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Termas del Rio Hondo, 4 Gennaio. L’altra notte Nasser non ha dormito bene. Sognava di correre la Dakar, in testa come al solito, quando una Macchina ha iniziato a suonargli il clacson e a “fargli i fari”, nell’intento esplicito di chiedere strada al Leader. A parte la sfrontatezza, continua il sogno di Nasser, il fatto nuovo è questa Macchina che si affaccia così prepotentemente e autoritaria sulla pista del Campione. Passato dallo psicologo, Nasser scopre che è possibile rivedere in replay certe immagini particolarmente forti registrate dalla mente, e si sottopone al download. In allegato potete trovare l’immagine emblematica del sorpasso che è diventato l’incubo di Nasser.
4 gennaio, seconda tappa della Dakar Argentina Bolivia dopo il Prologo e l’annullamento della prima. 110 vetture e la tabula praticamente rasa della Dakar davanti al cruscotto. Favoriti e leader, Assi d’importazione da altre discipline, macchine vecchie e nuove, e nuovissime, inedite o debuttanti, sono chiamate alla verifica implacabile dei fatti.
La speciale è lunga, 500 chilometri, e difficile perché i terreni della pampa argentina sono ancora inzuppati d’acqua e i corsi d’acqua hanno preso il sopravvento sugli oued estivi. La prima parte della Speciale si snoda sulle piste di montagna che circondano la conca lacustre dei Villa Carlos Paz, la seconda è finalmente a sviluppo… orizzontale sulla sterminata pianura.
L’inizio lascia perplessi, e richiama la stridente abitudine della Dakar di fissarsi sui colpi di scena. Carlos Sainz, leader del Prologo fino al momento del singolare impasse del guado, si ferma sulla pista. Niente di grave, una regolazione elettrica da ripristinare, ma passano i minuti e si riducono in proporzione le ambizioni del Matador. Quando passa Sébastien Loeb, Sainz alza la mano e gli fa segno: “Vai, pensaci tu!”
Loeb non si fa pregare, e non ce ne sarebbe bisogno, “schiaccia” sull’acceleratore e rompe gli indugi. Passa in testa già al terzo waypoint di passaggio della tappa, e vola sulle piste che gli ricordano l’epopea del WRC fino al CP finale. L’orizzonte alle sue spalle è piuttosto libero. All’arrivo, mentre la 2008 DKR romba al minimo dando il tempo alle turbine del V6 da oltre 350 cavalli “ufficiali” di raffreddarsi, Sébastien ritira dalle mani del commissario la tabella di marcia che lo consacra vincitore della 1° autentica Prova Speciale della Dakar 2016. La sensazione è grande, e la notizia sparata nell’etere dal Campione alsaziano raggiunge Bruno Famin, Direttore del Team Peugeot Totale e “padre” del Progetto 2008 DKR. Il momento è importante, un flash di gioia. Per la prima volta Loeb porta alla vittoria la “sua” Macchina in versione definitiva che, di fatto, debutta a questa Dakar. L’operazione chiude un cerchio di mesi e mesi di lavoro di sviluppo della nuova Peugeot per i Rally-Raid, e pone il sigillo di qualità su lavoro dell’intero Team.
Secondo al traguardo di Termas, Stephane Peterhansel è non meno contento e potrà sfruttare un consistente vantaggio di posizione nella tappa successiva alla volta di San Salvador di Jujui, e sull’efficacia della Peugeot 2008 DKR pesa anche l’eloquente settimo posto ottenuto da Cyril Despres, certamente il meno esperto dei Piloti Peugeot, giusto una posizione davanti al Principe vittima di un brutto sogno, evidentemente premonitore.