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San Salvador de Jujui, 5 Gennaio. Giornate e fenomeni incredibili. Mondo a rovescio o upgrade cosmico? Quello che succede a Jujui, terra dove l’estate normalizza quaranta gradi all’ombra con un bonus di real feeling oltre i cinquanta, è che pare di essere in Galles, in una esplosione di primavera anticipata e di grandi piogge. La natura è di un verde forte, quasi artificiale. Fa impressione. L’acqua scende dal cielo e disegna un’idrografia episodica e impetuosa. Tempeste di vento e freddo, blackout elettrici, non è l’ideale per chi è venuto a correre la Dakar e si immaginava nelle fornaci di caldo della Pampa argentina. Ma è la Dakar. Non ci si deve meravigliare di nulla, può succedere questo e altro. E a volte è Fantastico.
Ancora Sébastien Loeb. E Daniel Elena, naturalmente. Fantastici. Non vorremmo esagerare con l’enfasi, che poi magari il Pilota ritiene che la cosa sia del tutto normale. Bisogna, tuttavia, sapere che due vittorie consecutive alla Dakar presuppongono un grande ritmo il primo giorno e un’andatura infernale in quello successivo. A una vittoria di tappa, infatti, segue sempre l’obbligo di aprire la strada in quella successiva. Il primo giorno può essere una questione di “manico”, ma il secondo ci vuole anche una “navigazione” perfetta, eseguita fulmineamente e senza il minimo errore. Quando il “colpo” riesce si è in presenza di una doppia prodezza, fino ad oggi prerogativa di fuoriclasse dotati di talento e grande esperienza.
Poi arrivano Sébastien Loeb e Daniel Elena. Hanno vinto la prima Prova Speciale, portando così la nuova Peugeot 2008 DKR al primo successo in una Speciale della Dakar, e sono balzati al comando del Rally. Una situazione certamente provvisoria, tutti pensano, che evolverà “naturalmente” nell’avvicendamento con Peterhansel e Cottret, secondi e di gran lunga più esperti. Invece no, nella Tappa successiva vincono ancora Loeb e Elena, rincarando la dose e infliggendo un minuto e mezzo agli Equipaggi Sainz-Cruz e Al Atttiyah-Baumel, e quasi il doppio a Hirvonen-Perin e “Peter”-Cottret. Tanto di cappello, si sforzano di dire gli avversari, ma in realtà sono attoniti, senza parole.
Il fatto è inconsueto, raro, e diventa stupefacente se si pensa che Loeb ed Elena sono alla loro prima Dakar, debuttanti assoluti nel Rally più difficile del Mondo. Dovrebbe essere preso quasi come un atto di fede difficile da spiegare razionalmente. In realtà le spiegazioni ci sono. Alcune già presenti nei luoghi comuni che si son sprecati per celebrare i quindici anni di record di Sébastien Loeb, altre riprese su quella falsariga per definire le performance della Peugeot 2008 DKR, lo “strumento” che ha permesso tutto questo.
Loeb e Elena in testa alla Dakar, cinque minuti di vantaggio sulla “non-Peugeot” di De Villiers e l’altra 2008 DKR di Peterhansel e Cottret. Sotto le tende bianche del Team Peugeot Total si cerca di contenere gli entusiasmi, quasi per scaramanzia chiamando in causa la lunghezza del Rally, ma pian piano anche Bruno Famin & Co. dovranno arrendersi alla più incredibile e bella delle evidenze.