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Termas del Rio Hondo, 4 gennaio 2016. Attorno a un tavolino, qualche birretta davanti a noi e la voglia di chiacchierare, in un attimo siamo tutti esperti. Di qualsiasi cosa, purché sia d’attualità e, dunque, stimoli la necessità di farci dire la nostra pubblicamente, anche se l’agora è circoscritta. Mi piace ricordare, a questo riguardo, i tempi di Azzurra e del Moro di Venezia, o anche di Luna Rossa, quando eravamo tutti esperti di vela, l’epoca di Puzar quando nessuno meglio di noi conosceva il motocross, o quella delle Ferrari che vincevano, ed ecco che eravamo motoristi, ingegneri, tattici e anche, se necessario, piloti.
Non c’è niente di male ad essere esperti in questo modo. Può far a volte sorridere, ma con tenerezza, e ha il pregio di svelare le risorse misteriose della passione, che può essere contagiosa e realisticamente… fantastica.
Non si arriva alla Dakar e si vince, e dunque in effetti tutti i giovani “cavalieri” della rinnovata formazione di Mattighoffen non possono vantare una esperienza sufficientemente lunga
Ma volendo stringere la forbice, ovvero avvicinarci a un pronostico più attendibile, bisogna rivolgersi ai veri esperti. E questi sono i Piloti, i navigatori, i partecipanti, insomma. D’altra parte un’intervista diretta può svelare il limite di sollecitare solo un giudizio più formale o “politico”. Allora abbiamo pensato di raccogliere le opinioni al riguardo in modo informale, e di “garantire l’anonimato” dei nostri amici e intervistati, quando necessario o richiesto. La discrezione paga sempre, e in questo caso ci ha dato la possibilità di raccogliere indicazioni e giudizi senz’altro molto interessanti.
Parlando della gara delle Moto, un Pilota ha le idee chiare: «Non vincerà una KTM!». E perché dovrebbe essere così? La risposta è in un dato statistico che in parte ci trova d’accordo. Non si arriva alla Dakar e si vince, e dunque in effetti tutti i giovani “cavalieri” della rinnovata formazione di Mattighoffen, per semplicità riuniamo i Marchi Husqvarna e KTM, non possono vantare una esperienza sufficientemente lunga. Walkner, Quintanilla, Price, gli Enduristi, per quanto bravi, Meo, Renet e Cervantes, non hanno abbastanza chilometri di Dakar sulle spalle. D’altra parte vale il concetto opposto, ovvero che se uno ha partecipato a molte Dakar e non hai ancora vinto, è poco probabile che ci riesca ora. E parliamo, in questo caso, di gente come Viladoms o Faria, ma anche di Rodrigues o Casteu. Continuando a parlare con lo stesso “esperto”, tuttavia, saltano fuori anche altri “dettagli”. Per esempio che il giovane Walkner ha, sì, poca esperienza, ma sembra avere il dono di riuscire a fare le cose giuste al momento giusto, di sapersi inserire con assoluta precisione nel contesto. Non a caso è diventato Campione del Mondo al primo anno intero di attività. Nell’altro senso, quello del troppo, l’”Esperto” ci ricorda che gente come Viladoms e Faria sono sempre stati “stretti” nella morsa dei loro leader Coma e Despres, e che ora potrebbero mettere a frutto anche questa caratteristica, di aver saputo cioè aspettare, e che Rodrigues solo ora dispone di un assetto tecnico e umano che può soddisfarlo pienamente dandogli quella spinta necessaria a ritrovarsi. Faria, in effetti, ha già cercato di mettersi in mostra partendo subito forte. Di Sé, l’”Esperto” dice di non sapere se è in grado di vincere, ma che si sentirebbe pronto, e che dovrà vedere di giorno in giorno dove si posizione la sua incisività, punzecchiando senza sosta gli avversari.
Le Macchine “vecchie” sono…. Vecchie. Ora sono arrivate Auto nuove, come le Peugeot, che hanno spinto fortissimo sull’acceleratore delle prestazioni.
Una Campione delle Auto dice che non ci si deve preoccupare troppo di quanto gli sta attorno, esattamente come fa lui. Bisogna guardare a chi ha ottenuto i migliori risultati complessivi durante la stagione, e quale Macchina ha dimostrato di essere allo stesso tempo competitiva e, soprattutto, affidabile. Secondo “Lui”, insomma, a cose normali il risultato non dovrebbe cambiare ed aprirsi a prospettive nuove. Dello stesso avviso è uno dei più forti tra i suoi “Colleghi” già vincitore un paio di volte, ma con la considerazione che la Dakar è una gara troppo complessa per consentire che si indulga in pronostici, e che è sempre meglio avere il massimo rispetto di tutti i potenziali avversari, perché se tali un giorno o l’altro sicuramente verranno a bussare alla tua… portiera.
Un altro Fuoriclasse tra i Piloti di Auto sostiene che l’esperienza è la base per costruire un successo, che chi ne ha molta ha saputo come amministrarla e metterla a frutto, e che quindi porta nella sua carriera una dote talmente preziosa che se solo il contributo del Pacchetto tecnico, leggi Macchina e Assistenza, è “onesto” il gioco è quasi fatto. Con una strizzatina d’occhio, infine contando appunto sulla nostra discrezione, ci vuole confermare che il “Pacchetto” adesso funziona davvero bene.
Altro Pilota, altro tipo di pronostico. Le Macchine “vecchie” sono…. Vecchie. Ora sono arrivate Auto nuove, come le Peugeot, che hanno spinto fortissimo sull’acceleratore delle prestazioni. L’affidabilità di un’auto che debutta è tutta da verificare, d’accordo, ma oggi è anche un fattore di evoluzione su cui si può lavorare in “laboratorio”, ovvero simulando e testando i particolari, molto di più di quanto si potesse fare dieci o venti anni fa. Con una simile astronave sotto il sedere, continua il “Pilota”, si assisteranno a due fenomeni, in questa Dakar. Il primo è il ringiovanimento di Carlos Sainz, il secondo la reazione rabbiosa di un fuoriclasse come Sébastien Loeb. State a guardarli, e vedrete. E allora gli chiediamo dell’Esperienza, del talento nella gestione di gara. L’uno dei due ce l’ha, l’altro no. Come la mettiamo, allora? Risponde lapidario: «Allora, se oggi vogliamo parlare del Pilota che ha maggiore esperienza e talento, vincerà di nuovo LUI!» e non c’è di chiedersi chi sia, possiamo pure mettere un nome: Stephane Peterhansel!
Tornando, per metterci un punto, alla gara delle Moto, ecco un altro Esperto, un Pilota: «Ma come mai proprio adesso che non c’è più Marc Coma, nessuno ricorda il Pilota che è stato, nell’opinione di tutti, la sua maggiore minaccia, Joan Barreda?» Gli chiediamo se intende indicare Barreda come primo candidato alla vittoria finale, e risponde di sì. Ma… senza ma, ci interrompe subito. Barreda deve fare una cosa sola: controllarsi. Ma non è mai stato facile, anche per lui. Ci dice laconicamente che quello che serve a Barreda è finalmente un buon manager, uno capace di fargli entrare bene in testa che alla prima stupidaggine che fa gli spezza entrambe le ginocchia. Ed è fatta!