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Per noi è il momento più bello. Perché non si è in corsa, non con il fiato sul collo della magnifica redazione che veglia su tutto, ma tutto è da disegnare e deve prendere forma, e si è costretti ugualmente a spremere le meningi per cercare di capire cosa potrà succedere. Si è liberi di “indagare” e anche di immaginare. Il fuoco della Dakar 2017 è già acceso, ma per il momento le fiamme sono percepite soltanto come sporadici, intermittenti crepitii. Voci più che notizie, “leaks” invece di comunicazioni ufficiali. Ciò non toglie che il fuoco inizia a far bollire il pentolone, e questo vuol dire che la marcia di avvicinamento è già a ritmi sostenuti, se non forzati.
I più attivi, al momento, sembrano essere i team automobilistici e i… governi. Freschissima la notizia dell’impegno di Sébatien Loeb nel Mondiale Rallycross, ma con l’assicurazione che il Fuoriclasse sarà comunque della partita alla Dakar 2017, i rumori più forti vengono dal Team X raid. Probabilmente non a caso, visto che la Squadra di Sven Quandt è, di fatto, la grande sconfitta dell’edizione 2016 vinta da Peugeot. Ma la Squadra Mini è e resta fortissima, ha prodotto Macchine e vittorie entusiasmanti, può contare sull’estro e sull’esperienza maturata in tre lustri di campagne di successo, e sull’appassionata determinazione del suo “Boss”. Le notizie sono due. La prima riguarda l’avvicinamento di Khalid bin Faisal Al Qassimi ai Rally Raid, la seconda è quasi un deja vu, e riguarda il ritorno di Jutta Kleinschmidt. L’arrivo di Al Qassimi, nel WRC con Citroen lo scorso anno, non è certo. Per il momento è in ballo la partecipazione alla prova mondiale di Abu Dhabi, ma non è difficile acostare l’operazione alla più recente tendenza di avvicinamento alla Dakar da parte di Piloti ex WRC, il cui “testimonial” e apri pista è senz’altro Nasser Al Attiyah. Jutta Kleinschmidt, invece, torna con un programma più serio, e anche ambizioso. La tedesca, prima donna vincitrice della Dakar nel 2001, torna in equipaggio con Tina Thorner alla guida del Buggy di X raid, con il dichiarato proposito di seguirne l’evoluzione e lo sviluppo. Torna in auge, dunque, il progetto due ruote motrici, sinora portato avanti a singhiozzo con la partecipazione dell’ex buggy di Al Attiyah, rinominato “Zebra”, guidato da Guerlain Chicherit nelle ultime due edizioni. X raid dovrà anche, e presto, definire la posizione di Mikko Hirvonen, quarto quest’anno in coppia con Michel Perin, prima che il finlandese sia fagocitato da Toyota per il WRC.
Il rumore più grande, tuttavia, l’ha fatto la notizia dell’intervento del governo cileno nella questione. Il parlamento cileno ha infatti cercato di mettere ai voti il ritorno della Dakar nel Paese che l’ha ospitato ininterrottamente dal 2009 al 2015. Defilatosi con largo anticipo dall’edizione 2016, il Cile è “logicamente” il Paese più attraente per restituire all’edizione 2017 l’intero arco di caratteristiche della Maratona per definizione. In un primo tempo si era sparsa la voce che il Cile non fosse più disposto ad accettare le richieste, soprattutto economiche, avanzate da ASO, la società organizzatrice, ma che avrebbe fatto la propria offerta. Quanto basta per rassicurare gli appassionati. Ma alla fine di febbraio, una riunione del Parlamento ha votato la “fattibilità” della risoluzione n° 488, un mezzo per sollecitare la Presidenza ad intervenire con azioni atte a riportare la Dakar in Cile. Chiamando in causa vecchie questioni legate all’attraversamento di alcune aree archeologiche, la risoluzione non è passata, 33 a favore, 42 contro e 17 astenuti, Una nota ufficiale chiarisce che non si tratta di un “no” definitivo e vincolante. Sarà comunque la Presidenza, nella persona del Presidente Michelle Bachelet, a decidere se da parte cilena la Dakar 2017 è ancora la benvenuta. La trattativa dunque va avanti, più difficile, forse, ma anche più chiara. È il momento, insomma, in cui deve entrare in azione Coma, il nuovo Direttore Sportivo. Dai Marc, prendi un aereo e vai a risolvere questa piccola questione!
E mentre si profila, come sempre con una certa dose di fantasia, l’ingresso di altri Paesi nel “bouquet” della Dakar, l’Uruguay chiamato in causa addirittura per la partenza, e il Paraguay di passaggio verso la Bolivia, e mentre tornano a salire le quotazioni del Perù, che rinunciò all’ultimo tuffo lo scorso anno “spaventato” all’incombenza del Niño più cattivo degli ultimi decenni, è chiaro che l’obiettivo degli organizzatori di tornare a confezionare una Dakar completa e “completamente” affascinante, anche quest’anno non è dei più semplici. Ma ricordiamoci che stiamo parlando di ASO.
Dal mondo delle Moto mare calmissimo, nessuna notizia. L’ultima, forte, è stata la “promozione” di Jordi Viladoms da Pilota a Direttore Sportivo della Squadra ufficiale KTM. Ma state in campana, perché in pentola bolle qualcosa di veramente grosso!