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Voglio dirvi una cosa. Buon Anno. La più scontata delle frasi del momento, l’highlight di una circostanza ricorrente e precisa come una bomba a orologeria, ma talmente sentita che fa il giro del mondo scorrendo i fusi e detonando in lingue diverse un avvicendamento temporale che tutti abbiamo nel cuore. Dove scade il vecchio, e dove inizia il nuovo anno, esattamente? Ai meno quattro di Parigi o ai quaranta gradi a mezzanotte di Asuncion? Laggiù dove tutto ebbe inizio dalla folgorazione di Thierry Sabine o qui dove si parla un’altra lingua, quella di un nuovo direttore che prima di diventarlo ha vinto cinque volte l’evento che vogliamo al centro del pretesto per gli auguri più importanti… dell’anno?
Secondo noi l’Anno Nuovo inizia dal volere alzare l’asticella e superarla, ovunque questo a accada, ed è il momento emblematico di uno stato d’animo disposto ai buoni propositi. Ed è forse per questo che la Dakar, la Parigi-Dakar delle origini, parte nel momento dell’anno dove la purezza del proposito si identifica nello slancio dell’azione? Certamente no, la circostanza preferita e scelta è in un’intelligenza mediatica di un precursore. E dai, allora perché? Perché, semplicemente, si cerca di creare un collegamento tra due circostanze fortuite per rinforzare il momento simbolico del salto in avanti. Ecco il perché del 31 Dicembre-1° Gennaio, che è una scelta e non uno stacco, una continuità senza alcun “click” di interruzione, azzeramento, ripartenza.
Perché starci a pensare così tanto, allora? - starete per dire. A questo c’è una risposta. La facciamo lunga perché nella cometa del pensiero ci sono trascinate le stelle delle dediche, i “click” dei pensieri e dei buoni propositi, degli auguri, appunto. Più la facciamo lunga, la cometa, e maggiore è l’intensità di un numero più grande di auguri.
Ci viene un pensiero: ma se il luogo incide così poco sull’effettività del sentimento, quando è finito l’anno per una persona che ha vissuto intensamente come nessun altro degli avvicendamenti ancor più differiti? Prendiamo il caso di Stephane Peterhansel. Quando finisce il suo anno? Quando si prepara a partire per una nuova Dakar, o due settimane più tardi, quando di solito ne ha vinta un’altra? Quale è il momento in cui felicitarsi, quando tutto deve ancora iniziare o quando si è concluso?
Siamo giunti a una conclusione, che abbiamo voluta atipica. Sì, per Peterhansel il Capodanno viene più avanti, intorno al giorno di Gennaio in cui si conclude la sua Dakar, meglio se è la Dakar “Peter”, e quindi questa nuova interpretazione del posizionamento dell’Anno Nuovo ci viene comodo per fare di un attimo un periodo, quello delle due settimane dell’Avventura che imbottiamo di Auguri. A tutti voi e qualcuno anche a noi, proponendoci di fare una bella Dakar.
Buon Anno!