siete soddisfatti?

«È stata certamente una Dakar differente rispetto a quelle africane. Ci siamo affidati ad un team davvero competente, che non ci ha fatto mancare nulla. Questa è stata la scelta più saggia, oltre al motivo per il quale siamo arrivati in fondo e ci siamo divertiti. Quando arrivavamo la sera al bivacco, lasciavamo la Land Cruiser nelle loro mani e la recuperavamo come nuova al mattino. La gara è stata dura, ma a queste condizioni ci siamo divertiti.»

Dario è il pilota, Aldo il navigatore. Siete complementari anche nella vita di tutti i giorni?

«Si, perché per entrambi l’altro è il migliore del mondo in quello che fa. Ciascuno ha posizioni ben precise, non è possibile che ciascuno sappia far bene tutto, e questo vale nella Dakar come nella vita.»

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È più difficile la Dakar sudamericana o quella africana?

«Le Dakar non sono mai facili, perché sono imprevedibili. Succede sempre qualcosa: dal caldo all’altitudine elevata, sino alla pioggia ed ai nubifragi. La saggezza vera sta nell’anticipare i problemi che possono capitare e dosare bene le energie.»

Poi avete trovato anche un team organizzato che vi ha potuto aiutare al meglio…

«Penso che siano stati pochi i concorrenti ad aver fatto una Dakar e che siano stati felici come noi del proprio team. Bisogna avere un’auto affidabile, sviluppata per durare e non per avere 50CV in più della concorrenza. E da questo punto di vista la nostra squadra ha sviluppato un’auto perfetta.»

Rifareste questa esperienza?

«Non è il nostro tipo di gare. Preferiamo quelle africane, dove ci sono deserti veri. Cerchiamo il caldo e la sabbia africana.»

Le medaglie che avete conquistato sono un bel riconoscimento

«Certo! Abbiamo fatto tanti sacrifici e siamo orgogliosi di questo risultato.»

 

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