Dakar 2016. Il Briefing di Han Solo

Dakar 2016. Il Briefing di Han Solo
Pubblicità
Pochi attimi, e sei dall’altra parte. Con il primo briefing della 38ma Dakar, Marc Coma saluta e sollecita gli ex compagni di avventura ad aiutarlo a farla ancora più grande. Un po’ di nervosismo, e molta emozione. Succede quando si è amati
2 gennaio 2015

Buenos Aires, 2 gennaio 2016. Crepitio di eventi, uno alla volta. La Dakar come sempre stenta a lanciarsi nel vivo. Fa parte del teatro, e anche della ricerca di valore che ogni atto finisce per avere. E allora, finché non saremo davvero “dentro”, seguiamo e adeguiamoci anche noi la procedura, e mandiamo gli eventi così, in pillole come vengono somministrati. Prendiamo il briefing, per esempio. È l’operazione ufficiale più vicina alla corsa quando questa non è ancora… in movimento. È lo spartiacque oltre il quale i Concorrenti prendono coscienza del fatto che da lì a poco saranno difficoltà, regole, situazioni che devono essere conosciute almeno nella loro generalità perché non si trasformino in spiacevoli imprevisti. Il briefing è un passo quotidiano fondamentale.

Per primo sale sul palco Etienne Lavigne, il Direttore Generale della Dakar. A lui tocca il compito di sintetizzare la complessità logistica del Rally “più difficile del mondo” anche sotto questo aspetto, e di parlare di sicurezza, che è la priorità assoluta di ogni Dakar. Sono per lo più raccomandazioni che ogni individuo dovrebbe avere già come sue, ma nella competizione è giusto riprendere il filo del discorso. Limiti di velocità sulle strade dei trasferimenti frequentate dalla normale circolazione, nei luoghi popolati e negli attraversamenti dei centri abitati o sulle vie di montagna, fair play sulla pista, massima attenzione ai pericoli, segnalati dal road book. Sono i capisaldi dell’edificio di sicurezza della Dakar. Ma c’è dell’altro, naturalmente, e si parla di strumentazione, di quei dispositivi nati per venire in aiuto ai concorrenti in funzione della loro sicurezza. Adesso ogni veicolo ha ben tre dispositivi elettronici in grado di connetterlo con l’Organizzazione. L’Iritrack, la radio-telefono-balise di segnalazione e di contatto, il Sentinel, il “clacson” di allarme e, ora, il Sarsat, uno strumento satellitare tascabile che ha la sola funzione, una volta attivato con un bottone, di lanciare un segnale di soccorso insieme alla posizione geografica.

Il direttore generale della Dakar, Etienne Lavigne
Il direttore generale della Dakar, Etienne Lavigne
Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Poi l’ambiente, la cura della Terra nella proiezione specifica della Corsa. anche questa potrebbe essere una raccomandazione più generica, ma è anche la più sentita sotto il profilo sociale e di sopravvivenza dell’evento stesso.

Finalmente è il momento degli aspetti sportivi. Etienne Lavigne annuncia Marc Coma, e ricorda che è la prima volta che il Campione spagnolo sale sul podio per assolvere a questo compito. Il momento è emozionante, e scatena un prolungato scroscio di applausi. Interminabile ovazione, è tornato Han Solo, l’amato fuoriclasse che è il simbolo spaziale di questa corsa vinta cinque volte. Marc è nervosetto, all’inizio, poi si scioglie man mano che entra nella specificità della sua materia.

Etienne Lavigne annuncia Marc Coma, e ricorda che è la prima volta che il Campione spagnolo sale sul podio per assolvere a questo compito. Il momento è emozionante, e scatena un prolungato scroscio di applausi. Interminabile ovazione, è tornato Han Solo, l’amato fuoriclasse che è il simbolo spaziale di questa corsa vinta cinque volte

La prima tappa è cortissima, e quella successiva sarà ancora il prolungamento della prima. Nessuna difficoltà ma Marc insiste sulla raccomandazione a prenderla con lucidità e calma. Si va a Rosario, si sosta al bivacco light e si ripartirà, ancora a notte fonda, alla volta di Villa Carlos Paz, primo vero confronto del Rally. Marc ricorda un paio di cose fondamentali. La prima si riassume nell’’importanza di riflettere sulle indicazioni, la seconda è che proprio quelle indicazioni che favoriscono la comprensione geografica, tattica e agonistica della Corsa saranno date in forma ridotta, o compressa. Meglio ancora, semplificata. È una delle vie escogitate da Coma per riportare il Rally su un binario più vicino allo spirito avventuroso che l’ha animato. Basta, per oggi non c’è altro da dire, Marc saluta affettuosamente i suoi ex compagni di battaglia. 

Si parte, finalmente, la prossima pillola è quella da 11 milligrammi, pardon 11 chilometri del prologo, previsti cinquemila tifosi per chilometro.

Prima, però, l’onore del podio di partenza, per 136 Motociclisti, che diventano 181 con i Piloti dei Quad, 111 Equipaggi Auto, e per i 54 Equipaggi degli Elefanti del Deserto, i Camion. Muchas Gracias Buenos Aires, nos vemos pronto!

Argomenti

Ultime da Dakar

Pubblicità