Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Parigi, 13 Settembre. Se ne parlava, si curiosava, si confezionavano ipotesi e si insinuavano “sospetti”, e finalmente, 110 giorni al via della Dakar Paraguay Bolivia Argentina 2017, gran parte delle supposizioni trovano conferma, logica ma non per questo meno avvincente, nella materializzazione della nuova “Arma” con cui Peugeot difenderà il Titolo conquistato alla Dakar 2016.
È la Peugeot 3008 DKR, nuovo step della Vettura a due ruote motrici realizzata sotto la guida di Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport, del Progetto Dakar e Team Manager della Squadra che ha vinto la Dakar al secondo tentativo. Il prototipo è sviluppato sulla linea evolutiva della 2008 DKR, che ha debuttato alla Dakar 2015, vinto il Silk Road Rally, quindi dominato la Dakar 2016, in entrambi i casi con l’Equipaggio Peterhansel-Cottret e, infine, è cronaca recente, vinto con Cyril Despres e David Castera il Silk Way Rally di Agosto (non si tratta dello stesso Rally di cui sopra, ma della “variante” cinese al momento più “benestante”).
I concetti di quella che dai primi di gennaio del 2016 è diventata improvvisamente la Macchina da battere, e che sfortunatamente per gli avversari si è rivelata imbattibile e imbattuta, evolvono oggi nella 3008 DKR. La prima 2008 DKR era senz’altro rivoluzionaria. Evocava le leggendarie 205 e 405 Turbo 16 Grand Raid dominatrici delle stagioni dal 1987 al 1990 della Dakar, ma si atteneva tecnicamente allo “scibile” più recente di Velizy e alle esperienze vincenti in eventi non meno leggendari come Le Mans o Pikes Peak. La 2008 DKR nell’evoluzione “Plus”, sviluppata durante la stagione 2015, vincitrice per la prima volta in Cina e quindi proposta nella versione definitiva 2008 DKR16 per la Dakar, introduceva invece i risultati di esperienze non più soltanto progettuali e di test ma anche e soprattutto delle Gare a cui il Team Peugeot Total aveva partecipato.
In un anno di esperienza molte cose erano cambiate. Piccoli interventi che cambiavano totalmente il “carattere” del propulsore, il già famoso V6 Turbo Diesel di 3 litri sin dalla prima versione accreditato di circa 340 CV e 800 Nm di coppia, e “provvedimenti” più radicali che avevano interessato le misure basiche dello chassis, le geometrie delle sospensioni e la distribuzione dei pesi. La 2008 DKR16 era, in buona sostanza, una Macchina quasi totalmente nuova, che aveva ereditato gli atout del progetto originale e ricevuto le varianti testate in una stagione di Gare.
La nuova 3008 DKR si inserisce perfettamente nella filosofia evolutiva introdotta con la “progenitrice”, ed è ora l’invidiabile sunto di incrociate esperienze progettuali, tecniche e tecnologiche, e agonistiche. Tutto “materiale” di primordine, che prefigura, a seconda del punto di vista, un’autentica “belva” o una nuova… gatta da pelare.
A grandi linee, perché le caratteristiche tecniche sono sempre molto generiche e i dati numerici importanti un miraggio, possiamo far finta di intenderci dei miracoli di cui sono capaci i Reparti Corse e fare delle osservazioni.
il V6 a 24 valvole Bi-Turbo Diesel, cambio sequenziale a 6 rapporti, resta accreditato degli stessi valori di potenza e coppia della prima versione. È curioso, perché lo era anche l’anno scorso sulla Macchina che poi ha vinto la Dakar, fatto salvo che oggi, in presenza di una flangia obbligatoria di 38mm in luogo di quella di 39, Peugeot dichiara che la 3008 DKR perde una ventina di cavalli. Meglio fidarsi dei dati “empirici” e osservare che la 2008 DKR16 era, in assoluto e relativamente al prototipo del debutto, semplicemente un aereo. Morale, teniamo per buoni 350 cavalli e 800 Nm di coppia, che spingono la Macchina, sempre stando ai dati ufficiali, fino a 200 chilometri l’ora, ma aspettiamoci, nonostante la flangia più stretta, una 3008 DKR più performante di quanto abbiamo mai visto.
Altro argomento chiave, le sospensioni. Logicamente indipendenti, sono caratterizzate da geometrie a triangoli con due ammortizzatori e una molla elicoidale per ruota. L’escursione di ciascuna ruota, questo è un valore regolamentare, è di ben 460mm, ma il sistema è evoluto radicalmente sulla macchina dello scorso anno ed è prevedibile che quest’anno sia stato ulteriormente ottimizzato. Continuiamo con i dati uguali alle versioni precedenti, consapevoli che potremmo parlare di valori “più uguali”. Freni, dischi da 355mm e pinze a 4 pistoncini. I cerchi restano da 17 x 8,5 pollici e i pneumatici, ah ecco, non sono più Michelin ma i… BFGoodrich All-Terrain nelle stesse misure 37/12,5x17, sempre pollici.
