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Tappa bellissima, come la benedizione di una donna stupenda che ti sradica dal passato e ti porta via. La “Proposta 3” della Dakar 2017, tra San Miguel de Tucuman e San Salvador de Jujui, è 780 chilometri di purissimo spettacolo non-stop, è natura da ringraziare Dio e una prova speciale da oltre 400 chilometri intensi e guidati, sfinente e varia con cambi di terreno, di altimetria e contesti tattici. Un totale di impegno importante, completo come d’altri tempi. In mezzo un trasferimento per collegare i due tronconi della Speciale e salire sulla Montagna a Nord Ovest di Salta prima di lanciare la sfida del “tobbogan” finale verso il livello del Salar Grande. Magnifico. Una fotografia delle meraviglie che una Dakar che si rispetti può offrire ai suoi discepoli.
Tanto “lavoro”, a tratti sfinente, a tratti delicato. A metà giornata inizia a piovere, e gli effetti del vento in quota altera una buona parte delle condizioni immaginate e dei parametri. Poi ritorna il sole e la luce abbacinante dell’Altipiano filtra tra scie di polvere e fulmini lontani. Il volante stretto è tra le mani. I cambi di marcia non si contano, le incertezze e i dubbi si sommano man mano che la Macchina, l’”aereo” sale in quota e la testa, nel frattempo, diventa più “leggera” a causa dell’altitudine. Difficile tutto, tenersi in strada, tenere gli occhi sul ciglio delle scarpate e lontani dalle sirene dei paesaggi, soprattutto mantenere la concentrazione, monitorare gli strumenti di controllo. Il rovescio piacevole della medaglia è un abbassamento della temperatura che è una tregua meteo benvenuta e un invito a prepararsi all’Altopiano.
E finalmente, il premio di una giornata sontuosa di Dakar è un risultato da mettere sul davanzale del caminetto.
Tripletta! Stephane Peterhansel doveva farvi sospettare qualcosa. Non si corre oltre la decima posizione con un Missile, se non deliberatamente. Se non si ha qualcosa in mente che solo un killer può decifrare. Quel qualcosa è dimenticare le due schizofreniche prime giornate e prepararsi a entrare in Gara. Ecco la Tappa ideale. C’è tutto, per tutto un giorno. Attacco. Viene facile. Le tre 3008 DKR scendono dal cielo di San Antonio in formazione e fiondano sulla Dakar come caccia, polverizzando le piste sulle quali gli avversari sono annientati. È il giorno in cui non si fanno prigionieri. Non è questione di distacchi. Quando un avversario va al tappeto, il conteggio dell’arbitro è lo scandire dei livelli del successo, l’avversario schiacciato neanche sente. Non è possibile immaginare uno scenario di maggiore intensità di gara. Ecco perché la terza Tappa della Dakar 2017 è memorabile!
Peterhansel, Sainz, Loeb. Non dimentichiamo Despres, quinto e “lato umanizzante” della strage. La “Formazione” di Bruno Famin sparisce nel cielo di San Salvador, la prossima missione si completerà oltre il confine argentino in Bolivia. Il podio è completo, la lezione forte, le tre Peugeot DKR controllano la Dakar occupando i primi tre posti in ordine inverso: Sébastien Loeb e Daniel Elena, Carlos Sainz e Lucas Cruz, Stephane Peterhansel e Jean-Paul Cottret. Probabilmente da domani la Dakar appena iniziata non sarà più la stessa!