Telaio tubolare e carrozzeria in composito, un velo di carbonio, e misure complessive che si discostano pochissimo da quelle delle versioni precedenti, 4.312mm di lunghezza, 2.200 di larghezza e 1.799mm di altezza, 300mm di luce a terra, peso complessivo che è rimasto invariato ma baricentro che è andato scendendo di quota ad ogni versione uscita dalle Premiate Officine di Velizy. In fondo, i dati più interessanti sono ancora empirici, ma questa volta caricati di autorevolezza, poiché sono sintetizzati dal Direttore del Progetto, di cui adesso mi sfugge il nome - come si chiama? - ah, sì, Bruno Famin:
“Su questa nuova 3008 DKR abbiamo cercato di migliorare tutti quei punti che ci avevano sin qui causato delle noie, continuando a sviluppare il potenziale del nostro concetto, in particolare a livello delle sospensioni. Cominciamo a capitalizzare l’esperienza, ma non si può mai sapere quello che una prova come la Dakar può riservarci!”
Una novità tecnica, radicale e dichiarata, c’è, ed è interessantissima. La nuova 3008 DKR ha l’abitacolo pressurizzato e climatizzato. È una novità che farà sicuramente storcere il naso ai puristi, ma che è un indice di apertura mentale, vincente. Il sistema è certamente un “accessorio” che aggiunge complessità al progetto, all’esecuzione e alla manutenzione, ma in un colpo solo polvere e caldo resteranno fuori dagli abitacoli delle 3008 DKR. Immaginate il livello di confort, per la prima volta in una Macchina da Corsa di questo genere, immaginate per quante ore questo confort verrà a supporto degli Equipaggi, e immaginate il vantaggio di freschezza e lucidità moltiplicato per 10.000 chilometri. A mio avviso questa è la novità che vale più di tutte le logiche evoluzioni della 3008 DKR.
Partito come un modello anche esteticamente raffinatissimo, la 2008 DKR aveva perso per strada parte dell’omogeneità delle sue linee originali sacrificate, a ragion veduta, sull’altare dell’evoluzione tecnica della Macchina. La 3008 DKR tira una riga anche in questo senso e, tornata nelle mani dei Designer del Centro Stile Peugeot, ripropone intatto il formidabile cocktail composto dalle armonie della nuova 3008 unite ai canoni estetici del purosangue da Corsa già validati dalla 2008 DKR “Original”. Il risultato è, come si può finalmente vedere, avvincente, ed è da ascrivere alla stessa matita a cui si deve la nuova 3008 di serie che è già una delle regine del Salone di Parigi, Sébastien Criquet. Ma qui ci fermiamo: parlino le immagini!
Contestualmente alla presentazione della nuova Vettura che parteciperà alla Dakar 2017 Paraguay Bolivia Argentina, il Team Peugeot Total ha confermato che a guidare le 4 3008 DKR fiammanti iscritte al Rally saranno gli Equipaggi composti dai “Collezionisti” di vittorie, alla Dakar e non solo alla Dakar: Peterhansel-Cottret, i Campioni in carica, Sainz-Cruz, Loeb-Elena e Despres-Castera, Campioni in carica del Silk Way Rally. Solo le Macchine di Sainz-Cruz e Despres-Castera, tuttavia, debutteranno in anticipo al NPO Rally OiLibya del Marocco dei primi di ottobre. Una conferma globale di cui non c’era bisogno. O si?
Da un po’ di tempo mi frulla, infatti, un’idea seducente. Ve la dico. Gli Equipaggi dell’attuale Team Peugeot Total rappresentano, in realtà, dei legami quasi storici. Lo è quello tra “Peter” e “Polo”, e così pure quello tra Sébastien Loeb e Daniel Elena. La collaborazione tra Despres e Castera si basa, oltre che sulla stima e sul rispetto reciproci, sull’amicizia maturata in anni di Dakar, seppure con ruoli molto diversi. In un contesto simile, la nota dissonante è la relazione tra Carlos Sainz e Lucas Cruz, che ha un’origine più “pratica”. Per questo, solo un’idea che mi segue da tempo, ogni volta che gli equipaggi vengono annunciati o confermati, mi chiedo se potremo un giorno veder risalire, alla destra di Dio Sainz, Luis Moya, il navigatore con i quale il “Matador” ha condiviso l’Epopea e i due Titoli Mondiali del WRC. Non sarà per questa volta ma, senza voler togliere nulla al bravissimo Lucas, non demordiamo.